Roma, Infermieri “costretti” a turni di 17 ore consecutive: insorge il Nursind

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Non ci sono più infermieri. Ma le aziende, facendo affidamento sullo “spirito di servizio” e sulla vocazione dell’infermiere che nell’immaginario dirigenziale pensa sempre e comunque al bene del paziente, riescono ancora a tappare le falle. E poco importa se, contra legem, i professionisti si ritrovano a fare turni di 17 ore o più per garantire la continuità assistenziale.


La denuncia (VEDI Fanpage), stavolta, arriva dal sindacato Nursind e riguarda l’Ospedale Sandro Pertini di Roma: «Da più di un anno stiamo mandando segnalazioni: l’orario straordinario è di oltre 650mila ore, il personale è sempre meno – spiega il segretario provinciale di Roma Stefano Barone – La situazione sta precipitando».


E ancora: «Turni da 17 ore continuative: infermieri ed infermiere proseguono dal turno pomeridiano fino al notturno, costretti a turnazioni inumane con Ordini di Servizio o, peggio, con l’abuso dell’art. 591 c.p. secondo il quale il turno resta semplicemente scoperto e l’infermiere non può smontare, altrimenti rischia di essere incriminato per abbandono di incapace, soprattutto in Pronto Soccorso. Lavoratori e lavoratrici non sanno mai se potranno staccare dal turno e tornare a casa o meno».


Addirittura, «non si rispetta la normativa contrattuale e neppure la legge 66/2003. Una situazione del genere porta all’aumento di stress, alla diminuzione della sicurezza e della qualità de servizi: se il personale è sfinito, aumenta il rischio di errore» spiegano dal sindacato.

Certo, l’ospedale sta cercando di assumere OSS e di aumentare le tariffe per gli straordinari, ma… A tratti sembra come voler cercare di svuotare l’oceano con un cucchiaino.


«Abbiamo ancora bisogno di interventi radicali per porre fine a questa situazione –  concludono dal NurSind – Se necessario, sarà da valutare anche la chiusura di posti letto in attesa dell’arrivo di nuovo personale dal concorso prossimo al termine».

Altro che “attrattività”… Essere infermiere in Italia, oramai, assomiglia sempre di più a una sorta di punizione divina.

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Alessio Biondino

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