Assistenza infermieristica di base in Chirurgia Generale

Redazione 03/01/23
Scarica PDF Stampa

Indice

Nursing di base in chirurgia

  • si baderà infatti a soddisfare quelli che sono i primi bisogni di un individuo che si ritrova improvvisamente in un ambiente diverso da quello familiare e che certamente presenta una situazione di disagio psichico senz’altro notevole, legato al suo stato di malattia;
  • sarà importante curare in questa fase gli aspetti umani, valorizzando quelli che sono i fattori fondamentali di questo momento, rappresentati in particolare da quelli ambientali, psichici e fisici;
  • notevole importanza ha il ricevimento in un ambiente adeguato alle necessità del paziente e reso il più possibile confortevole;
  • l’infermiere dovrà dimostrare pertanto la migliore comprensione possibile verso il paziente ed i familiari, mostrandosi disponibile (nei limiti del servizio) e rassicurante;
  • i fattori ambientali, rappresentati dal microclima, dall’igiene e dalla gestione razionale dell’ambiente di degenza tramite attribuzione dei compiti al personale di supporto;
  • i fattori psichici, legati alla particolare situazione psichica del ricoverato, che ci dovrà portare a considerare e capire il suo stato d’animo, aiutandolo con tutte le nostre forze a superare lo stress ed i problemi interiori connessi alla malattia ed alla ospedalizzazione; si dovranno allo stesso tempo valutare e facilitare i rapporti interpersonali che si verranno via via a creare tra il paziente, i medici, gli infermieri e gli altri pazienti;
  • i fattori fisici, le cure igieniche, la prevenzione nei lungo-degenti delle ulcere da decubito, l’alimentazione, il bisogno di sonno e riposo;
  • i fattori terapeutici, quali la somministrazione dei farmaci secondo le varie vie (orale, rettale, parenterale, etc.), l’effettuazione di clisteri, il controllo del corretto ed efficace posizionamento di eventuali cateteri venosi (fleboclisi, nutrizione parenterale), l’eventuale apposizione di catetere vescicale prescritto;

Nursing pre-operatorio

  • Igiene generale del paziente
  • Eventuale tricotomia
  • Pulizia del colon (tramite clistere)
  • Invitare il paziente al digiuno come previsto da protocollo operativo
  • Rimozione di eventuali protesi: dentarie, lenti a contatto, ecc…
  • Rimozione di monili, smalto ungueale
  • Posizionamento di catetere vescicale e calze anti-trombo se previste o prescritte.
  • Fare urinare il paziente prima dell’ingresso in sala operatoria.
  • Portare in sala operatoria insieme al paziente la cartella clinica e quella infermieristica.

Nursing post-operatorio

  • modalità del risveglio (polso, P.A.,respiro, temperatura, stato psichico, dolore);
  • presenza di vomito e/o nausea
  • controllo della diuresi (quantità e aspetto)
  • controllo della ferita e dei drenaggi eventualmente apposti in sala operatoria. La funzione dei drenaggi è quella di monitorare e fornire indicazioni sulla eventuale comparsa di secrezioni o versamenti anomali. Solitamente è presente solo una modesta fuoriuscita di liquido sieroso o leggermente rosato per la presenza di minime quantità di sangue; la fuoriuscita di sangue in quantità cospicua documenterà invece la possibilità d’insorgenza di una emorragia, mentre negli operati sulle vie biliari, la fuoriuscita di bile evidenzierà una perdita dal distretto sul quale è avvenuto l’intervento (colecisti, coledoco, ecc.)
  • controllo di eventuali monitor elettrocardiografici o di apparecchi respiratori.

Approfondimento

FORMATO CARTACEO

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015