Il Nursind Piemonte chiama a raccolta centinaia di Infermieri per una manifestazione di protesta.

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Il Nursind Piemonte chiama a raccolta centinaia di Infermieri per una manifestazione di protesta. Continuano  in piazza le manifestazioni degli infermieri volte ad adeguare la loro condizione lavorativa agli standard europei. Da ultimo si registra la mobilitazione pubblica indetta dal Nursind Piemonte per il 24 ottobre alle ore 11,30 a Torino.

Scopo precipuo della manifestazione, mediante la quale il sindacato spera di evidenziare al grande pubblico le istanze di migliaia di Infermieri, è quello di chiedere maggiore rispetto del contratto nazionale oltre una più generale verifica delle condizioni di precariato che attanagliano tantissimi professionisti della sanità.    

Il Nursind Piemonte spiega: “E’ ora di dire basta… Vogliamo assunzioni subito e in tempi certi”.

Quello della stabilizzazione del lavoro e dell’implemento delle risorse da mettere a disposizione del SSN è divenuta esigenza improrogabile, per questo il vero nodo cruciale delle richieste di parte infermieristica riguardano proprio il numero degli infermieri, insufficiente, secondo il parere del Sindacato, a soddisfare le esigenze mediche degli utenti.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

 

Altro punto sul quale pone l’attenzione il sindacato attiene alla richiesta di maggiore tutela e sicurezza dei professionisti sanitari nel luogo e nel tempo del lavoro. Una battaglia quest’ultima che è doveroso combattere per garantire una maggiore possibilità di protezione contro le tantissime aggressioni riservate ad infermieri e medici e di cui le cronache attuali si stanno continuamente occupando. L’auspicio del Nursind è proprio quello di avere maggiore chiarezza sui provvedimenti che verranno posti in essere dalle istituzioni per ovviare al grave problema.

Altro aspetto rilevante in tema di maggiore tutela degli infermieri attiene alla sempre maggiore età pensionabile degli stessi. Sembrerebbe superfluo evidenziare come, data la particolare entità e difficoltà delle prestazioni sanitarie, un cospicuo avanzamento dell’età prevista per la pensione non solo può dar vita a spiacevoli casi di cattiva gestione del paziente, ma soprattutto può, nelle ipotesi più grave può costituire il presupposto affinché si verifichino gravi episodi che mettono a repentagli la salute del paziente stesso. Il tutto per un SSN sempre più mediocre e sempre meno in grado di rispondere alle istanze di tutela della salute dei cittadini. 

Martino Di Caudo

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