Una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione (la n. 392 dell’11 gennaio 2022) ha chiarito non poco alcuni aspetti riguardanti le responsabilità all’interno di una equipe chirurgica. Lo ha fatto condannando l’infermiere, ma non solo.
Garza in addome
Gli Ermellini hanno affrontato un caso di colpa medica (ex art. 590 c.p.) relativo a una garza laparotomica dimenticata nell’addome di una paziente dopo un intervento chirurgico di isteroannessiectomia radicale. A causa della grave dimenticanza, si verificò un ascesso retroperitoneale.
Ebbene… Nonostante la raccomandazione n. 2/2008 del Ministero della Salute affidi al personale infermieristico il controllo e il conteggio (ad inizio e fine procedura) delle “pezze” e dei “ferri” utilizzati durante l’intervento, secondo i giudici della Suprema Corte sussiste comunque anche la responsabilità del primo operatore dell’equipe chirurgica.
La ‘conta’: responsabilità infermieristica, ma…
Come riportato da Il Quotidiano Giuridico, infatti, i giudici hanno giustificato la loro decisione spiegando che tutti gli operatori coinvolti nell’atto chirurgico debbono assicurare l’adempimento degli oneri di controllo rivolto a scongiurare l’evento avverso. Tutti.
E ciò anche se la conta è affidata al personale infermieristico. In particolare modo, vi è senza dubbio anche e soprattutto la responsabilità del capo dell’equipe chirurgica che si ritrova inevitabilmente responsabile per le lesioni cagionate dai corpi estranei rimasti all’interno del paziente.
Anche il chirurgo è responsabile
In primis è lui, secondo gli Ermellini, grazie alla posizione di garanzia che assume con l’atto operatorio, a dover evitare il prodursi di un evento avverso collegato alla ritenzione di materiale estraneo nel corpo del paziente.
D’altronde, nella succitata raccomandazione n. 2/2008, è chiaramente specificato anche che: “Il chirurgo verifica che il conteggio sia stato eseguito e che il totale di garze utilizzate e rimanenti corrisponda a quello delle garze ricevute prima e durante l’intervento”.
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