Anche l’Europa allerta: la carenza di infermieri in Italia è grave!

Dario Tobruk 18/03/19
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L’Eurostat, ufficio e punto di riferimento europeo per i rilevamenti statistici, evidenzia la situazione di carenza grave di infermieri in Italia, secondo un rapporto numero di infermieri per 100.000 abitanti.

Solo 557 per 100.000 nel 2016. Al di sotto della media europea: la situazione ad oggi, non può essere migliorata, visto il fisiologico pensionamento delle unità più anziane e senza adeguate politiche di sostituzione del personale.

Anche l’Europa allerta: la carenza di infermieri in Italia è grave!

Tra i paesi più ricchi in Europa, l’Italia si trova dietro alla Germania, UK, Lussemburgo, Francia, Danimarca e molti altri paesi meno industrializzati e ricchi di noi come l’Estonia e la Slovacchia.

Peggio dell’Italia, oltre alla Spagna, abbiamo: Polonia, Cipro, Ungheria, Bulgaria, Slovenia, Grecia, Croazia e Romania. Paesi che comunque non hanno la nostra stessa popolazione anziana e che ricordiamo essere tra le più longeve al mondo.

La Commissione UE tira le orecchie alla politica italiana

Purtroppo la situazione sembra solo peggiorare. È la stessa Commissione UE a ricordare come solo nel 2010, 13.400 infermieri sono andati in pensione ma solo 8.500 nuovi infermieri sono entrati in servizio.

La direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea, in base ai dati ricevuti dall’Eurostat, allerta i suoi paesi membri di preoccuparsi e di attivarsi ben prima che il problema dell’assistenza della popolazione anziana diventi realtà.

Le politiche europee spingono i paesi membri ad implementare un piano di leadership e formazione infermieristico più vicino alla comunità e all’attribuzione di responsabilità per la gestione della salute del cittadino.

Futuri sviluppi demografici

29% in più, in tutta Europa, è l’aumento di persone anziane (ovvero con più di 65 anni e con problemi clinico-assistenziali) da qui ai prossimi anni. Persone, i cui bisogni sanitari e assistenziali, graveranno su un sistema sanitario incapace di rispondere adeguatamente a questi bisogni per carenza di personale.

La Commissione europea e lo stesso Eurostat si pronunciano così:

I sistemi sanitari europei dovranno quindi anticipare le future esigenze in termini di competenze degli operatori sanitari, in particolare infermieri, in modo che questi possano essere pronti alle esigenze di una società sempre più anziana”.

Quali le conseguenze di mancate politiche di formazione e integrazione di personale infermieristico?

Un articolo pubblicato sul British Medical Journal, una delle maggiori testate scientifiche internazionali, chiarisce bene queste conseguenze:

La mancanza di risorse legata ai costi sanitari globali, combinata con la compressione della complessità e la mancanza di piena comprensione degli amministratori ospedalieri della complessità dell’infermieristica può portare a livelli elevati di cure mancate… con importanti implicazioni in termini di risultati negativi per il paziente, suoi ridotti livelli di sicurezza e qualità dell’assistenza. E può avere implicazioni finanziarie in termini di maggiori costi sanitari per i lunghi periodi di permanenza e le ripetute riammissioni per gestire le complicazioni, che invece avrebbero potuto essere evitato se gli infermieri avessero fornito tutte le loro cure. Inoltre, tutto questo genera altri costi in termini di alti tassi di turnover del personale infermieristico e costi sociali più elevati legati alla mortalità e alla sofferenza. Ridurre le risorse crea l’illusione di falsi risparmi finanziari ed è questa la ragione per cui gli amministratori ospedalieri a volte sono tentati di sostituire gli infermieri con altro personale meno qualificato e meno istruito”.

La battaglia di Nursing Now

Ne avevamo già parlato, il Consiglio Internazionale degli Infermieri o ICN, con la campagna Nursing Now ha preso in carico gli obiettivi necessari per risolvere questa grave situazione:

Nursing Now, terminerà nel 2020. In questo periodo sarà fondamentale che tutti gli infermieri si muovano entro i nuovi confini della nascente consapevolezza, al fine di vincere una sfida che non riguarda la sola categoria, ma dal cui esito dipendono anche gli sviluppi dell’assistenza sanitaria al paziente, che deve rappresentare in tal senso la vera e propria mission della professione infermieristica.

Una battaglia che gli infermieri condividono con la figura dell’ostetrica, ruolo affine e spesso sovrapposto il cui fondamentale apporto si inserisce, a livello mondiale, proprio nelle intercapedini più importanti della società. Fondamentale è avere più infermieri e ostetriche nel mondo, considerando che nel 50% degli Stati ve ne sono meno di 3 su 1000 abitanti

La consapevolezza degli infermieri, parte della loro storia:

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

La campagna Nursing Now prevede entro la fine del 2020 di raggiungere cinque obiettivi:

  1. Maggiori investimenti per migliorare l’istruzione, lo sviluppo professionale, gli standard, la regolamentazione e le condizioni di lavoro per gli infermieri.
  1. Maggiore e migliore diffusione di pratiche efficaci e innovative nell’infermieristica.
  1. Maggiore influenza per infermieri e ostetriche sulla politica sanitaria globale e nazionale, come parte di un più ampio sforzo per garantire che la forza lavoro della salute sia maggiormente coinvolta nel processo decisionale.
  1. Più infermieri in posizioni di comando e maggiori opportunità di sviluppo a tutti i livelli.
  1. Fornire ai responsabili politici e decisionali riferimenti per comprendere dove l’infermieristica può avere il maggiore impatto, cosa impedisce agli infermieri di raggiungere il loro pieno potenziale e come affrontare questi ostacoli.

La parola alla FNOPI

La presidente della Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri, Barbara Mangiacavalli esprime il suo pensiero:

“Questi per noi sono obiettivi per consentire agli infermieri di dare un contributo ancora maggiore al miglioramento della salute. Nel XXI secolo vedremo più comunità e servizi a domicilio, una migliore tecnologia e la cura centrata sulla persona: gli infermieri saranno in prima linea in questi cambiamenti e per questo devono imparare a essere leader perché tutte queste qualità le hanno già sviluppate e fanno parte della loro vocazione e della loro professionalità”.

Autore: Dario Tobruk (Facebook, Twitter)

Fonte:

Dario Tobruk

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