Sciopero medici e infermieri: “Pronti alle dimissioni di massa”


Medici, specializzandi, infermieri e altri professionisti sanitari si uniscono oggi (VEDI articolo Sciopero infermieri, Nursing Up: “Da FNOPI silenzio incomprensibile”) in uno sciopero per lanciare un messaggio chiaro al governo Meloni: la protesta contro la legge di bilancio non è solo una questione sindacale, ma sociale, e riguarda l’intera cittadinanza. Disinvestire nella sanità pubblica, infatti, non mette a rischio solo la professione dei lavoratori del settore, ma l’intera sostenibilità del Sistema sanitario nazionale universalistico.


E, inevitabilmente, l’astensione dal lavoro dei professionisti causerà dei disagi: durante le 24 ore di mobilitazione potrebbero essere cancellate fino a 1,2 milioni di prestazioni. Tutti i servizi saranno a rischio, ad eccezione delle urgenze: esami di laboratorio, 50.000 esami radiografici, circa 15.000 interventi chirurgici programmati, 100.000 visite specialistiche e le prestazioni infermieristiche e ostetriche, comprese quelle domiciliari.


“È un momento cruciale – dichiara Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, a ilfattoquotidiano.itStiamo intraprendendo una strada difficile per un governo che non ascolta le richieste delle parti sociali. Se non otterremo risposte, non escludiamo azioni più drastiche, come le dimissioni di massa”.


Lo sciopero, proclamato da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Nursing Up e altre sigle, coinvolgerà un’ampia fetta di lavoratori. A scatenare questa mobilitazione nazionale, lo ribadiamo, è stato il testo della manovra finanziaria, che riduce i fondi promessi alla sanità pubblica: dai 3,7 miliardi iniziali, nel 2025 si scenderà a soli 1,3 miliardi. Una cifra insufficiente persino per i rinnovi contrattuali, lasciando il personale sanitario a operare sotto organico, in condizioni lavorative difficili e con stipendi tra i più bassi d’Europa.


Ma il problema non è solo economico. La protesta nasce anche dal mancato rispetto dei contratti da parte delle aziende, dall’assenza di un piano straordinario di assunzioni, dalla mancata defiscalizzazione delle indennità di specificità e dalla mancata classificazione del lavoro infermieristico come usurante.

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Alessio Biondino

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