Quando e come misurare la pressione arteriosa? Con lo sfigmomanometro, ogni volta che è necessario farlo. Si tratta di una procedura semplice, non invasiva e che può essere facilmente appresa da tutti. In questo articolo spiegheremo come controllarla in modo semplice e, per i più curiosi, daremo anche una breve panoramica sulla fisiologia cardiaca per comprendere tutti i segreti di un parametro vitale fondamentale per la salute di tutti noi
Indice
Che cosa è la pressione arteriosa?
Pressione arteriosa massima e minima: cosa significa?
Pressione arteriosa sistolica o massima: quando il cuore si è caricato a molla, grazie alla contrazione dei muscoli cardiaci delle camere ventricolari, la pressione all’interno del ventricolo supera quella presente all’esterno delle camere, aprendo la valvola aortica. Maggiore sarà la pressione in aorta, più il cuore dovrà sforzarsi per vincerla così da riuscire a spingere il sangue fuori dai ventricoli, ma di conseguenza, maggiore sarà anche la pressione arteriosa sistolica al termine della sua massima eiezione.
Tutto ciò è ben definito dal diagramma di Wiggers, dove si nota che il plateu della curva di eiezione corrisponde alla pressione massima (o pressione sistolica).
Come si misura la pressione arteriosa con lo sfigmomanometro?
Attenzione! Esistono numerose controindicazioni alla misurazione della pressione arteriosa e devono essere prese in considerazione prima di applicare il manicotto nell’arto:
- fistola arterovenosa per dialisi;
- infezioni dell’arto;
- ferite chirurgiche e di qualsiasi natura;
- compromissioni del circolo;
- mastectomia;
- ecc…
Procedura per misurare la pressione
Una volta che abbiamo scelto l’arto giusto, abbiamo posizionato e tranquillizzato la persona, posizioniamo il manicotto intorno al braccio e iniziamo la procedura:
- appoggiare il fonendoscopio in zona cubitale all’altezza del polso brachiale, o eventualmente è possibile incastonare parte della campana all’interno del manicotto, procedura parzialmente corretta ma che lascia libera una mano per eseguire un doppio controllo del polso radiale;
- posizionare due dita della mano libera sul polso radiale del paziente (serve per doppia conferma);
- indossare il fonendoscopio alle orecchie pronto ad ascoltare l’arteria brachiale;
- assicurarsi che la valvolina a vite della pompetta sia chiusa, quindi gonfiare il manicotto e attenzionare la presenza di toni cardiaci al fonendo e contemporaneamente al polso;
- gonfiare delicatamente fino a che non si smetterà di sentire pulsazioni cardiache al polso, quindi gonfiare per altri 20/30 mmHg;
- attendere qualche secondo, verificare l’assenza di toni sia dal fonendo che dal polso.
- ora saremo pronti per auscultare i toni di Korotkoff utili per rilevare i valori della pressione sistolica e diastolica.
- Aprire leggermente la valvola a vite per sgonfiare il manicotto e tenere sempre a vista il barometro aneroide;
- al primo tono (vedi l’immagine qui sotto) che sentiremo saremo di fronte alla pressione arteriosa sistolica, segnarsi mentalmente il valore in mmHg;
- continuare a sgonfiare il bracciale, ascoltando e riconoscendo tutti i restanti toni dal secondo fino all’ultimo.
- L’ultimo tono di Kortkoff che riusciremo a sentire corrisponde all’interruzione di qualsiasi pulsazione e quindi rumori: quando smetteremo di sentire pulsazioni al fonendoscopio saremo di fronte al valore della pressione arteriosa diastolica.
- sgonfiare completamente il manicotto e rimuoverlo dall’arto della persona;
- verificare la presenza del polso radiale;
- documentare i valori.
Quali sono i valori normali della pressione
- valori normali: PAS <130 e PAD <80 mmHg;
- normale-alta: PAS 130-139 mmHG e PAD 85-89 mmHg;
- ipertensione arteriosa di I° grado: PAS 140-159 mmHg e PAD 90-99 mmHg;
- ipertensione arteriosa di II° grado: PAS ≥ 160 mmHg e PAD ≥ 100 mmHg;
- ipertensione sistolica isolata: PAS ≥ 140 mmHg e PAD ≤ 90 mmHg;
Come prendersi cura dei propri cari a casa
Assistere a casa
Da chi svolge quotidianamente un lavoro a contatto con le persone malate e i loro contesti famigliari, e che affronta con loro tutto quello che può accadere dentro le case durante l’assistenza domiciliare, nasce questo agile e utilissimo manuale. Non è un testo enciclopedico, non vuole avere, per spirito degli autori stessi, la presunzione di risolvere qualsiasi problema si possa presentare nel corso dell’assistenza domiciliare. Un’assistenza domiciliare non può prescindere dalla possibilità di effettuare a domicilio le cure necessarie ed eventuali esami diagnostici. per questo c’è bisogno di creare un équipe ben addestrata di sanitari coordinati fra loro, di assicurare una reperibilità 24 ore su 24, e di avere la certezza di una base di riferimento, fulcro importantissimo, quale la famiglia e i volontari. Proprio loro infatti rappresentano il raccordo essenziale tra il paziente e il professionista. spesso si trovano a confrontarsi con una realtà diversa, piena di incognite. Devono essere edotti sui diversi aspetti della malattia ma è fondamentale che conoscano il confine entro cui muoversi e quando lasciar posto al personale sanitario. Conoscere significa non ignorare e non ignorare significa non aver paura: una flebo che si ferma non deve creare panico nei famigliari o nel volontario, anche perché essendo loro il punto di riferimento per il paziente sono loro i primi a dare sicurezza e questo avviene solo se si conoscono i problemi. Il testo cerca perciò di porre l’attenzione sulle necessità più importanti, sui dubbi più comuni, sulle possibili situazioni “difficili” che a volte divengono vere urgenze, non dimenticando i piccoli interrogativi che spesso sono sembrati a noi stessi banali ma che, al contrario, sono stati motivo di forte ansia non solo per il paziente ma anche per i famigliari e per i volontari alle prime esperienze. Giuseppe Casale, specialista oncologo e gastroenterologo, è fondatore dell’Associazione, Unità Operativa di Cure Palliative ANTEA, di cui è anche Coordinatore Sanitario e Scientifico. Membro di molte Commissioni del Ministero della Sanità in ‘Cure Palliative’, è autore di diverse pubblicazioni, nonché docente in numerosi Master Universitari. Chiara Mastroianni, infermiera esperta in cure palliative, è presidente di Antea Formad (scuola di formazione e ricerca di Antea Associazione), e membro del comitato scientifico dei Master per infermieri e medici in cure palliative dell’ Università degli studi di Roma Tor Vergata.
Chiara Mastroianni, Giuseppe Casale | Maggioli Editore 2011
15.20 €
Quando controllare la pressione arteriosa?
- la mattina, a riposo, prima della terapia;
- il pomeriggio, post-prandiale, per verificare gli effetti della terapia;
- la sera, per verificare effetti della terapia o presenza di ipertensione;
In caso di dubbio o sospetto clinico, il medico può optare per l’Holter pressorio delle 24 ore, con cui è possibile diagnosticare un’ipertensione arteriosa quando il valore medio nelle 24 ore sia maggiore o uguale a PAS ≥ 130 mmHg e PAD ≥ 80 mmHg.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram)
- Unger, Thomasa; Borghi, Claudiob; Charchar, Fadic,d,e; et al. 2020 International Society of Hypertension global hypertension practice guidelines, Journal of Hypertension: June 2020 – Volume 38 – Issue 6 – p 982-1004 doi: 10.1097/HJH.0000000000002453
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