Questione demansionamento? Infermieri diversi, diverse assistenze.

Dario Tobruk 25/10/18
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La questione demansionamento è l’argomento ricorrente che appassiona maggiormente gli infermieri italiani negli ultimi anni. Periodicamente, ognuno di noi espone il proprio bagaglio di convinzioni e conoscenze per finire in un auto-propagato incendio, sicuri che in pochi giorni si smonterà tutto e tutto tornerà alla sua solita normalità. Ma le braci, mai del tutto spente, rimangono in attesa di nuova linfa, affamata di nuovo combustibile, di nuovi innesti e di nuove scintille, per poi ripartire in una giostra che da anni ci arde ma non offre nessuna soluzione.

La soluzione alla questione demansionamento è la diversificazione dell’assistenza

Chi non ritrova il proprio essere infermiere nell’esclusiva assistenza di base, riconosce nella giurisprudenza e nella legge il suo ruolo certo di pianificatore della stessa. È anche vero che chi riconosce la sua identità d’infermiere (anche) nell’assistenza di base e nell’esplicare l’accudimento del paziente con la risoluzione dei piccoli bisogni quotidiani e in alcuni casi persino nel comfort alberghiero, troverà alle proprie spalle una lunga tradizione storica che gli darà ragione. Le identità degli infermieri sono molteplici e tutte si ritrovano confermate nei propri punti di vista. Quindi che fare?

Chi ha ragione?

Nei limiti di legge e del proprio profilo professionale, secondo me, tutti! Per questo l’evoluzione infermieristica si è arenata. Perché è impossibile convincere 400000 infermieri a percorrere tutti la stessa strada. Le naturali differenze di visione e di attitudini dei singoli infermieri porranno la questione demansionamento in un limbo irrisolvibile se pensiamo che la soluzione debba essere unica per tutti.  Molti infermieri vedono demansionamento dove altri, semplicemente, non lo percepiscono.

 Infermieri diversi, diverse assistenze.

Guardiamo ai nostri vicini medici: non esiste un’unica medicina a cui tutti devono tendere, esistono decine di branche diverse quante diverse sono le personalità dei medici. Medici a cui piace la medicina generale e chi fa il chirurgo, chi è un felice anatomo-patologo e chi in reparto fa l’internista. In questo modo la Medicina è migliorata perché ogni medico ha dato il meglio di sé, ciò che poteva offrire e in base alle proprie attitudini.

Infermiere specialista e infermieristica di base, ognuno la sua.

Per l’infermiere specialista è un bene che ci siano infermieri che vogliano tenersi stretta l’assistenza di base. Questo permetterà loro di rispettare i propri interessi e le proprie attitudini senza doversi scontrare con i propri colleghi in una competizione forsennata. Partire da quest’idea per rispettarci a vicenda, riconoscere le nostre diversità, sfruttare meglio le nostre energie e non sprecarle in inutili scontri che non portano da nessuna parte. Infermieri diversi, diverse assistenze: piuttosto impegniamoci affinché venga riconosciuto contrattualmente, con vere carriere all’interno dell’ospedale e nel territorio, l’infermiere specialista. Senza continuare a dissipare le energie dei singoli infermieri, la cui spinta potrebbe migliorare tutta la sanità italiana, con il beneficio di tutti, colleghi infermieri, pazienti e cittadini.

Dario Tobruk

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