La vicenda che ha coinvolto un turista è la prova lampante di come senza una sanità adeguata anche un paradiso può trasformarsi in un inferno. A Stromboli non si garantisce nessuna ambulanza, nessun soccorritore, nemmeno un volontario. Casualità, il povero infortunato è Francesco Viviano, noto giornalista di Repubblica, e la sua denuncia riaccende i riflettori su un’emergenza dimenticata: l’assistenza sanitaria nelle isole minori italiane.
Dal paradiso all’inferno in un attimo
La vicenda che ha coinvolto un giornalista di Repubblica racconta, senza bisogno di commenti, quanto sia fragile la tenuta del sistema sanitario nelle aree marginali. Stromboli, isola siciliana tra le più amate dai turisti, non ha un’ambulanza operativa. Francesco Viviano si rompe il femore e viene trasportato in elicottero al Policlinico di Messina, ma solo dopo un’improvvisata corsa in motoape, unica soluzione trovata dalla guardia medica di turno. È lo stesso Viviano a raccontare: “Da mesi l’unica ambulanza si è guastata e con l’isola piena di turisti i vari responsabili dell’Asp non hanno fatto niente”.
Ma c’è di più. Nessun infermiere, soccorritore o volontario sull’isola. A improvvisarsi barellieri, racconta Viviano, sono stati “due muratori marocchini”, presenti quando “finalmente sono a bordo dell’elicottero con destinazione ospedale Papardo di Messina che aveva già concordato il mio ricovero con la guardia medica di Stromboli”
Dalla padella alla brace
Nemmeno l’approdo sull’isola maggiore porta sollievo. Al primo arrivo al Papardo di Messina, l’assurdo si ripete. Il giornalista chiede chiarimenti a un medico e si sente rispondere:
“Ancora non sappiamo”.
“Che vuol dire?” chiede allibito il malcapitato giornalista.
“Vuole dire che da domani il nostro reparto di ortopedia chiude per ferie. Una disposizione data a voce e che quindi non viene comunicata a nessuno né alle guardie mediche del circondario messinese né all’elisoccorso”.
Fortunatamente l’odissea si conclude positivamente non appena il paziente viene trasferito al Policlinico di Messina, dove Viviano viene finalmente preso in carico e operato nei tempi previsti.
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Regione Sicilia si scusa con i giornalisti. E i siciliani?
La reazione istituzionale non tarda. “A seguito del grave episodio verificatosi nei giorni scorsi sull’isola di Stromboli e del successivo ricovero del giornalista Francesco Viviano presso l’ospedale Papardo di Messina, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha chiesto all’assessore alla Salute Daniela Faraoni di avviare un’ispezione presso la struttura ospedaliera”, fa sapere la Regione Siciliana.
“Siamo profondamente dispiaciuti – aggiunge l’assessore Faraoni – per quanto accaduto. Conosciamo le difficoltà logistiche dell’isola di Stromboli, dove un normale mezzo di soccorso non può transitare. A settembre è prevista la consegna di un veicolo speciale già acquistato dall’Asp di Messina per garantire trasporti in sicurezza. Quanto invece accaduto al Papardo è gravissimo: chiediamo scusa e abbiamo avviato tutte le verifiche necessarie.”
Resta però una domanda inevitabile: per smuovere un sistema incancrenito serve essere un giornalista noto e avere una cassa di risonanza nazionale? O dovrebbe bastare essere un semplice cittadino, magari un residente dell’isola, per ricevere cure dignitose e un sistema che si attiva? La risposta, purtroppo, si conosce già.
I siciliani, intanto, non sanno nemmeno di avere diritto alle scuse. Talmente abituati al disservizio, da non ricordare più cosa significhi pretendere davvero il diritto alla Salute (articolo 32 della Costituzione).
Ed ecco come si arriva da un trasporto urgente in motoape alle scuse della Regione Sicilia.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
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