Vincolo di esclusività abolito? Macché, il Governo ci ha ripensato. «È  ora che gli infermieri si facciano rispettare!»

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Contrordine: il vincolo di esclusivitàche incatena inspiegabilmente da tanti anni gli infermieri italiani alle aziende pubbliche senza la possibilità di svolgere attività libero professionale per conto proprio, non è affatto stato cancellato dal Governo: è stato solo sospeso fino al 31 dicembre 2025.

Avete capito bene: nonostante i festeggiamenti e i brindisi degli ultimi due giorni, con tanto di esultanza al grido di “risultato storico” da parte della FNOPI, consultando la Gazzetta Ufficiale n. 76 del 30 marzo 2023 e leggendo l’art. 13 del Decreto Energia (varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso martedì 28 marzo) gli infermieri italiani si sono ritrovati di fronte all’ennesima amara realtà; ma soprattutto all’ennesima presa per i fondelli.


Nell’articolo 13 «Misure per gli operatori delle professioni sanitarie di cui all’articolo 1 della legge 1° febbraio 2006, n. 43», infatti, è riportato chiaramente: «1. All’articolo 3-quater del decreto-legge 21 settembre  2021, n. 127, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 novembre 2021, n. 165, il comma 1 è sostituito dal seguente: “1. Fino al 31 dicembre 2025, agli operatori delle professioni sanitarie di cui  all’articolo 1 della legge 1° febbraio 2006, n. 43, appartenenti al personale del comparto sanità, al di fuori dell’orario di servizio non si applicano le incompatibilità di cui all’ articolo 4, comma 7, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, e  all’articolo 53 del  decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Il Ministero della salute effettua annualmente il monitoraggio delle autorizzazioni concesse e dei tassi di assenza e dei permessi fruiti dal personale autorizzato”».


Le reazioni, contrastanti e a tratti incredule da parte del mondo infermieristico non si stanno facendo attendere. Come dichiarato da Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up, «ci troviamo nella condizione di raccontare alla collettività e soprattutto ai professionisti della sanità, a quegli infermieri che guardiamo ogni giorno negli occhi, che come nel caso della bella Penelope, quello che viene meravigliosamente costruito di giorno, viene disfatto di notte».

Più cauta, è la posizione di Andrea Bottega (segretario nazionale Nursind): «Preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno e credere che le ultime novità contenute nella versione finale del decreto Energia, tra cui la limitazione temporale allo stop al vincolo di esclusività per infermieri e ostetriche, siano solo una doverosa forma di cautela a tutela del Servizio sanitario nazionale.


La misura, del resto, nasce con lo scopo preciso di coprire un’esigenza di organico sui territori. È giusto quindi poter testare gli effetti sul nostro Ssn, che è prioritario non resti sguarnito e continui ad essere baluardo e punto di riferimento per le cure dei cittadini.

E lo è altrettanto verificare la risposta che arriverà dagli stessi infermieri, anche alla luce degli aspetti fiscali e previdenziali ancora da definire. In attesa che prenda forma, naturalmente, una legge organica sul tema, in grado di riconoscere un progressivo e consistente aumento dell’autonomia professionale».


Non fa sconti al Governo, invece, l’infermiere legale Matteo Giuseppe Incaviglia: «Una manina notte tempo ha sostituito l’art. 11 con l’art 13 del D.L.  30 marzo 2023, n. 34 Cosiddetto decreto bollette, aggiungendo la locuzione “fino al 31 dicembre 2025” così mantenendo quelli che io ho sempre definito leggi anacronistiche, immorali, discriminatorie, classiste oltreché dannose per il SSN.

Nell’attesa di capire l’identità della manina non possiamo che mostrare tutta la nostra indignazione per le discriminazioni contenute in questo sistema dove ad alcune categorie è permesso di svolgere la libera professione e di percepire un più che congrua indennità di esclusività, mentre la stessa cosa è negata agli Infermieri e a tutte le altre categorie cosiddette “non medici”.


Ora la FNOPI e i Sindacati di categoria hanno i canonici 60 giorni di tempo per pretendere la cancellazione della vergognosa locuzione (fino al 31 dicembre 2025) in sede di conversione.

Non si comprende perché gli Infermieri dovrebbero guardare il bicchiere mezzo pieno come affermato da qualcuno, mentre altre categorie il bicchiere lo bevono sempre strapieno da anni o meglio da decenni.

È tempo che gli Infermieri si facciano rispettare e non continuare ad essere i factotum del sistema !!!

Ma pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca diceva un celebre politico, forse qualcuno non vuole che gli infermieri e gli altri professionisti possano svolgere la libera professione e soprattutto abbiano il sacrosanto diritto a percepire l’indennità di esclusività lautamente pagata ad altri?

Il sospetto è legittimo».

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Alessio Biondino