La radiata-influencer più famosa del web, Barbara Balanzoni, continua a vomitare fango su tutti, compresi gli infermieri italiani. La rabbia, la frustrazione e il tanto tempo libero che oramai contraddistinguono le sue giornate fungono in parte da giustificazione, ma…
Viste le tantissime persone che la seguono come fosse una sorta di divinità, le sue affermazioni continuano a generare, purtroppo, molta confusione e di sicuro disinformazione nei cittadini (quelli che non sono i suoi dichiarati e fidatissimi apostoli).
Stavolta, l’anestesista rianimatore conosciuta oramai da tempo come una ‘guru’ no vax (VEDI) e radiata dal suo Ordine (VEDI), che nel tempo ha definito gli infermieri italiani “scimmie”, “ignoranti come capre”, “servi” e “pulisci padelle”, stavolta ha voluto affrontare la questione dell’infermiere specialista, in voga in questi giorni dopo le dichiarazioni della FNOPI (VEDI).
E i suoi toni, come sempre, quelli che generano orgasmi multipli a non finire nei suoi seguaci, sono risultati incredibilmente pacati e rispettosi verso la professionalità e le competenze altrui: “Ci manca solo sta sciagura” ha dichiarato in un tweet, riferendosi a una notizia sugli Stati Generali degli infermieri e sull’infermiere specialista.
Dopodiché, commentando le parole della presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche Barbara Mangiacavalli sullo sviluppo specialistico della professione e definendola “Mangia equini”, ha continuato: “Spiegatele che serve gente che faccia l’infermiere senza fare balletti mentre la gente è intubata e senza minacciare i pazienti sui social. Sarebbe già tanto”.
Minacciare sui social? Da quale pulpito… Comunque, la sua conclusione sull’argomento, fortunatamente, è arrivata presto con un roboante: “Ci mancano gli infermieri specialisti così siamo a posto per sempre. Rispondessero ai campanelli e facessero assistenza invece di fare balletti”.

Che dire? Visti i tempi morti che, quotidianamente, la dottoressa radiata è oramai costretta a vivere dalla scorsa estate, le consigliamo di frequentare qualche corso di formazione (anche online, tra un tweet e l’altro…) sulla professione infermieristica e sulle sue reali responsabilità, onde evitare altre figure barbine e soprattutto per capire bene cosa “faccia l’infermiere” e cosa sia “l’assistenza”.
Dando anche una guardata, magari, a qualche sentenza, visto che già dal 1985 “non compete all’infermiere, ma al personale subalterno, rispondere ai campanelli dell’unità del paziente” (Suprema Corte di Cassazione, sent. N° 1078).
In bocca al lupo!