Il sistema di conduzione cardiaco e l’elettrocardiogramma

Il cuore si contrae ritmicamente in seguito ai potenziali di azione (impulsi elettrici) che esso stesso genera. Le cellule che formano il muscolo cardiaco si chiamano miociti e sono estremamente specializzate; per il 99% sono cellule contrattili e compiono il lavoro meccanico, di pompa. Il restante 1% costituisce invece il sistema di conduzione, cellule “autoritmiche” che non si contraggono ma sono deputate alla generazione e conduzione degli impulsi cardiaci necessari per far lavorare le cellule contrattili prima descritte.

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Il sistema di conduzione cardiaco e l’elettrocardiogramma

Il sistema di conduzione è essenzialmente formato da 4 strutture:

  • NODO SENOATRIALE: in atrio destro, allo sbocco della cava superiore. E’ il pacemaker naturale del cuore e conduce gli impulsi alla frequenza di 60-80 bpm
  • NODO ATRIOVENTRICOLARE: è il «filtro» che rallenta la frequenza dell’impulso elettrico al fine di permettere la completa sistole atriale. Evita il passaggio di un numero eccessivo di impulsi nel caso di alcune tachiaritmie atriali (es. flutter atriale)
  • FASCIO DI HIS e branche destra e sinistra: passaggio verso i ventricoli
  • FIBRE DEL PURKINJE: avvolgono i ventricoli e, secondo alcuni fisiologi, la loro ripolarizzazione genera l’onda U

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Tutti questi impulsi, sommati tra loro, determinano un’attività elettrica che può essere registrata tramite un elettrocardiogramma di superficie (ECG); le onde risultanti rappresentano la depolarizzazione (contrazione) e ripolarizzazione (rilasciamento) dei miociti. La depolarizzazione di una cellula determina un flusso di corrente tra quest’ultima e quelle contigue ripolarizzate, che a loro volta si attiveranno determinando un fenomeno a catena in tutto il cuore.

Nel processo di depolarizzazione/ripolarizzazione sono coinvolti alcuni ioni, soprattutto POTASSIO, SODIO e CALCIO, con carica elettrica diversa, impegnati in un flusso transmembranico bidirezionale. La depolarizzazione, fisiologicamente, coincide con la contrazione miocardica (sistole), mentre la ripolarizzazione con il ritorno allo stato di riposo dei miociti (diastole).

L’elettrocardiogramma, alla luce di quanto detto, è un esame che, pur essendo di semplice esecuzione, può fornire molte informazioni circa lo stato di salute di una persona; diversi sono i motivi per i quali si effettua: valutazione pre-operatoria, ingresso di un paziente in reparto, visita medico-sportiva, controllo post-procedurale, valutazione di pazienti con dolore toracico, episodi lipotimici, palpitazioni, stati di shock…

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Esecuzione del tracciato elettrocardiografico

Fondamentale è la corretta esecuzione del tracciato elettrocardiografico, per la quale si forniscono di seguito dei semplici e pratici consigli. L’operatore che esegue l’indagine:

  • effettua l’igiene delle mani e garantisce la privacy del paziente;
  • procede all’identificazione del paziente e alla registrazione dei dati riguardanti il nome, cognome, sesso e data di nascita dello stesso;
  • accerta la presenza di disordini cardiaci anche precedenti e identifica l’eventuale regime terapeutico in corso;
  • accerta l’eventuale presenza di dispositivi elettronici che potrebbero determinare alterazioni del tracciato (ad esempio pacemaker);
  • accerta l’eventuale presenza di allergie del paziente (è possibile che sia allergico alle sostanze contenute nel gel di conduzione);
  • spiega al paziente con parole adatte al suo livello di comprensione le fasi e l’utilità della manovra che si sta per eseguire affinché egli comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione;
  • rileva i parametri vitali relativi a pressione arteriosa, frequenza cardiaca e caratteristiche del polso;
  • invita il paziente a scoprirsi torace, caviglie e polsi e ad assumere la posizione supina a letto, ove possibile;
  • suggerisce all’assistito di rilassarsi e di astenersi dal parlare per qualche minuto;
  • controlla lo stato della cute del paziente, l’eventuale necessità di una tricotomia, e che egli non indossi oggetti metallici che potrebbero creare alterazioni del tracciato;
  • accerta la corretta predisposizione al funzionamento dell’elettrocardiografo: batteria carica, corretto assemblaggio dei cavi, presenza di carta millimetrata, data di scadenza di elettrodi e gel di conduzione.

Come applicare gli elettrodi sul corpo del paziente:

Procedura ElettroCardioGramma: corretta posizione degli elettrodi ECG.

Posizionati gli elettrodi, si effettuano i seguenti controlli:

  • dati anagrafici del paziente
  • data di esecuzione dell’esame
  • calibrazione 10 mm/mV
  • velocità di scorrimento/registrazione 25 mm/sec
  • ordine delle derivazioni (D1, D2, D3, aVR, aVL, aVF – V1, V2, V3, V4, V5, V6)
  • isoelettrica (non oscillazioni rispetto alla linea basale)

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… e si esegue l’elettrocardiogramma!  Buon Lavoro!

Autore: Laura Guzzetti; infermiere con oltre 15 anni di esperienza in area cardiologica e critica; collaboratore Studio DMR www.studioinfermieristicodmr.it

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