Procedura ElettroCardioGramma: corretta posizione degli elettrodi ECG.

Dario Tobruk 02/05/17
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Il corretto posizionamento degli elettrodi ecg è essenziale per una diagnosi accurata e puntuale. Bisogna ricordare che un errore nell’esecuzione del tracciato potrebbe comportare un grave danno al paziente, oltre a ripercussioni di varia natura, anche legali, per il sanitario.

Trovare la corretta posizione degli elettrodi ecg sul torace del paziente dovrebbe essere intuitivamente semplice, eppure se considerassimo gli errori (a volte orrori) che si riscontrano nei reparti, c’è proprio da rivalutare quest’opinione: il problema non è posizionarli bene, ma sapere dove vanno posizionati.

Indice

Cos’è l’elettrocardiogramma e a cosa serve?

Brevemente, un ecg standard è una registrazione grafica dell’attività elettrica del muscolo cardiaco su 12 derivazioni (6 precordiali da V1 a V6, 6 periferiche da 3 elettrodi + una massa, D1 D2 D3 VR VL VF). Per eseguire un tracciato ECG il sanitario si avvale dell’elettrocardiografo, uno strumento inventato più di 100 anni fa dal fisiologo Einthoven e che ancora oggi viene usato in tutti gli ospedali e luoghi di cura.

È uno strumento fondamentale per la diagnosi di molte patologie cardiache come le aritmie cardiache o disturbi della conduzione, dilatazione delle camere cardiache, infarto miocardico, squilibri elettrolitici e molte altre ancora.

Come preparare il paziente all’elettrocardiogramma?

Prima dell’esecuzione della procedura di posizionamento degli elettrodi dell’ecg, bisogna adeguatamente preparare il paziente e valutarlo.

  1. Premesse:
    • attività non attribuibile al personale di supporto.
    • assicurarsi che il tracciato dell’ecg sia corredato da nomecognomesessodata di nascitagiorno e ora dell’esecuzione del tracciato, eventuale codice paziente/cartella.
  2. Valutazione del paziente:
    • valutare sintomatologia riferita: presenza di dolore anginoso? Se si quanto da uno a dieci (NRS)? Presenti altri sintomi come cardiopalmo o palpitazioni?
    • rilevare parametri vitali del paziente: pressione arteriosasaturazione dell’ossigeno, la frequenza cardiaca può essere dedotta successivamente dal tracciato;
    • eventuali farmaci assunti o da assumere se il paziente è esterno o appena ricoverato;
    • anamnesi cardiologica: diagnosi? precedenti tracciati ecg?
  3. Materiale occorrente:
    • Elettrocardiografo.
    • Gel conduttore o elettrodi monouso.
    • Necessario per eventuale tricotomia.
    • Salviette per rimuovere il gel a fine esecuzione.
  4. Preparazione del paziente:
    • Garantire la privacy del paziente ed un ambiente tranquillo.
    • Verificare l’identità del paziente.
    • Spiegare la procedura e le motivazioni dell’esecuzione dell’elettrocardiogramma.
  5. Assistenza diretta al paziente:
    • Invitarlo (in caso, aiutarlo) a scoprirsi torace, polsi e caviglie.
    • Rimuovere accessori metallici come collane, orecchini, orologio e bracciali.
    • Sollevare leggermente testata del letto in posizione di Flower bassa (15° circa), stendersi sulla lettiga e rilassarsi.

Dove si posizionano gli elettrodi per ECG?

La conoscenza della procedura per il corretto posizionamento degli elettrodi è fondamentale per diversi motivi: una procedura standard permetterà di ritrovare sempre gli stessi segni elettrocardiografici, sia in tempi diversi che eseguiti da diversi operatori, e ciò è fondamentale per ridurre il rischio di errori durante l’interpretazione dell’elettrocardiogramma.

Di seguito descriveremo nel dettaglio come trovare ogni singola posizione degli elettrodi ecg per ridurre il rischio di errori al minimo.

Come posizionare l’elettrodo V1:

Posizionati alla sinistra del paziente. Usa come riferimento la fossa soprasternale. Una fossetta dove si congiungono le clavicole, un incavo anatomico che si apprezza sulla parte alta dello sterno, sull’immagine in basso è il primo cerchio in rosso:

  • iniziare dalla parte destra del torace e posizionare il pollice della mano sx sulla fossa appena citata;
  • cercare con l’indice il primo spazio intercostale (allungandovi verso destra e un po’ più in basso del pollice), da qui sarà automatico trovare il secondo spazio con il medio, il terzo con l’anulare ed infine con il mignolo troverete il 4° spazio intercostale parasternale di destra.
  • posiziona in questo punto l’elettrodo V1. Nell’immagine i cerchi rappresentano gli spazi intercostali da apprezzare con le dita delle mani partendo dalla fossa.
Individuare l'elettrodo ecg v1 e v2
Individuare l’elettrodo ecg v1 e v2

Come posizionare l’elettrodo V2:

Al suo controlaterale, alla sinistra dell’elettrodo V1, nella parte opposta dello sterno, troverete il 4° spazio intercostale parasternale di sinistra, posizionate l’elettrodo V2 come da immagine sopra.

Ricordate: lo sterno è largo appena 4-6 cm, quindi i due elettrodi non dovrebbero essere più distanti di così!

Posizionare gli elettrodi V3 e V4:

  • iniziamo con l’elettrodo V4
  • individuate la clavicola sx e fissate un punto a metà lungo l’osso;
  • in seguito con il riferimento costale di V2 apprezzate il 5° spazio intercostale con la tecnica del dito;
  • nell’intersezione tra la linea che scende verso il basso dalla metà della clavicola (linea emiclavicolare) e che infine incontri il 5° spazio intercostale individuate il punto dove posizionare l’elettrodo V4.
posizionare correttamente gli elettrodi v3 e v4
posizionare correttamente gli elettrodi v3 e v4

Posizionare l’elettrodo V3 è facile: è il punto a metà della linea tra l’elettrodo V2 e V4 ovunque questo punto si trovi, anche se nelle donne vi fosse presente del seno (non impedisce la rilevazione del segnale elettrocardiaco). Immagine chiarificatrice qui sotto.

Elettrodi ecg: posizionare l’elettrodo V3 a metà tra elettrodo V2 e V4
Elettrodi ecg: posizionare l’elettrodo V3 a metà tra elettrodo V2 e V4

Ricordate: l’immagine rappresenta solo il razionale standard e non l’effettiva realtà anatomica dove posizionare l’elettrodo V3.

Come posizionare l’elettrodo V5 e V6:

  • Iniziamo individuando la posizione corretta dove posizionare l’elettrodo V6;
  • traccia un punto verso il basso seguendo la linea ascellare media (circa a metà dell’ascella);
  • raggiunto il punto che incontra il 5° spazio intercostale, posiziona V6.
  • l’elettrodo V5 può essere posizionato a metà tra V4 e V6.

Ricordate: lo spazio intercostale tende a risalire lungo le coste incurvandosi verso l’alto, quindi V5 e V6 dovrebbero essere leggermente più alte di V4.

Come posizionare gli elettrodi v5 e v6
Come posizionare gli elettrodi v5 e v6

Come posizionare gli elettrodi delle derivazioni periferiche:

Le “periferiche” non sono nient’altro che le sei derivazioni (DI, DII, DIII, aVR, aVL e aVF) che esplorano l’attività elettrica del cuore sul piano sagittale.

Gli elettrodi da posizionare sono quattro, universalmente destinati secondo un codice colore a una specifica posizione del corpo:

  • Rosso: braccio destro
  • Nero: gamba destra
  • Verde: gamba sinistra
  • Giallo: braccio sinistro

Per ricordare il posizionamento degli elettrodi sul torace, quale memo-tecnica più famosa del classico “GIRONEVE” universalmente utilizzato in
tutta Italia?

Partendo dall’arto sinistro in senso antiorario posizioneremo le restanti periferiche nell’ordine: GIallo, ROsso, NEro, VErde. Eppure, nono
stante tutto, i più creativi potrebbero voler personalizzare la propria memotecnica, in questo caso via libera alla fantasia se per voi risulta più efficace.

Ad esempio potreste immaginarla come una partita di calcio e ricordare che il Rosso e il Nero sono i colori del Milan, il cui storico presidente fu Berlusconi assolutamente di Destra (rosso/nero a destra) e che Giallo e Verde invece ricordano il Brasile, un paese storicamente di Sinistra (giallo/verde a sini-
stra).

Siate creativi o usate il Gironeve, ma ricordate di posizionare bene gli elettrodi per non fare figure barbine presentandovi con gli elettrodi invertiti!

Posizionare gli elettrodi periferici con il gironeve
Posizionare gli elettrodi periferici con il gironeve

Elettrodi ECG periferiche: sul torace o sugli arti?

In molte realtà ospedaliere non è raro trovare le periferiche posizionate direttamente sul torace. I motivi di questa pratica sono da ricercare in almeno due motivi principali:

  • in urgenza è più semplice e rapido scoprire il torso piuttosto che spogliare completamente il paziente;
  • gli elettrodi sul torso tendono a produrre meno artefatti perché non soggetti ai movimenti corporei, soprattutto durante l’ECG da sforzo o nell’Holter ECG in cui i movimenti degli arti sono continui. Inoltre, nel paziente in monitoraggio elettrocardiografico continuo, la presenza di elettrodi sugli arti può disturbare il paziente e interferire con l’assistenza quotidiana degli infermieri.

Ma quanto è corretto questo posizionamento alternativo degli elettrodi?

Se da un lato abbiamo dei benefici nel posizionamento degli elettrodi periferici sul torso, è anche vero che il discostamento dalla procedura standard implica anche delle variazioni che mettono a rischio l’identificazione di segni elettrocardiografici patologici e può causare falsi positivi o falsi negativi.

La questione sull’efficacia di posizionamenti alternativi degli elettrodi è stata ampiamente dibattuta in molti studi scientifici.

Le società scientifiche nazionali e internazionali (Documento di consenso ANMCO/AIIC/SIT, 2016; AHA, Recommendations for the standardization and interpretation of the electrocardiogram, 2007) sono diffidenti sul posizionamento alternativo degli elettrodi soprattutto quando non indicato.

ECG seriali registrati con diversi metodi di posizionamento potrebbero differire notevolmente uno dall’altro e occultare importanti variazioni ecgrafiche.

Quindi sebbene l’uso del torso non sia del tutto sconsigliato, è meglio usare, quando possibile, il posizionamento convenzionale sugli arti e preferibilmente sulle prominenze ossee.

In ogni caso mai e poi mai alternare un metodo con l’altro: una volta usata una modalità proseguire con la stessa.

Periferiche sugli arti o sul torace
Periferiche sugli arti o sul torace

Come capire se elettrocardiogramma è stato eseguito correttamente?

Dopo che avrete posizionato tutti gli elettrodi, e se non in urgenza, potrebbe essere necessario attendere qualche minuto prima che tutto il segnale sia privo di artefatti o rumore e fino ad allora il tracciato potrebbe apparire tremolante.

Se il problema persiste rivalutate ogni singolo elettrodo (partendo dalle derivazioni periferiche) verificando che sia ben adeso alla cute del paziente e che il cavo non si incroci direttamente con altri elettrodi.

Generalmente il segno grafico del tracciato tende a ripulirsi e a delinearsi in poco tempo. Se avrete eseguito la procedura nel modo corretto, alla stampa del vostro tracciato vi ritroverete di fronte ad un risultato simile a questa immagine.

Esempio di un elettrocardiogramma normale
Esempio di un elettrocardiogramma normale

Non cercate la perfezione nei segni, anatomie diverse possono rientrare in “limiti della norma” in quanto le strutture toraciche, l’età, il sesso e tanti altri fattori comportano vari risultati possibili, siate perfezionisti sull’esecuzione tecnica piuttosto.

Al raggiungimento di questo risultato qualsiasi operatore sanitario deve porsi in maniera interrogativa per carpire, non per forza con obiettivo diagnostico, che è una prerogativa medica, l’eventuale presenza o meno di segni patologici tramite un’interpretazione dell’elettrocardiogramma, il cui articolo che consigliamo è nel box qui sotto.

Ma per anticiparvi immediatamente qualche “trucco” ricordate di individuare sul tracciato la derivazione aVF: è l’unica derivazione specularmente negativa dove tutte le altre tendono ad essere positive (onda R verso l’alto), se non è così riverificate la procedura d’accapo, è probabile che l’elettrocardiogramma non sia stato eseguito correttamente.

Come imparare a interpretare l’elettrocardiogramma facilmente?

Cerchi un manuale per imparare a leggere e interpretare l’elettrocardiogramma in maniera semplice ed efficace? È disponibile sul sito Maggioli e su Amazon “ECG Facile: dalle basi all’essenziale” il manuale per imparare a interpretare l’elettrocardiogramma.

Un testo pensato principalmente per professionisti sanitari non medici che vogliano possedere la giusta dimestichezza con quest’arte.

Il manuale ha il solo scopo di farvi sviluppare un unico superpotere: saper discriminare un tracciato normale da uno patologico, sapere quando dovrete segnalarlo al medico, e possibilmente salvare la vita del paziente.

Questo articolo, infatti, è solo una piccola parte del manuale “ECG Facile: dalle basi all’essenziale” se ti interessa l’argomento perché non dargli un’occhiata?

ECG facile: dalle basi all’essenziale

FORMATO CARTACEO

ECG facile

Quando un infermiere entra in un nuovo contesto lavorativo, viene investito da un’onda di gigantesche proporzioni di protocolli, nozioni, dinamiche, relazioni e migliaia di cose da sapere. Fortunatamente, però, la saggezza professionale insegna che le cose hanno, alla fine, sempre la stessa dinamica: prima è tutto difficile, poi diventa normale, e prima o poi le cose si faranno semplici. È un ciclo che si ripete. Quale che sia il reparto o il servizio, prima si affronterà la montagna e prima si potrà godere della vista incantevole dei picchi a fianco delle nuvole, e scendere a valle soddisfatti del cammino, pronti per la prossima sfida. L’interpretazione dell’elettrocardiogramma è una di queste sfide. Lo scopo di questo breve manuale è guidare il sanitario, per quanto sia possibile, verso il pendio più semplice da scalare, aiutandolo passo dopo passo ad acquisire gli strumenti per non cedere mai di fronte alle avversità. A differenza dei numerosi manuali di autoapprendimento all’interpretazione dell’ECG disponibili nelle librerie e sul mercato, questo testo non è stato pensato per medici, ma è scritto e pensato per il personale sanitario come l’infermiere o, se volete, il tecnico sanitario perfusionista o di radiologia, che ogni giorno si confrontano con questo meraviglioso strumento di indagine. Il manuale tra le vostre mani ha il solo scopo di farvi sviluppare un unico superpotere: saper discriminare un tracciato normale da uno patologico, sapere quando dovrete segnalarlo al medico, e possibilmente salvare la vita del paziente. Scusate se è poco! Dario Tobruk Infermiere di area critica, ha lavorato in Cardiologia e UTIC e si è specializzato in ambito cardiologico. Da sempre persegue l’obiettivo di occuparsi di informazione, divulgazione e comunicazione medico-scientifica. In collaborazione con la casa editrice Maggioli, ha fondato dimensioneinfermiere. it, che tuttora dirige.

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