Alessia Bonari Infermiera a Sanremo per rappresentarci di fronte tutta l’Italia

Redazione 02/03/21
Scarica PDF Stampa
Alessia Bonari è l’infermiera a Sanremo che ha rappresentato tutto lo sforzo di una categoria che ha combattuto strenuamente, e continua a farlo, per salvaguardare la salute di migliaia di cittadini durante questa pandemia.

23 anni appena, lavora in un ospedale di Milano. Il suo volto ormai iconico e segnato dalle piaghe delle mascherine, troppo strette e portate troppo a lungo, è stato raccolto da un innocente selfie, seguito da una breve didascalia e che, virale in tutto il mondo, ha spronato ad un risveglio collettivo su quello che stava succedendo dentro gli ospedali, quando la sensibilità sul tema era ancora troppo divisa.

Alessia Bonari Infermiera a Sanremo per rappresentarci di fronte tutta l’Italia

Accolta come simbolo di infermieri, medici e tutti gli altri operatori sanitari, rappresenta l’emergenza sanitaria che il Paese ha affrontato e che continuerà a farlo per chissà quanto altro tempo ancora. La sua foto ha ricevuto un milione di like e migliaia di commenti da tutto il mondo.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Alessia Bonari (@alessiabonari_)


Il suo volto non verrà sicuramente dimenticato per molto tempo. Amadeus ha deciso di invitarla sul palco di Sanremo, dopo che la stessa è stata nominata “personaggio dell’anno“, premiata come giovane innovatrice con l’ANGI Innovation Leader Awards alla Camera dei Deputati e ospite della Mostra del Cinema di Venezia.

Gli importanti riflettori non le hanno fatto cambiare idea sul suo lavoro: “la mia vita è rimasta uguale a prima, anche se ho avuto l’opportunità e l’onore di ricevere dei premi. Mi ritengo una persona fortunata, sono una persona che fa un lavoro che le piace”, queste le parole di Alessia che mettono un punto sul futuro della giovane infermiera.

Il direttore artistico dell’evento musicale più atteso dell’anno ha dichiarato: “Speriamo che possa e voglia essere con noi, perché mi piacerebbe che raccontasse la sua storia”. La collega infermiera Alessia Bonari non si è tirata indietro, scendendo le scale del teatro Ariston per raccontare cosa ha vissuto e sta ancora vivendo in quei momenti difficili: “È passato un anno, cosa è cambiato?” chiede Amadeus alla collega “la situazione è sempre lo stessa, ci tengo a mandare il messaggio che non bisogna abbassare la guardia, bisogna stare attenti e uniti sicuramente ce la faremo“.

Ti saresti mai immaginata che grazie a questa foto saresti diventata un simbolo, un’eroina?” continua Amadeus, “No assolutamente no, la foto è stata inizialmente condivisa dalle mie sorelle e da qualche amico e nel giro di poco è diventata virale. Non ti nascondo che all’inizio ho vissuto questa situazione con un po’ di paura perché ho visto la mia foto sui telegiornali e ne ero intimidita. Comunque vivo tutto questo con grande responsabilità e infatti voglio ricordare il lavoro e la professionalità di tutti gli operatori sanitari. Sempre.

Per concludere ricordando il suo posto nel mondo: “La mia vita è sempre la stessa!“.

Noi di DimensioneInfermiere.it vogliamo complimentarci con la collega per il coraggio dimostrato ed aver affrontato un palco di quel livello, per chi, non abituato ad un simile palcoscenico e stato in grado di dare un messaggio di responsabilità, e un saluto a tutti i suoi colleghi.

Grande Alessia!

 

La storia degli infermieri e il loro futuro:

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

Leggi anche:

Né angeli né eroi: gli infermieri sono esseri umani. Da sempre.

 

 

 

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento