In arrivo una nuova classe di antibiotici ad ampio spettro

Dario Tobruk 03/02/21
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’antibiotico-resistenza come una delle principali minacce per la salute pubblica e per l’umanità. Si stimano milioni di morti e perdite economiche colossali entro pochi decenni se non si giunge rapidamente ad una soluzione. L’abuso e il cattivo uso di terapie antibiotiche ha portato ad un aumento considerevole dei batteri multiresistenti, mentre la produzione di farmaci efficaci contro questi batteri non ha dato ancora grossi frutti.

DAIA: una nuova classe di antibiotici ad ampio spettro

La risposta che cercavamo è arrivata dall’istituto di ricerca indipendente Wistar Institute. Lo studio, pubblicato su Nature, definisce una nuova classe di antibiotici che combina simultaneamente, ad una forte azione antibiotica, una rapida risposta immunitaria.

Il PhD Dott. Dotiwala, uno degli autori dello studio dichiara: “Abbiamo adottato una strategia creativa e duplice per sviluppare nuove molecole in grado di uccidere le infezioni difficili da trattare migliorando la risposta immunitaria naturale dell’ospite“. Strategia che ha portato alla scoperta di una combinazione di sostanze definite immuno-antibiotici a doppia azione (DAIA).

Gli immuno-antibiotici a doppia azione (DAIA).

Come funziona questa nuova classe di antibiotici ad ampio spettro? Gli attuali antibiotici mirano ad alcune vie metaboliche o alle membrane cellulari per distruggere il patogeno. Tuttavia, i batteri acquisiscono mutazioni che permettono loro di modificare le strutture colpite e vanificare l’attività dei farmaci, inattivandoli.

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I ricercatori si sono concentrati su una via metabolica presente in molti batteri, ma non nei primati, umani compresi. Questa via chiamata metil-D-eritritolo fosfato (MEP) o via non mevalonato, è responsabile della biosintesi degli isoprenoidi, molecole essenziali per la vita stessa dei batteri.

La nuova classe di farmaci prende di mira l’IspH, un enzima fondamentale per la produzione di queste molecole così importanti per i batteri, ma assenti negli uomini, rendendoli non tossici per le cellule umane. L’azione della nuova classe di antibiotici è attaccare questa biosintesi attraverso degli inibitori specifici dell’IspH in grado di raggiungere l’ambiente intra-cellulare.

Inoltre, lo studio dimostra come gli inibitori di IspH stimolano il sistema immunitario contro i batteri patogeni con maggiore forza e selettività rispetto agli antibiotici di vecchia generazione: “Abbiamo pensato che sfruttare il sistema immunitario per attaccare simultaneamente i batteri su due fronti diversi rende difficile lo sviluppo di resistenza” ha detto Dotiwala. “L’attivazione immunitaria rappresenta la seconda linea di attacco della strategia DAIA” ha aggiunto Kumar Singh, Ph.D., post-doctoral, primo autore dello studio.

“Crediamo che questa innovativa strategia DAIA possa rappresentare un potenziale punto di riferimento nella lotta mondiale contro la resistenza antimicrobica, creando una sinergia tra la capacità di uccisione diretta degli antibiotici e il potere naturale del sistema immunitario“, conclude Dotiwala.

La speranza è che le successive fasi di sperimentazioni cliniche diano ottimi risultati. Altrimenti, il rischio più concreto è che, dopo aver superato questa pandemia virale, il prossimo nemico dell’uomo potrebbe trovarsi, entro pochi anni, in un batterio.

Autore: Dario Tobruk (FacebookTwitter)

La valutazione del paziente con ulcere croniche

Quando, nelle corsie dei reparti, o dai lettini degli ambulatori, oppure durante gli eventi formativi o in occasione degli stage/ tirocini dei corsi di laurea e master universitari, si pone la fatidica domanda: “Cosa serve per ottenere la guarigione di un’ulcera cronica?”, comunemente la risposta è un lungo elenco di medicazioni, dispositivi e tecnologie tra i più disparati. Oggi più che mai è invece necessario (ri)orientare l’assistenza limitata e limitante generata da questa prospettiva che non riesce ad andare oltre al “buco che c’è nella pelle”, restituendo centralità alla persona con lesioni cutanee; occorre riaffermare che il processo di cura deve essere basato su conoscenze approfondite, svincolate da interessi commerciali, fondate su principi di appropriatezza, equità, sostenibilità e in linea con il rigore metodologico dell’Evidence Based Nursing/Medicine che fatica ad affermarsi. Questo testo, pensato e scritto da infermieri con pluriennale esperienza e una formazione specifica nel settore del wound management, propone nozioni teoriche e strumenti pratici per capire quale ulcera e in quale paziente abbiamo di fronte, e de- finire quali obiettivi e quali esiti dobbiamo valutare e devono guidare i nostri interventi. Nello specifico, la prima sezione del volume affronta alcune tematiche propedeutiche alla valutazione delle ulcere croniche, offrendo al lettore una discussione approfondita sui meccanismi della riparazione tessutale normale e quelli attraverso cui un’ulcera diventa cronica; segue una panoramica di questa tipologia di lesioni cutanee. La seconda sezione entra nel dettaglio delle varie fasi in cui si articola il percorso strutturato della valutazione con cui realizzare la raccolta di informazioni e dati sulla base dei quali formulare un giudizio clinico e guidare, in maniera consapevo- le e finalizzata, gli interventi di trattamento delle ulcere croni- che, come è richiesto ai professionisti della salute di oggi.Claudia Caula, infermiera esperta in wound care. Direzione delle Professioni Sanitarie. AUSL Modena.Alberto Apostoli, podologo; infermiere esperto in wound care; specialista in assistenza in area geriatrica; specialista in ricerca clinica in ambito sanitario. Azienda ASST Spedali Civili di Brescia.Angela Libardi, infermiera specializzata in wound care. ASST Sette Laghi – Varese.Emilia Lo Palo, infermiera specializzata in wound care. Ambulatorio Infermieristico Prevenzione e Trattamento Lesioni Cutanee; Direzione delle Professioni Sanitarie. Azienda ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

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Fonte scientifica:

  • Singh, K.S., Sharma, R., Reddy, P.A.N. et al. IspH inhibitors kill Gram-negative bacteria and mobilize immune clearance. Nature 589, 597–602 (2021). https://doi.org/10.1038/s41586-020-03074-x [nature.com]

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