Infermieri ‘supplenti’ dei MMG, “iniziativa potenzialmente innovativa e lungimirante”

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Continua a far discutere l’avvincente idea di Letizia Moratti annunciata qualche giorno fa al convegno Sidmi: infermieri che offrono supporto e supplenza per affrontare la carenza di medici di medicina generale (VEDI).

Ma intanto che molti medici e infermieri insorgono (VEDI) e bocciano l’iniziativa, ci sono anche delle voci fuori dal coro che la appoggiano. Una di queste è quella del presidente nazionale Antonio De Palma (Nursing Up).

La nota del sindacato

«Una sanità nuova, una sanità che riparte da fondamenta solide e da una sinergia concreta tra le varie e distinte professionalità che, nel pieno rispetto delle reciproche identità, sono in grado di collaborare in modo sano, sereno e proficuo per offrire ai malati, agli anziani, ai soggetti fragili, ai minori, prestazioni che siano figlie legittime delle enormi competenze e qualità che ognuno di loro è in grado di mettere in campo.

In un momento cruciale per la sanità italiana, con il rinnovo del contratto in dirittura d’arrivo, non servono affatto strumentalizzazioni, né controproducenti battaglie atte a difendere il proprio orticello dal vicino confinante.

Importanti responsabilità

Infermieri e medici, da sempre, nelle corsie di un ospedale, sono stati capaci, al di là delle rispettive peculiarità professionali, di costruire un rapporto sereno, nell’interesse del paziente.

Oggi i dottori in infermieristica Italiani, perché non dimentichiamo che i nostri infermieri si pongono all’acme tra gli altri colleghi in Europa, hanno conoscenze e competenze che gli consentono di assumere importanti responsabilità

I Super OSS sono un’altra cosa

Nessuna strumentalizzazione o paragone dunque, tra forme di collaborazione proprie del rapporto tra professioni sanitarie laureate, che sono ormai realtà in tutti i paesi evoluti, e giammai l’attribuzione di funzioni improprie a categorie professionali che non possiedono, per formazione e tipologia di mandato professionale, le conoscenze ed il know how necessari e che, tra le altre cose, non sono ricomprese nell’alveo delle professioni sanitarie laureate, come è il caso, da ultimo, degli OSS della Regione Veneto.

“Massimo rispetto per l’iniziativa”

Non dimentichiamo che in altri paesi, e cito solo per esempio l’Inghilterra, esistono già peculiari e condivise forme di collaborazione tra medici ed infermieri, nel rispetto delle specifiche e distinte competenze, che risultano sperimentate, confermate e tempo per tempo perfezionate.  

Per tanto, massimo rispetto nei confronti dell’iniziativa della Vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, che consideriamo potenzialmente innovativa e lungimirante, e nei confronti della quale ci riserviamo di approfondirne gli aspetti, nell’ambito di una costruttiva posizione di riflessione. 

Sblocco della libera professione

Indipendentemente da tutto ciò, merita plauso il lavoro svolto dai medici, dai pediatri e dagli infermieri, finalmente in sinergia per dare risposte coerenti ai bisogni di salute della cittadinanza.

Ovviamente come sindacato degli infermieri italiani ci riserviamo ulteriori e doverosi approfondimenti su questo progetto, rispetto al quale non mancheremo di intervenire ancora, ma è chiaro che se si parla di sblocco della libera professione per i nostri professionisti, e anche di infermieri di famiglia e di sanità territoriale, con alla base un proficuo rapporto di collaborazione tra medici, infermieri e perché no, anche il coinvolgimento dei colleghi delle altre professioni sanitarie, non potremmo, il condizionale è d’obbligo, che guardare di buon occhio a tutto questo.

La strada

Insomma, la strada potrebbe essere quella buona da percorrere, nell’ottica di una sanità italiana che patisce, come non mai in questo momento, la carenza di professionisti, e che proprio per tale ragione deve essere pronta a ricaricare le batterie per affrontare le nuove sfide che ci attendono, nella logica di perseguire un obiettivo comune che ci unisce, per il quale combattere come abbiamo sempre fatto, ovvero la tutela della salute della collettività».

“Infermieri come supplenti dei medici di famiglia per affrontare la carenza”…?

Alessio Biondino

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