L’infermiere Marco è virale sui social, peccato che non esista

Dario Tobruk 25/06/25

Una mattina compare su Facebook il post dell’infermiere Marco, capace di commuovere migliaia di persone su Facebook. Peccato sia tutto finto. Ma anche se Marco non esiste, nemmeno noi siamo messi bene.

L’Infermiere Marco che non viene salutato abbastanza

La mattina presto di lunedì 23 giugno compare per la prima volta su Facebook l’infermiere Marco: un bel viso imbronciato, occhi sbrilluccicanti, la divisa verde di un reparto qualsiasi e una presentazione ai limiti:
Sono Marco. Sono un infermiere. E oggi ho pianto nel corridoio”.

Seguono una serie di gesti assistenziali strappalacrime, spesso segnali evidenti di demansionamento – “Oggi ho lavato i capelli a un anziano” (ma chi c’è l’ha il tempo?), fino alla chiusura perfetta: “Non chiedo applausi. Chiedo solo che mi si dica: Ciao, Marco”.

Marco viene salutato da migliaia di persone

Non serve aggiungere altro, Marco. Migliaia di condivisioni, decine di migliaia di commenti, centinaia di migliaia di like. Il popolo di Facebook ti ha salutato fin troppo.

Peccato che Marco non esista. Eh già!

Non solo perché nessun infermiere reale pubblicherebbe mai qualcosa del genere: condividendo importanti confidenze con i pazienti, e chiedendo una smodata e inopportuna attenzione sui social, al limite della radiazione dall’Ordine, della violazione del segreto e del decoro professionale.

Ma soprattutto per alcuni, decisivi, indizi… Basta infatti, soltanto guardare meglio Marco, e alcuni dettagli (vedi immagine a fine paragrafo), per scoprire che, effettivamente, Marco non esiste:

  • Il cartello verde con l’omino in fuga mostra una scritta assurda: “cardignò dinofinò”. Non è italiano, né una lingua reale. Il cartellone dietro Marco presenta un mix di icone sanitarie e testi incomprensibili. Le lettere sembrano casuali, senza senso semantico o grammaticale.
  • Il nome della barretta energetica “STRETFREAK” o qualcosa di simile, non ha un senso commerciale e mai vista in Italia.
  • L’infermiere sullo sfondo, in fondo al corridoio, ha proporzioni innaturali, specialmente nella testa e nelle spalle.
  • In basso a destra compare la scritta “Picture form AI” (che poi dovrebbe essere “from”).

L’immagine del Buon Infermiere Marco è stata fatta con intelligenza artificiale: c’è proprio scritto in fondo all’immagine realizzata con intelligenza artificiale.

Giovane uomo in divisa da infermiere piange in corsia ospedaliera; l’immagine è falsa e generata con intelligenza artificiale, presenta cartelli illeggibili, snack inventato e watermark “Picture form AI”.
L’“infermiere Marco”: commuove migliaia di utenti, ma è un falso.
Cartelli senza senso, oggetti inesistenti e watermark svelano l’inganno.

E il testo è stato scritto per attirare nella rete della sentimentalità a buon mercato migliaia di utenti, che in cambio della loro attenzione forniscono alla pagina, adesso con più di 100mila follower, diffusione del post, aumento di utenti e, con essi, probabilmente marketing e chissà cos’altro, spingendo chi la gestisce a inventare storie assurde e sentimentali per qualche (centinaia di migliaia) di like.

Marco sarà pure fatto con l’IA, ma alcuni di noi sono ancora reali

Se anche tu sei un infermiere reale, devi sapere che anche “ECG Facile: dalle basi all’essenziale” di Dario Tobruk, con reale infermiere esperienza in cardiologia e divulgazione medico-scientifica, è un testo non generato da intelligenza artificiale, ma anzi che continua a ricevere un numero crescente di recensioni positive su Amazon, per la sua semplicità e chiarezza.

Se anche tu non vuoi farti fagocitare dall’insensatezza e dall’irrealtà ti consigli di prendere in considerazione l’opportunità di fare qualcosa di buono, (lo dirò un’ultima volta) e di reale. Imparare a interpretare l’elettrocardiogramma in maniera semplice e sicura.

È disponibile anche su MaggioliEditore.it. Questo manuale ti aiuterà a comprendere meglio i meccanismi del cuore e le sue funzioni. In generale, se sei interessato alla medicina e alla cardiologia, sarà un’ottima risorsa per apprendere le basi essenziali della lettura dell’ECG.

ECG facile: dalle basi all’essenziale

FORMATO CARTACEO

ECG facile

Quando un infermiere entra in un nuovo contesto lavorativo, viene investito da un’onda di gigantesche proporzioni di protocolli, nozioni, dinamiche, relazioni e migliaia di cose da sapere. Fortunatamente, però, la saggezza professionale insegna che le cose hanno, alla fine, sempre la stessa dinamica: prima è tutto difficile, poi diventa normale, e prima o poi le cose si faranno semplici. È un ciclo che si ripete. Quale che sia il reparto o il servizio, prima si affronterà la montagna e prima si potrà godere della vista incantevole dei picchi a fianco delle nuvole, e scendere a valle soddisfatti del cammino, pronti per la prossima sfida. L’interpretazione dell’elettrocardiogramma è una di queste sfide. Lo scopo di questo breve manuale è guidare il sanitario, per quanto sia possibile, verso il pendio più semplice da scalare, aiutandolo passo dopo passo ad acquisire gli strumenti per non cedere mai di fronte alle avversità. A differenza dei numerosi manuali di autoapprendimento all’interpretazione dell’ECG disponibili nelle librerie e sul mercato, questo testo non è stato pensato per medici, ma è scritto e pensato per il personale sanitario come l’infermiere o, se volete, il tecnico sanitario perfusionista o di radiologia, che ogni giorno si confrontano con questo meraviglioso strumento di indagine. Il manuale tra le vostre mani ha il solo scopo di farvi sviluppare un unico superpotere: saper discriminare un tracciato normale da uno patologico, sapere quando dovrete segnalarlo al medico, e possibilmente salvare la vita del paziente. Scusate se è poco! Dario Tobruk Infermiere di area critica, ha lavorato in Cardiologia e UTIC e si è specializzato in ambito cardiologico. Da sempre persegue l’obiettivo di occuparsi di informazione, divulgazione e comunicazione medico-scientifica. In collaborazione con la casa editrice Maggioli, ha fondato dimensioneinfermiere. it, che tuttora dirige.

 

Dario Tobruk | Maggioli Editore 2021

L’infermiere Marco non esiste, ma nemmeno noi siamo messi bene.

Non è un caso isolato. La pagina è piena di storie verosimili. Madri ignorate, bambini dimenticati, medici soli nel giorno del compleanno.

È un sistema ben oliato, di certo non inventato dai professionisti del buongiornissimo, che sfrutta l’emotività per generare traffico.

L’elemento umano, l’empatia, la cura diventano strumenti di marketing. Le storie non servono a informare: servono a performare engagement.

Il problema non è solo etico. È qualcosa di più sottile e pericoloso: l’assuefazione alla finzione. Più i contenuti generati dall’IA diventano normali, più si fa difficile distinguere il vero dal falso.

Se oggi un finto infermiere ci strappa un “Ciao Marco”, domani un finto testimone potrebbe seminare bufale sanitarie, complotti, propaganda.

Marco non esiste, ma nemmeno noi siamo messi bene.

Ingenui noi a pensare che il pericolo dei nuovi media e dei social fosse l’infodemia. Qui il rischio è che la linea tra realtà e finzione diventa ogni giorno sempre più sfumata.

E che, mentre ci commuoviamo per immagini fatte dalle IA e storie scritte da un algoritmo, perdiamo del tutto la capacità, e forse la voglia, di cercare di capire la verità che ci sta attorno, o davanti lo schermo.

Una verità che era lì, sotto gli occhi di tutti: in basso a destra, dove c’era scritto che Marco non esiste. Marco è “from AI”.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Dario Tobruk

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