Assistenza infermieristica di base in Chirurgia Generale

Redazione 03/01/23
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L’assistenza infermieristica al paziente chirurgico si appoggia su buone pratiche e attenzioni universali per qualsiasi contesto ospedaliero e di cura. In questo articolo approfondiremo alcuni concetti chiave del nursing chirurgico di base, la cui adozione rafforzerà successivamente qualsiasi altro contesto protocollare che affronteremo nella nostra carriera professionale.

Indice

Nursing di base in chirurgia

Nel nursing in chirurgia, distinguiamo una prima fase in cui il protocollo di assistenza è sovrapponibile a quello degli altri settori, e una seconda fase più strettamente pertinente alle esigenze di questa tipologia di malato.

La prima fase inizia già al momento del ricovero e quindi dell’accettazione del paziente nel reparto:

  • si baderà infatti a soddisfare quelli che sono i primi bisogni di un individuo che si ritrova improvvisamente in un ambiente diverso da quello familiare e che certamente presenta una situazione di disagio psichico senz’altro notevole, legato al suo stato di malattia;
  • sarà importante curare in questa fase gli aspetti umani, valorizzando quelli che sono i fattori fondamentali di questo momento, rappresentati in particolare da quelli ambientali, psichici e fisici;
  • notevole importanza ha il ricevimento in un ambiente adeguato alle necessità del paziente e reso il più possibile confortevole;
  • l’infermiere dovrà dimostrare pertanto la migliore comprensione possibile verso il paziente ed i familiari, mostrandosi disponibile (nei limiti del servizio) e rassicurante;

L’infermiere utilizzando la cartella infermieristica inizierà a prendere nota dei dati anagrafici, della data e della diagnosi presunta, raccoglierà notizie sulla storia clinica dell’ammalato (presenza di bisogni speciali, allergie, patologie pregresse e croniche, etc.) e sulle condizioni generali, modalità del respiro, alimentazione, defecazione, minzione, stato di coscienza grado di dipendenza, assunzione di alcool, tabacco, stupefacenti, evidenziando cosi i fattori fisici di questo momento.

I filtri di questa raccolta dati si baseranno sui modelli adottati dalla proprio azienda (ad es. modelli di Gordon).

La seconda fase ha come obiettivo la soddisfazione dei bisogni giornalieri del paziente in attesa dell’intervento chirurgico. Si dovranno pertanto curare:

  • i fattori ambientali, rappresentati dal microclima, dall’igiene e dalla gestione razionale dell’ambiente di degenza tramite attribuzione dei compiti al personale di supporto;
  • i fattori psichici, legati alla particolare situazione psichica del ricoverato, che ci dovrà portare a considerare e capire il suo stato d’animo, aiutandolo con tutte le nostre forze a superare lo stress ed i problemi interiori connessi alla malattia ed alla ospedalizzazione; si dovranno allo stesso tempo valutare e facilitare i rapporti interpersonali che si verranno via via a creare tra il paziente, i medici, gli infermieri e gli altri pazienti;
  • i fattori fisici, le cure igieniche, la prevenzione nei lungo-degenti delle ulcere da decubito, l’alimentazione, il bisogno di sonno e riposo;
  • i fattori terapeutici, quali la somministrazione dei farmaci secondo le varie vie (orale, rettale, parenterale, etc.), l’effettuazione di clisteri, il controllo del corretto ed efficace posizionamento di eventuali cateteri venosi (fleboclisi, nutrizione parenterale), l’eventuale apposizione di catetere vescicale prescritto;

L’infermiere dovrà poi collaborare con i medici nella fase diagnostica, ovvero si occuperà di osservare ed annotare i vari parametri relativi alle principali funzioni organiche del paziente (peso, alvo, diuresi giornaliera, temperatura, respiro, pressione, polso), raccogliere i campioni per esami di laboratorio preparare il paziente secondo le modalità richieste per l’esecuzione di esami strumentali (colangiografia, T.C. , ecografia endoscopia, elettromanometria esofagea, etc.).

Dopo queste due fasi che potremmo definire comuni a tutte le unità operative, si dovranno affrontare i problemi più strettamente legati all’assistenza al paziente chirurgico nel periodo pre- e post-operatorio

Nursing pre-operatorio

Il nursing pre-operatorio prevede la preparazione amministrativa del paziente, quella psichica, quella fisica e pre-anestesiologica.

Particolare attenzione all’igiene deve essere posta nella preparazione fisica rappresentata dalla accurata rasatura del campo operatorio e del successivo lavaggio del paziente mediante doccia antisettica o come da protocollo aziendale previsto.

Il paziente chirurgico è infatti particolarmente esposto al rischio di infezioni sia per le lesioni che la barriera cutanea subisce durante l’intervento stesso, che per l’assunzione di varie sostanze che possono indebolire i meccanismi naturali di difesa dell’organismo.

Pertanto è necessario valutare lo stato di igiene del paziente, e lo stato di preparazione all’intervento per evitare che l’operazione possa essere rimandata. Soprattutto nei termini di:

  • Igiene generale del paziente
  • Eventuale tricotomia
  • Pulizia del colon (tramite clistere)
  • Invitare il paziente al digiuno come previsto da protocollo operativo
  • Rimozione di eventuali protesi: dentarie, lenti a contatto, ecc…
  • Rimozione di monili, smalto ungueale
  • Posizionamento di catetere vescicale e calze anti-trombo se previste o prescritte.
  • Fare urinare il paziente prima dell’ingresso in sala operatoria.
  • Portare in sala operatoria insieme al paziente la cartella clinica e quella infermieristica.

Nursing post-operatorio

Nel post-operatorio immediato, oltre alla esecuzione della terapia prescritta, particolare attenzione dovrà essere posta nell’osservazione ed annotazione di tutti quei parametri che, se alterati, possono evidenziare l’insorgenza di uno stato patologico nel paziente operato:

  • modalità del risveglio (polso, P.A.,respiro, temperatura, stato psichico, dolore);
  • presenza di vomito e/o nausea
  • controllo della diuresi (quantità e aspetto)
  • controllo della ferita e dei drenaggi eventualmente apposti in sala operatoria. La funzione dei drenaggi è quella di monitorare e fornire indicazioni sulla eventuale comparsa di secrezioni o versamenti anomali. Solitamente è presente solo una modesta fuoriuscita di liquido sieroso o leggermente rosato per la presenza di minime quantità di sangue; la fuoriuscita di sangue in quantità cospicua documenterà invece la possibilità d’insorgenza di una emorragia, mentre negli operati sulle vie biliari, la fuoriuscita di bile evidenzierà una perdita dal distretto sul quale è avvenuto l’intervento (colecisti, coledoco, ecc.)
  • controllo di eventuali monitor elettrocardiografici o di apparecchi respiratori.

Il nursing postoperatorio nei giorni successivi all’intervento chirurgico prevede, oltre al controllo e l’annotazione dei parametri fisiologici del paziente (polso, P.A., diuresi, ricomparsa della motilità intestinale, respiro, temperatura), prevede una particolare attenzione sulla sorveglianza della ferita e dei drenaggi.

A questo proposito, bisogna ricordare che il rischio di infezione per il paziente chirurgico continua anche dopo l’intervento, ed è pertanto essenziale ridurlo ricorrendo ad accorgimenti a scopo antisettico durante l’effettuazione di manovre potenzialmente inquinanti quali sono le medicazioni, sia della ferita che dei drenaggi.

Da non sottovalutare la razionale preparazione del carrello di medicazioni, che deve essere adeguatamente disinfettato e nel quale deve esservi una razionale ed opportuna separazione tra il materiale di medicazione sterile e quello già utilizzato.

L’effettuazione di pratiche terapeutiche, igieniche e riabilitative (somministrazione dei farmaci, clisteri, igiene personale del malato, ambientale, del catetere vescicale mediante lavaggi con soluzioni antibiotiche, igiene di cateteri venosi per l’alimentazione parenterale, rieducazione motoria ed alimentare del paziente). Oltre alla continua sorveglianza sull’insorgenza di complicazioni circolatorie, infettive, psicomotorie, addominali e all’eventuale effettuazione di prelievi per controlli di laboratorio.

Approfondimento

In emergenza il piano di assistenza può subire delle accelerazioni per evitare che il paziente abbia danni da procedure più lente anche se accurate.

Il corretto protocollo di nursing del paziente chirurgico, al momento della sua applicazione pratica si potrà scontrare con difficoltà di varia natura ed è compito dell’infermiere adattare il protocollo alle reali esigenze del paziente.

Infine, consiglio sempre valido per qualsiasi setting, al di là di quello operatorio: ognuno si deve impegnare in maniera globale ad affrontare e svolgere adeguatamente le molteplici problematiche che oggi comporta la nostra professione, al fine di tutelare sempre il paziente.

FORMATO CARTACEO

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015

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