Sospesa l’infermiera organizzatrice della sfilata no pass coi pigiami a righe

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È infermiera una delle organizzatrici del corteo No pass andato in scena lo scorso sabato 30 ottobre a Novara. Una manifestazione particolare, con pettorine a strisce verticali bianche e grigie, numeri di identificazione attaccati e corde con nodi per ricordare il filo spinato.

‘Non volevamo paragonarci ad Auschwitz’

Non volevamo accostarci agli ebrei, ma in generale ai deportati. Perché noi siamo una minoranza: ci definiscono terrapiattisti, No vax, fascisti. Tutte storture” ha spiegato a Repubblica l’infermiera G. P., che ha aggiunto: Non volevamo paragonarci ad Auschwitz, se avessi voluto scegliere un campo avrei scelto Dachau in cui c’erano i politici, tutte le minoranze”.

Fatto sta che si è trattato di una protesta forte, con contenuti che hanno generato un vespaio di polemiche, l’indignazione dei cittadini novaresi, ma soprattutto l’ira funesta del sindacato di cui la professionista fa parte e dell’azienda ospedaliera in cui la sanitaria lavora.

Sospesa dal sindacato e dal servizio

Fsi-Usae, infatti, le ha revocato tutte le cariche in quanto, come spiegato dal segretario generale Adamo Bonazzi, “Come Fsi-Usae diciamo subito che prendiamo le distanze da questi comportamenti che non possono essere in alcun modo giustificati indipendentemente dalle ragioni che vi stanno alla base.

La federazione si è espressa con chiarezza sulla questione vaccinale ribadendo la propria linea a Governo e Parlamento con atti ufficiali; a nessuno dei dirigenti che la rappresenta Fsi-Usae può consentire, né ora né mai, di gettare nel cestino la linea politico-sindacale della federazione e agire a titolo personale nel  mentre si fregia degli incarichi del sindacato”.

L’Aou: ‘Contenuti vergognosi’

Anche l’Azienda Ospedaliera “Maggiore della Carità”, dove la sanitaria presta servizio, ha confermato ieri la sua sospensione. E ciò era ampiamente prevedibile, viste le recenti parole del direttore generale Gianfranco Zulian, che aveva evidenziato come “nel comportamento della nostra dipendente, tra l’altro stigmatizzato anche dal suo sindacato di riferimento rileviamo un grave danno d’immagine nei confronti dell’Aou.

Pur rispettando il diritto di chiunque di manifestare non possiamo non rilevare i contenuti vergognosi e indegni di una società civile quale la nostra. Paragonare le norme sul Green pass ai campi di sterminio è un abominio che dimostra anche l’assoluta mancanza di conoscenza di quel terribile periodo storico”.

Autore: Alessio Biondino

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