Ancora infermieri aggrediti: fratture, calci e umiliazioni

Scarica PDF Stampa


Ancora botte ai danni degli infermieri italiani. E come se lo stipendio da da diplomati o peggio (a fronte di vere responsabilità da laureati) e lo sfruttamento sistematico cui la categoria è soggetta da tempo immemore non bastassero, ecco che l’attrattività professionale seguita a crollare rovinosamente.

Con la complicità della continua, aberrante e ingiustificabile descrizione che i media (VEDI ad esempio: Delirio a Uomini e Donne: «L’infermiere lava e igienizza i sanitari sporchi») e i politici italiani (VEDI ad esempio: «Quale uomo non ha ‘amato’ un’infermiera?», la perla dell’assessore al convegno Opi) seguitano imperterriti a dare in pasto ai cittadini.


La violenza, stavolta, ha avuto luogo a Cassino: un’infermiera del Servizio psichiatrico dell’ospedale Santa Scolastica è stata letteralmente sbattuta per terra e malmenata da una paziente arrivata poco prima dal Pronto Soccorso. La professionista, secondo quanto riportato dai media (VEDI Frosinone Today), se l’è cavata con un braccio fratturato e una prognosi di 25 giorni.

E questo, purtroppo, non è l’unico episodio di questi ultimi giorni: al Cardarelli di Napoli un infermiere è stato allegramente preso a calci dalla parente di un paziente che pretendeva di entrare in reparto fuori l’orario previsto per le visite (VEDI Ansa).


A Jesi, invece, presso il pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani, un’infermiera triagista è stata aggredita verbalmente da una paziente in attesa e si è sentita male (VEDI CentroPagina). Tanto che, a seguito di una brutta crisi d’ansia, le è stato diagnosticato uno “stato ansioso post-aggressione verbale avvenuta durante l’attività lavorativa provocata da una persona nota”, con una prognosi di 10 giorni.

Viste le proporzioni del triste fenomeno, che a quanto pare non accenna minimamente a ridimensionarsi, forse si dovrebbe pensare in fretta a norme tanto drastiche quanto efficaci per stroncarlo (o quasi) una volta per tutte.

«Non è la prima volta che le persone ci aggrediscono, ci picchiano e ci minacciano» ha denunciato la collega di Jesi. Che ha poi concluso con un emblematico: «Non ci meritiamo di essere trattati senza rispetto».

AddText 04 26 08.53.59

FORMATO CARTACEO

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015

Alessio Biondino