Vide la siringa dell’infermiera intenta a somministrargli la terapia e, per tutta risposta, dopo essere andato in escandescenze, estrasse dalla manica della giacca un coltello da cucina e la colpì con due fendenti all’emitorace sinistro.
Salva grazie al ferretto del reggiseno
Il primo, fortunatamente, ferì di striscio la sanitaria (quindici i giorni di prognosi) mentre il secondo, per un qualche miracolo, fu deviato dal ferretto del reggiseno.
Già, perché fu proprio secondo una consulenza tecnica effettuata sulle lesioni, affidata al medico legale Lucio Bomben, che emerse come fu proprio quel ferretto a salvare l’infermiera.
In passato solo aggressioni verbali
Il fatto, gravissimo, ebbe luogo il 9 dicembre 2019 presso il centro di salute mentale di San Vito al Tagliamento (Pordenone) dove il paziente, M. M., di 53 anni, già in passato aveva manifestato condotte verbali aggressive, che però non erano mai sfociate in violenze fisiche.
L’uomo era capace di intendere e di volere?
La perizia psichiatrica sul cinquantatreenne, richiesta sia dalla difesa sia dall’accusa, non ha mai avuto luogo in quanto l’imputato ha rifiutato di sottoporsi a un esame necessario per ottenerla.
D’altra parte, il consulente del pm ha comunque effettuato una sua valutazione sulla base della documentazione clinica: l’uomo è stato giudicato capace di intendere e volere.
La condanna
È di questi giorni la notizia della condanna inflitta all’uomo: il pm (Andrea Del Missier) aveva chiesto diciotto anni di reclusione per tentato omicidio premeditato (per essersi portato il coltello da casa), con la contestazione della recidiva, ma… Il Tribunale collegiale di Pordenone ha optato per dieci, riconoscendo le attenuanti generiche e senza l’applicazione della recidiva.
La sanitaria non si è costituita parte civile al processo.
Autore: Alessio Biondino
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