Arrivano i primi robot assistenziali e va bene così

Dario Tobruk 11/09/25

Robot assistenziali e intelligenza artificiale stanno entrando in corsia. Mentre il personale sanitario è sempre più carente, alcuni ospedali americani iniziano a sperimentare l’uso di piccoli robot per supportare infermieri e operatori nei compiti più ripetitivi e dispendiosi.

Indice

I primi robot assistenziali

Sono diversi anni che piattaforme chirurgiche assistite da robot, come il famoso Leonardo, aiutano i chirurghi nelle loro attività quotidiane, ma non eravamo ancora abituati a vedere piccoli robot passare nei corridoi dei reparti e degli ospedali.

La presenza di questi robot assistenziali è dovuta alla grave carenza di personale, un problema non esclusivamente italiano ma globale.

Negli Stati Uniti, per sopperire all’assenza di operatori, è stato introdotto un piccolo robot alto 1,20 metri, chiamato Moxi.

Questo umanoide aiuta le infermiere automatizzando semplici mansioni, come il trasporto di farmaci e oggetti richiesti da una parte all’altra del reparto, permettendo alle colleghe di concentrarsi sull’assistenza diretta.

Ad esempio, il trasporto delle scorte dalla farmacia ospedaliera è stato completamente automatizzato: invece di richiedere l’intervento di un fattorino interno o, peggio, di un’infermiera, Moxi si occupa di trasportare in sicurezza i farmaci grazie a un vano portaoggetti capiente e protetto da chiave.

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La necessaria automazione del settore sanitario

Attualmente, le previsioni sul futuro del lavoro sanitario indicano, a livello globale, un calo dell’offerta assistenziale accompagnato da un aumento della domanda di assistenza.

Una riduzione del personale che non potrà essere colmata, sia per il calo demografico, sia per la mancata volontà dei datori di lavoro di aumentare i salari delle figure assistenziali di base, allontanando così anche quei pochi lavoratori potenzialmente interessati a rispondere alla domanda.

Per questo motivo, nella patria dell’innovazione e dell’automazione, si comincia a piccoli passi ad automatizzare tutto ciò che è possibile.

Sebbene sia difficile sostituire completamente un infermiere in tutte le sue dimensioni professionali, è possibile rimpiazzare altri lavoratori essenziali al funzionamento dell’ospedale, come gli addetti al trasporto dei campioni di laboratorio, alla disinfezione e alla pulizia degli ambienti: attività replicabili e facilmente automatizzabili.

Secondo uno studio del 2024, se le infermiere americane si mostrano contrarie all’uso dell’intelligenza artificiale per pianificare automaticamente i piani di assistenza, sono invece molto più favorevoli alla presenza di robot assistenziali che possano aiutarle nelle attività quotidiane, soprattutto in quelle mansioni ripetitive o che fanno perdere tempo, come il trasporto di materiali tra un reparto e l’altro.

Secondo i produttori di robot assistenziali, il personale infermieristico potrebbe risparmiare fino al 40% del proprio tempo lavorativo.

Lo scontro sindacale e il dialogo con le aziende

Per quanto possa sembrare un tentativo delle aziende di depauperare completamente il lavoro assistenziale, la verità è che non c’è altra via percorribile, in un mondo che non è ancora pronto ad accogliere l’enorme domanda di assistenza che si sta prospettando, entro il 2050 solo in Italia quasi il 35% della popolazione sarà over65, a livello mondiale 1 persona su 5.

Pertanto, è necessario prevedere un modello di cura, in cui anche l’automazione partecipa del lavoro infermieristico.

La domanda è se nel futuro è prevista la sostituzione della figura: solo se necessario.

In realtà, a differenza di ambienti codificati come le fabbriche e le industrie, in cui i robot possono muoversi in sicurezza e agilità, gli ospedali di solito sono localizzati in edfici vecchi, con corridoi congestionati da personale sanitario, pazienti e attrezzatura medica.

A ragione di ciò, per molto tempo ancora, la possibilità che un robot assistenziale riesca anche solo a gestire la pulizia di un corridoio e il trasporto di materiale, è più che ammirevole.

Il vero lavoro è ancora in mano a infermieri, medici e agli altri professioni sanitari.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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