“Ministro Speranza, basta elogi agli infermieri: agisca ora!”

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All’indomani (ieri) delle dichiarazioni di Roberto Speranza in quel di Potenza (VEDI), dove il Ministro della Salute si è di nuovo sperticato in elogi in favore degli operatori sanitari italiani, il sindacato degli infermieri Nursing Up ha pubblicato un nuovo comunicato per esortare il rappresentante del Governo a smetterla con le solite e irritanti “pacche sulle spalle”. Pubblichiamo per intero le parole del presidente nazionale Antonio De Palma.

Melodia ridondante

«Le nuove parole di elogio per gli infermieri italiani, arrivate in queste ore dalla bocca del Ministro della Salute, on. Roberto Speranza, in relazione al ruolo chiave che la nostra professione, al pari di quella dei medici, riveste nell’ambito della ricostruzione del sistema sanitario, in linea con gli obiettivi della missione 6 del Piano di Resilienza Nazionale, alla luce anche delle ingenti risorse a disposizione, ci risuonano nelle orecchie come la melodia ridondante delle campane di alcuni piccoli Paesi, quella che dopo un po’ finisce pure con l’essere poco gradita, e che ahimè si ripete periodicamente senza più riservare né sentimenti di sorpresa, né di emozione.

Pacche sulle spalle per contrastare la crescita dell’inflazione

Ci chiediamo con insistenza e lo facciamo da tempo quando vedremo finalmente la luce in fondo al tunnel, in un frangente storico delicatissimo, in cui, più che mai, la crescita dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita, non si accompagna ad una indispensabile valorizzazione economica degli infermieri.

Come negare che i nostri operatori sanitari si ritrovano più che mai a sentirsi “prigionieri” di un sistema claudicante, che non è più così semplice reggere con il solo peso specifico delle nostre qualità professionali e umane.

La strada

Noi, che come sindacato guardiamo negli occhi tutti i giorni gli infermieri italiani e che combattiamo per difendere e portare a compimento le loro legittime istanze, abbiamo però il dovere di non smettere di sottolineare, all’opinione pubblica, quanto la nostra categoria professionale abbia dato in termini di impegno durante la pandemia. Siamo quelli che hanno pagato più di tutti lo scotto dell’emergenza.

Trovi allora la strada, Ministro Speranza, di concerto con il Ministro della Funzione Pubblica, on. Brunetta, di andare oltre le mere parole e di intercedere per contribuire, con tutte le parti in causa, a costruire, pur non sedendo di fatto al tavolo delle trattative, ad un contratto degno di tal nome, e che dia agli infermieri, prima di tutto, una reale valorizzazione economica.

Scelte importanti

Nell’emanando atto di indirizzo, che il Comitato di Settore si accinge ad assumere, a cui partecipa anche un delegato del Ministero della Salute, e che dovrà dare indicazioni all’ARAN su come utilizzare le risorse aggiuntive dello 0.55% e 022%, previste dall’ultima legge di bilancio, si indirizzino le trattative contrattuali verso il riconoscimento di un valore congruo all’indennità di funzione professionale di base, che sia  finalmente idoneo a dare riscontro alle elevate competenze e capacità degli infermieri e delle altre professioni sanitarie”.

È ora di farlo, caro Ministro, Lei ha le leve per agire, se è vero quel che asserisce, e cioè che una professione come la nostra, fulcro della sanità, meriterebbe ben altro trattamento rispetto a quello che oggi ci viene riservato.

Oggi Lei può fare delle scelte importanti, come ha già fatto con quella indennità di specificità professionale che, almeno in parte, ci ha dato un percorso di luce nel buio. Gli infermieri non hanno bisogno di essere solo elogiati. Sono stanchi delle pacche sulle spalle, accanto alle quali mancano, di fatto, azioni concrete.

Il riconoscimento che gli infermieri meritano

Agisca ora, per riconoscere agli infermieri quanto meritano, e per rompere finalmente, anche a picconate se serve, quelle mura vetuste e fatiscenti rappresentate da certi arroccamenti, da certe convinzioni di una parte del mondo sindacale, che vorrebbe gli infermieri e le altre professioni sanitarie, senza alcuna distinzione e/o valorizzazione, massificati assieme a tutti gli altri operatori che, beninteso, svolgono ruoli funzionali e/o strumentali rispetto alla mission del SSN e, soprattutto, le cui responsabilità nell’agire quotidiano sono lontane anni luce dalle nostre».

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Alessio Biondino

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