Infermieri “facili bersagli su cui infierire ancora”: sarà SCIOPERO

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Venerdì 17 novembre ci sarà lo sciopero del personale del Comparto Sanità (infermieri inclusi) e prenderanno vita iniziative di protesta in tutte le regioni italiane. Dal sindacato Nursind, tramite un comunicato stampa del segretario territoriale astigiano Gabriele Montana, fanno sapere: «Chiediamo scusa anticipatamente a tutti gli utenti ed i pazienti per i disservizi che si andranno a creare in questa giornata, ma è il momento in cui non è più possibile rimandare, dobbiamo manifestare il nostro dissenso in piazza e farlo a gran voce anche per ogni cittadino che ne ha diritto. 


Stiamo rischiando di perdere il servizio sanitario nazionale e questo non è solo qualcosa che va a discapito di noi lavoratori, ma di tutta l’utenza, per questo chiediamo supporto e vicinanza».
Sugli inevitabili disagi che colpiranno l’utenza, Montana sottolinea: «La sanità pubblica è di tutti, ma i disagi potrebbero essere uno scenario di quello che avverrà giornalmente se le cose non cambieranno presto».


La manovra 2024 del Governo sulle pensioni ha letteralmente fatto imbestialire gli infermieri italiani: «Una sforbiciata su coloro che sono stati riempiti di riconoscimenti e false promesse, ritenuti probabilmente facili bersagli sui quali infierire ancora. 


Ora non si tratta solo di protestare per avere di più – spiega il segretario – ma per non permettere che ci privino del poco che abbiamo acquisito con sacrifici di una vita e senza, tra l’altro, destinare risorse al rinnovo dei contratti, infierendo sul nostro presente oltre che sul nostro passato e oggi,  anche sul nostro futuro. Dobbiamo fermare e pretendere di modificare una manovra e una legge di bilancio irricevibile chiedendo altresì che vengano riconosciute risorse che ad oggi non ci sono».


Sulla politica che, a quanto pare, tra un’idea discutibile e l’altra, mira alla morte dell’infermieristica italiana, Montana attacca: «Una visione miope da parte del Governo che punta agli infermieri stranieri, mentre decine di migliaia dei nostri scappano dall’Italia.
Punta sugli straordinari e su prestazioni aggiuntive (sui quali già si mantiene a fatica il sistema) che non serviranno a dare risposte strutturali perché più nessuno vuole lavorare ancora di più, per giunta in condizioni non adeguate.


Nella nostra Regione, ad esempio, ci sono milioni di ore di straordinario e decine di migliaia di ferie arretrate. Ma la situazione è destinata a peggiorare tenuto conto del calo del 10% delle iscrizioni al corso di laurea in infermieristica e le numerose uscite per il raggiungimento dei limiti di età che saranno anticipate se non si interviene».

E poi ci sono le dimissioni volontarie, che aumentano a dismisura: «Solo in Piemonte un infermiere al giorno rassegna le proprie dimissioni per andare a fare altro nella vita, evidentemente non basta come campanello di allarme» conclude il sindacalista. 

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Alessio Biondino

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