Una petizione per arginare la fuga di infermieri in Svizzera

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In Lombardia non sanno più come fermare l’esodo di infermieri verso gli stipendi svizzeri, tanto che il sindacato Uil del Lario ha proposto di lanciare una petizione all’indirizzo dei responsabili regionali, col fine di “ritoccare” gli stipendi per trattenere il personale nelle strutture comasche e lecchesi.

L’esodo

Come spiegato da Massimo Coppia, segretario della sanità pubblica del sindacato Uil Lario, “Negli ultimi due anni oltre 150 persone, su un totale di circa 2’500 dipendenti della sanità pubblica nelle province di Como e Lecco si sono licenziate e si sono impiegate nella Confederazione elvetica”.

Ed è per questo che alla Uil è venuta l’idea di provare a prevenire la grande fuga con un’indennità straordinaria a carico della Regione, che a quanto pare potrebbe ammontare a 500 o 600 euro mensili.

Lo stipendio

La differenza di stipendio è a dir poco significativa: nel Canton Ticino il salario è di circa 4800 franchi, a cui vanno detratte le imposte dirette. Tradotto: qualcosa come 3880 euro. In Lombardia, invece, si è sui 1400 euro, che con gli straordinari possono arrivare a 1800.

Non solo l’aspetto economico

Secondo la testimonianza di una infermiera italiana in Canton Ticino dal 1990 (raccolta da tvsvizzera.it), di importante ai fini della scelta di andare via dall’Italia c’è “sicuramente l’aspetto economico”, ma anche la presenza di “prospettive professionali e rapporti con il personale medico assai differenti.”

“Appena arrivata in Ticino ho potuto fare una scuola di terapie intensive, cosa che non esisteva dove lavoravo precedentemente in Italia, una delle tante formazioni che oltre ad attribuire ruoli di responsabilità, vengono riconosciuti nell’ambito lavorativo, anche da parte degli stessi medici” spiega la collega.

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Alessio Biondino

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