La guerra tra le regioni rischia di far saltare i nuovi Lea

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Il rischio è di veder saltare quanto di buono è stato previsto nei LEA, ( livelli essenziali di assistenza); la preoccupazione è ben fondata e risiede nei contrasti che intercorrono tra le diverse regioni italiane. Tutto ha origine nei tagli alla sanità e nello squilibrio tra quelli stabiliti per le regioni a statuto speciale e quelle ordinarie. La previsione del taglio di 442 milioni di euro alla quota di fondo sanitario per le ragioni a statuto speciale ( Sicilia,Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige ) è bastato per destabilizzare gli animi e far indisporre i rappresentati regionali.

Le regioni, al contrario, che possiamo definire “ordinarie” subiranno tagli per un ammontare  di 2.7 miliardi di euro, una cifra enorme, contro la quale, però, non si è levata alcuna obiezione, protesta o opposizione. Differente invece la risposta di Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Friuli, che non hanno mancato di manifestare il loro dissenso impugnando il provvedimento dinnanzi alla Consulta.

E’ quindi un’Italia che si muove su piani differenti di tutela e assistenza. E’ un paradosso che, per l’ennesima, volta potrebbe costare caro ed il cui prezzo verrebbe pagato sempre dai cittadini. Se infatti la cifra per i tagli stabiliti dovesse essere ripartita solo su regioni “ordinarie”, verrebbero meno i fondi previsti per il Piano dei vaccini gratuiti, per l’esenzione dei ticket per 110 malattie rare e molto altro ancora stabilito nei Lea.Il problema vero potrebbe essere quello di non poter garantire l’erogazione dei nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza. Noi avevamo stimato costassero 1,6 miliardi, poi per senso di responsabilità abbiamo accettato un finanziamento di 800 milioni, ma ora tutto diventa più difficile” le parole sul tema da parte di Massimo Garavaglia, coordinatore degli assessori regionali al bilancio, non lasciano spazio a molti dubbi o interpretazioni.

Ora, perché il Ssn sia sempre costretto a fare i conti con continui tagli, revisioni ecc.. è quanto di più ostico comprendere e capire, sta di fatto che, al momento, la previsione è questa e la risposta delle regioni a statuto speciale, sembra portare alle conclusioni sopra citate. D’altro canto, la possibilità del mancato finanziamento dei Lea in caso di taglio alle prestazioni era già stato previsto nell’intesa tra lo stato e le regioni, una possibilità quindi già ampiamente valutata e che ora, tristemente, potrebbe aver luogo.

Se così fosse si assisterebbe al paradosso in cui, regioni a statuto speciale potrebbero garantire vaccini gratis, rimborsi per i disabili e quant’altro di buono previsto nei Lea, mentre, per sobbarcasi  il deficit di tagli, le regioni “ordinarie” non potrebbero garantire lo stesso livello assistenziale. Il tutto in uno stato che già fa enormi differenze, si tenga in considerazione come a fronte di una media nazionale di 1.873 euro ad assistito,  Trento e Bolzano ricevono 2.170 e 2.288, la Valle d’Aosta 2.125, il Friuli 1.970, la Sardegna 1.989. Un paradosso e uno squilibrio enormi.

Martino Di Caudo

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