Un solo infermiere per 85 pazienti, i sindacati: “Turni abominevoli”

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La carenza di infermieri sta diventando un dramma nazionale. Non per le aziende, per carità, che trovano quasi sempre il modo di fare di necessità virtù (VEDI Super OSS e altre formule volte al risparmio), ma per i pazienti e per i lavoratori decisamente sì. E capita così che in alcuni casi le RSA italiane si trasformino in veri e propri lager, con il servizio infermieristico soppresso di notte (VEDI) o con un solo professionista per 90 pazienti. E non solo perché gli infermieri non si trovano… Bensì perché, cavalcando questo periodo di estrema carenza ed utilizzandolo forse come scusa, alcune aziende effettuano volutamente tagli al personale.


Il nuovo scempio, descritto da Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, sta avendo luogo nel maceratese e nell’occhio del ciclone è finito il gruppo Kos Care, che gestisce il personale della Rsa santa Maria in Chienti di Montecosaro. Il progressivo aggravamento delle condizioni di lavoro del personale, infatti, sta toccando livelli decisamente insostenibili: «Riduzione del personale, turni abominevoli e assistenza ai pazienti ridotta al minimo. Basta speculare sulla pelle dei lavoratori» lamentano i sindacati.

Che continuano (VEDI Cronache Maceratesi), addentrandosi nei dettagli di quest’ennesima triste parentesi della nostra sanità, figlia di una scellerata programmazione che nel tempo ha prodotto solo disastri: «Gli infermieri sono stati ridotti drasticamente, da 12 a 9 complessivi, riducendo da due a uno gli infermieri di notte con 85 pazienti su due piani di lavoro. Immaginiamo la gravità del turno con un solo infermiere qualora si trovi a gestire due o più urgenze su due piani diversi.


Ovviamente i carichi di lavoro sono aumentati, generando l’uscita sistematica dei dipendenti fuori orario, sino ad un’ora oltre il dovuto, mai retribuito dall’ente. È bene sottolineare che gli infermieri seguono oltre alla parte tecnico assistenziale anche molte incombenze burocratiche e di relazione con ospiti, familiari, medici di base e specialisti, ovvero minutaggio che viene sottratto all’assistenza diretta al paziente, già ridotta al minimo. Dai tabulati mensili abbiamo appurato incremento orario individuale, conseguenza delle scelte scellerate del gruppo».

Lo scorso novembre, i vertici del gruppo Kos Care hanno coinvolto i sindacati per comunicare l’intenzione di ridurre drasticamente i costi tramite tagli orizzontali, coinvolgendo il personale. Ne è nato qualcosa di incredibile (o quasi): «Coadiuvati dagli Rsu aziendali, prima dell’inizio di questi turni abominevoli abbiamo richiesto alla direzione una sospensione della riorganizzazione, in attesa di confrontare il nuovo assetto con il parere del settore accreditamento della Regione Marche».


Ebbene, «Su interpello di Fp Cgil, Csl Fp, Uil Fpl, la valutazione è arrivata di recente e, come potete immaginare, smentisce categoricamente quanto previsto dal gruppo Kos nella riorganizzazione. Nell’ultimo incontro sindacale tenuto il 24 marzo con la direzione del gruppo Kos Care, si sono raggiunti i caratteri del grottesco: il gruppo non intende riconoscere quanto enunciato dal settore accreditamento della Regione Marche».

I sindacati sottolineano: «Facciamo presente che i turni di servizio ed i relativi carichi di lavoro devono essere fatti per i lavoratori e non contro di loro. Sono strumenti per rendere il servizio all’utenza adeguato e devono tenere conto delle esigenze oggettive degli operatori in modo da non gravare sullo stato psico-fisico individuale, come sancito dal d.lgs 81 08 T.U. sicurezza sul lavoro. Abbiamo appurato che la patologia dello stress da lavoro correlato sta aumentando vertiginosamente tra gli operatori della Rsa di Montecosaro, senza che l’azienda intraprenda adeguati correttivi».


Ed è perciò arrivata, inevitabile, la denuncia delle organizzazioni sindacali all’ispettorato del lavoro territoriale: «Abbiamo inoltre sollecitato l’ufficio tecnico competente in materia di sanità privata della Regione Marche a convocarci per chiarire quanta spesa è prevista nella retta per il personale e per i pazienti, poiché sono risorse dei cittadini marchigiani e vanno calibrate in modo trasparente nonché parsimonioso. Kos Care, basta speculare sulla pelle dei lavoratori, prima con il mancato rinnovo del contratto fermo da 11 anni, ed ora anche con turni di servizio massacranti per i lavoratori, rammentando che esiste anche un profitto equo e non solo speculativo».

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La valutazione del paziente con ulcere croniche

FORMATO CARTACEO

La valutazione del paziente con ulcere croniche

Quando, nelle corsie dei reparti, o dai lettini degli ambulatori, oppure durante gli eventi formativi o in occasione degli stage/ tirocini dei corsi di laurea e master universitari, si pone la fatidica domanda: “Cosa serve per ottenere la guarigione di un’ulcera cronica?”, comunemente la risposta è un lungo elenco di medicazioni, dispositivi e tecnologie tra i più disparati. Oggi più che mai è invece necessario (ri)orientare l’assistenza limitata e limitante generata da questa prospettiva che non riesce ad andare oltre al “buco che c’è nella pelle”, restituendo centralità alla persona con lesioni cutanee; occorre riaffermare che il processo di cura deve essere basato su conoscenze approfondite, svincolate da interessi commerciali, fondate su principi di appropriatezza, equità, sostenibilità e in linea con il rigore metodologico dell’Evidence Based Nursing/Medicine che fatica ad affermarsi. Questo testo, pensato e scritto da infermieri con pluriennale esperienza e una formazione specifica nel settore del wound management, propone nozioni teoriche e strumenti pratici per capire quale ulcera e in quale paziente abbiamo di fronte, e de- finire quali obiettivi e quali esiti dobbiamo valutare e devono guidare i nostri interventi. Nello specifico, la prima sezione del volume affronta alcune tematiche propedeutiche alla valutazione delle ulcere croniche, offrendo al lettore una discussione approfondita sui meccanismi della riparazione tessutale normale e quelli attraverso cui un’ulcera diventa cronica; segue una panoramica di questa tipologia di lesioni cutanee. La seconda sezione entra nel dettaglio delle varie fasi in cui si articola il percorso strutturato della valutazione con cui realizzare la raccolta di informazioni e dati sulla base dei quali formulare un giudizio clinico e guidare, in maniera consapevo- le e finalizzata, gli interventi di trattamento delle ulcere croni- che, come è richiesto ai professionisti della salute di oggi.Claudia Caula, infermiera esperta in wound care. Direzione delle Professioni Sanitarie. AUSL Modena.Alberto Apostoli, podologo; infermiere esperto in wound care; specialista in assistenza in area geriatrica; specialista in ricerca clinica in ambito sanitario. Azienda ASST Spedali Civili di Brescia.Angela Libardi, infermiera specializzata in wound care. ASST Sette Laghi – Varese.Emilia Lo Palo, infermiera specializzata in wound care. Ambulatorio Infermieristico Prevenzione e Trattamento Lesioni Cutanee; Direzione delle Professioni Sanitarie. Azienda ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Claudia Caula – Alberto Apostoli – Angela Libardi | Maggioli Editore 2018

Alessio Biondino