“Non ci sono infermieri? Pazienza, prendiamoli nei paesi extra Ue”

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Non si sa più dove reperire infermieri. O meglio… A certe condizioni lavorative e con proposte ai limiti della decenza, è sempre più difficile trovarne di disponibili. Tanto che in Liguria, si sta correndo ai ripari provando a pescarne in tutto il mondo, proponendo convenzioni tra l’Università di Genova e gli atenei di altre nazioni. 

Del tema si è discusso attraverso un’interrogazione del consigliere regionale Pd Davide Natale, che chiedeva delucidazioni circa la stabilizzazione del personale sanitario con contratto interinale: «Anche in Liguria questa possibilità diventerà realtà, il governo Draghi aveva già previsto che questa tipologia di lavoratori venisse stabilizzata, ma inspiegabilmente le diverse Asl non hanno dato seguito a questa direttiva.


Questo è un atto di giustizia nei confronti dei tanti lavoratori che erano ancor più precari di coloro che avevano un contratto a tempo determinato e che oggi possono raggiungere il traguardo della stabilizzazione: una politica che ora deve essere estesa a tutti gli altri professionisti della sanità pubblica in attesa di una stabilizzazione».

Ma tra professionisti che scappano nei meandri del privato, in altri paesi e addirittura dall’infermieristica stessa, e con i giovani che non scelgono più di studiare da infermiere, sembra proprio che i numeri (a breve, medio e lungo termine) in regione non bastino per tenere in piedi il sistema.


Ed ecco qui la proposta, formulata dal presidente della commissione regionale Sanità (il leghista Brunello Brunetto, VEDI AdnKronos) per rimpinguare in qualche modo il personale infermieristico: «Se non c’è, è necessario aumentarne il numero, anche attingendo dall’estero. Compreso il personale proveniente da Paesi extra Ue che diano garanzia di standard formativi almeno pari a quelli del nostro Paese».

Perciò il leghista suggerisce «specifiche convenzioni tra l’Università di Genova e altri atenei di nazioni straniere». Anche perché, come risposto a un’interrogazione in aula dall’assessore Angelo Gratarola, «l’attuale capacità formativa dell’Università di Genova non è in grado di soddisfare il fabbisogno del territorio: nel 2023, in linea con gli anni precedenti, il numero di studenti in grado di conseguire la laurea triennale è di circa 500.


Si può quindi ipotizzare che, a seguito delle sessioni di laurea di marzo-aprile e di ottobre-novembre 2023, almeno 450 nuovi infermieri formati in Liguria saranno disponibili per le esigenze del mercato del lavoro. Il restante fabbisogno, al momento, è soddisfatto mediante professionisti provenienti da altre regioni, ma si auspica che progressivamente l’ateneo possa potenziare la propria capacità formativa e arrivare a formare il numero di infermieri ritenuto sufficiente per le esigenze del sistema sanitario regionale».

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La valutazione del paziente con ulcere croniche

FORMATO CARTACEO

La valutazione del paziente con ulcere croniche

Quando, nelle corsie dei reparti, o dai lettini degli ambulatori, oppure durante gli eventi formativi o in occasione degli stage/ tirocini dei corsi di laurea e master universitari, si pone la fatidica domanda: “Cosa serve per ottenere la guarigione di un’ulcera cronica?”, comunemente la risposta è un lungo elenco di medicazioni, dispositivi e tecnologie tra i più disparati. Oggi più che mai è invece necessario (ri)orientare l’assistenza limitata e limitante generata da questa prospettiva che non riesce ad andare oltre al “buco che c’è nella pelle”, restituendo centralità alla persona con lesioni cutanee; occorre riaffermare che il processo di cura deve essere basato su conoscenze approfondite, svincolate da interessi commerciali, fondate su principi di appropriatezza, equità, sostenibilità e in linea con il rigore metodologico dell’Evidence Based Nursing/Medicine che fatica ad affermarsi. Questo testo, pensato e scritto da infermieri con pluriennale esperienza e una formazione specifica nel settore del wound management, propone nozioni teoriche e strumenti pratici per capire quale ulcera e in quale paziente abbiamo di fronte, e de- finire quali obiettivi e quali esiti dobbiamo valutare e devono guidare i nostri interventi. Nello specifico, la prima sezione del volume affronta alcune tematiche propedeutiche alla valutazione delle ulcere croniche, offrendo al lettore una discussione approfondita sui meccanismi della riparazione tessutale normale e quelli attraverso cui un’ulcera diventa cronica; segue una panoramica di questa tipologia di lesioni cutanee. La seconda sezione entra nel dettaglio delle varie fasi in cui si articola il percorso strutturato della valutazione con cui realizzare la raccolta di informazioni e dati sulla base dei quali formulare un giudizio clinico e guidare, in maniera consapevo- le e finalizzata, gli interventi di trattamento delle ulcere croni- che, come è richiesto ai professionisti della salute di oggi.Claudia Caula, infermiera esperta in wound care. Direzione delle Professioni Sanitarie. AUSL Modena.Alberto Apostoli, podologo; infermiere esperto in wound care; specialista in assistenza in area geriatrica; specialista in ricerca clinica in ambito sanitario. Azienda ASST Spedali Civili di Brescia.Angela Libardi, infermiera specializzata in wound care. ASST Sette Laghi – Varese.Emilia Lo Palo, infermiera specializzata in wound care. Ambulatorio Infermieristico Prevenzione e Trattamento Lesioni Cutanee; Direzione delle Professioni Sanitarie. Azienda ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Claudia Caula – Alberto Apostoli – Angela Libardi | Maggioli Editore 2018

Alessio Biondino