Scale di valutazione del dolore: una guida infermieristica

Dario Tobruk 01/08/25

Le scale di valutazione del dolore sono strumenti essenziali nella pratica clinica per identificare, quantificare e monitorare l’intensità del dolore percepito dal paziente.

Utilizzata quotidianamente da infermieri e operatori sanitari, consente di trasformare un’esperienza soggettiva in un dato utile per guidare le decisioni terapeutiche e migliorare la qualità dell’assistenza. Nell’articolo una panoramica sulle scale di misurazione del dolore più utilizzate nella pratica clinica.

Indice

Quali sono gli strumenti per valutare il dolore?

La valutazione del dolore rappresenta un passaggio cruciale nell’assistenza infermieristica, specialmente nei momenti più delicati della vita del paziente e nel trattamento di numerose patologie.

Il dolore fisico, infatti, è spesso intrecciato a una rete complessa di fattori psicologici, emotivi e sociali che ne amplificano l’intensità, rendendo l’esperienza particolarmente gravosa.

La paura della sofferenza, la mancanza di speranza e persino l’attesa stessa del dolore contribuiscono a generare ansia e immobilità, con ripercussioni che coinvolgono non solo il paziente, ma anche la sua famiglia. Questa situazione può dar luogo ad atteggiamenti estremi, oscillanti tra l’aggressività e la rassegnazione.

Per affrontare efficacemente questa condizione, la gestione del dolore non può basarsi esclusivamente su un approccio farmacologico: serve una valutazione multidimensionale, che includa aspetti psicologici, spirituali e sociali, e che coinvolga attivamente il paziente e il caregiver.

Ma per poter gestire il dolore è prima necessario misurarlo correttamente. Ecco perché, nella pratica clinica quotidiana, l’impiego di una scala di valutazione del dolore è uno strumento essenziale. A seconda delle caratteristiche del paziente, possiamo scegliere tra diverse scale validate. In questo testo ne analizzeremo tre tra le più diffuse e adottate: la scala NRS, la scala VAS e la scala Wong-Baker FACES.

Attraverso l’analisi dettagliata e il supporto di illustrazioni, impareremo a padroneggiare lo strumento della valutazione del dolore, un elemento fondamentale nella presa in carico globale del paziente.

Scala NRS (Numeric Rating Scale o scala numerica)

La scala NRS (Downie, 1978) è una scala di valutazione del dolore che consente al paziente, inizialmente con l’aiuto del professionista sanitario e successivamente con il supporto di un familiare adeguatamente addestrato, di attribuire un punteggio al proprio dolore.

Il punteggio varia da 0, che indica l’assenza di dolore, a 10, che rappresenta il peggior dolore mai provato. La valutazione avviene rispondendo alla domanda: “Se con 0 si intende nessun dolore e con 10 il dolore più forte provato in vita sua, quanto è il dolore in questo momento?”

Lo scopo della scala NRS è quello di oggettivare un’esperienza soggettiva e monitorare nel tempo le variazioni del dolore, in particolare in risposta a trattamenti farmacologici.
Ad esempio, si può verificare se il dolore diminuisce dopo la somministrazione di un farmaco antidolorifico, osservando il calo del punteggio (es. da ‘6’ a ‘3’) e il tempo necessario per raggiungere tale miglioramento (es. entro un’ora).

Pur risultando inizialmente complessa per il paziente o il familiare, questa pratica, con il tempo, in realtà aumenta la consapevolezza dello stato del paziente, fornendo dati sempre più accurati utili per un trattamento personalizzato. Questo rende la valutazione del dolore numerica uno strumento efficace anche nel lungo periodo.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2007), non esiste un livello di dolore tollerabile sotto il quale il trattamento farmacologico non sia necessario. Ma sarà il medico a valutare, caso per caso, la particolare situazione clinica e stabilire un obiettivo terapeutico, ad esempio: mantenere il dolore sotto il valore di 3 sulla scala NRS.

Raggiungere e mantenere il dolore al di sotto di questa soglia diventa l’obiettivo principale, richiedendo una prescrizione accurata dei farmaci appropriati da parte del medico e una corretta somministrazione da parte degli infermieri o dei caregiver. Per una migliore comprensione della scala di valutazione NRS, guarda l’immagine esplicativa qui sotto:

Scala NRS rielaborata da Downie WW et al. Studies with pain rating scales. Ann Rheum Dis. 1978 Aug374378–381. doi 10.1136ard.37.4.378. Modificata da Dario Tobruk con Canva. com ver. Pro
 Scala di valutazione NRS con commenti. Rielaborata da Downie (1978). Modificata da Dario Tobruk con Canva.com Ver. Pro

Scala VAS (Visual Analogical Scale o scala analogica visuale)

Quando il paziente non è in grado di valutare o verbalizzare il proprio livello di dolore, la scala VAS, così come la NRS, può rappresentare un’alternativa efficace (Bond, 1966; Yeung, 2019).

Questa scala di valutazione del dolore si basa su una rappresentazione visiva dell’intensità del dolore percepito. Nella sua versione originale validata, si presenta come una linea lunga 10 cm, con o senza tacche a intervalli di un centimetro.

L’estremità sinistra della linea rappresenta 0, che indica l’assenza di dolore, mentre l’estremità destra rappresenta 10, il peggior dolore immaginabile.

Al paziente viene chiesto di indicare, con un dito o una penna, il punto sulla linea che meglio rappresenta il dolore percepito. Il professionista sanitario misura quindi la distanza in centimetri dal punto 0 al punto indicato, registrando il risultato. Questo consente una misurazione del dolore oggettiva e ripetibile, utile per monitorare l’evoluzione clinica.

Anche in questo caso, un’immagine vale più di mille parole, e l’illustrazione sotto riportata aiutare il lettore a padroneggiare la tecnica di valutazione visiva del dolore tramite la scala VAS.

Scala VAS rielaborata da Bond M. R. Pilowsky I. 1966. Subjective assessment of pain. The Lancet 17447 1127–1130. httpsdoi.org10.1016S0140 67366691572 X. Modificata da Dario Tobruk co
Scala VAS con commenti. Rielaborata da Bond (1966). Modificata da Dario Tobruk con Canva.com Ver. Pro

Scala Wong-Baker FACES Pain Rating Scale (o scala delle espressioni facciali)

La scala Wong-Baker FACES Pain Rating Scale, nota come scala delle espressioni facciali, è particolarmente indicata per la valutazione del dolore nei pazienti pediatrici (dai 3 agli 8 anni) e limitatamente in certi contesti anche nei pazienti adulti con che riscontrano problemi di comprensione e/o cognitivi nell’utilizzare le altre due scale di valutazione del dolore, come la VAS e la NRS (Garra, 2010).

Questa scala si basa su immagini di volti che rappresentano diverse intensità di dolore e richiede poche istruzioni.

Al bambino (o al paziente con deficit cognitivi) viene chiesto, in modo semplice e comprensibile, quanto ‘male’ sente, evitando termini complessi come ‘dolore‘.

L’interazione deve essere accompagnata da un’attenta osservazione da parte del professionista sanitario e dal contributo del familiare, che può confermare o correggere eventuali discrepanze nelle risposte del bambino, evitando sovrastime o sottostime del dolore.

Un dato rilevante è che, superata la terza faccina della scala, il medico potrebbe considerare necessario un trattamento farmacologico. Questo strumento di valutazione del dolore si rivela utile per comunicare con il bambino e monitorare l’intensità del dolore in modo intuitivo e affidabile.

La scala Wong-Baker FACES potrebbe comportare delle difficoltà per l’operatore, pertanto è necessario qualche approfondimento. È fondamentale fornire al bambino una determinata spiegazione tramite una comunicazione empatica e assertiva. Ipoteticamente, un eventuale copione di dialogo potrebbe essere instaurato su questa base:

La faccina 0 non fa per niente male. La faccina 2 fa male solo un pochino. La faccina 4 fa male un po’ di più. La faccina 6 fa ancora più male. La faccina 8 fa tanto male. La faccina 10 fa un male incredibile, anche se non è detto che tu pianga se senti così male.Se il bambino è ancora titubante: “Non ci sono risposte giuste o sbagliate, scegli solo quella che assomiglia di più a come ti senti.

Scala rielaborata da ©1983 Wong Baker FACES Foundation. www.WongBakerFACES.org Fonte immagine By Belbury Own work CC BY SA 4.0 commons.wikimedia.orgwindex.phpcurid92568509 Modificata da Dari
Immagine 16. Scala WBF con commenti. Rielaborata da Wong-Baker FACES Foundation (1983) – www.WongBakerFACES.org. Fonte immagine: By Belbury – Own work, CC BY-SA 4.0, commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=92568509. Modificata da Dario Tobruk con Canva.com Ver. Pro

L’importanza della valutazione del dolore da parte dell’infermiere

Per migliorare la qualità della vita del paziente, la valutazione del dolore non può prescindere da un approccio integrato, che tenga conto non solo dell’intensità del sintomo, ma anche delle sue ripercussioni emotive e funzionali. In questo contesto, le scale di misurazione del dolore, come la scala NRS, la scala VAS o la scala Wong-Baker, rappresentano strumenti fondamentali nell’assistenza infermieristica, poiché permettono di oggettivare un’esperienza soggettiva e di monitorare l’efficacia degli interventi terapeutici nel tempo.

L’infermiere, attraverso l’uso corretto di questi strumenti, svolge un ruolo attivo nella gestione del dolore, nel rilevamento precoce dei segnali di allarme e nella collaborazione con il medico per l’adeguamento del piano terapeutico. Il riconoscimento tempestivo dei sintomi correlati come ansia, insonnia e depressione è parte integrante della cura, e contribuisce a rompere il circolo vizioso che spesso cronicizza il dolore e ne aggrava l’impatto sul piano clinico e relazionale.

La padronanza delle scale di valutazione del dolore consente quindi non solo una misurazione più precisa, ma anche un’assistenza più umana, centrata sulla persona e orientata al miglioramento del benessere complessivo.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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