Bolzano, tagli allo stipendio per gli infermieri: «Siamo arrabbiatissimi»

Scarica PDF Stampa


L’attrattività professionale dell’infermieristica italiana, complice la cronica e gravissima carenza di personale sanitario che attanaglia tutto il paese, peggiora a vista d’occhio e ciò anche in regioni considerate virtuose e delle “isole felici” fino a non molto tempo fa.

E oltre ai danni perpetrati nel tempo, che hanno reso la professione appetibile come un lavoro in miniera o quasi, adesso arrivano anche delle beffe tanto incredibili e imbarazzanti quanto emblematiche e indegne. Altro che riconoscimenti economici, altro che crescita, altro che riorganizzazioni con l’infermiere al centro della nostra sanità: capita anche che, nonostante le tante belle promesse fatte con gli occhi acquosi dai politici nelle fasi più buie dell’incubo pandemico, gli infermieri si vedano addirittura tagliato il loro già misero stipendio.


È accaduto in quel di Bolzano, dove qualche giorno fa la Asl ha comunicato via email ai dipendenti la decisione di tagliare, dal prossimo primo aprile, il plus orario fino ad un massimo di 81 euro (si tratta in sintesi di ore aggiuntive programmate con una maggiore remunerazione) in busta paga.

I professionisti, sempre più in fuga verso il privato o verso altri mestieri/professioni, ovviamente non ci stanno. Alto Adige ha riportato diversi loro sfoghi: «Siamo arrabbiatissimi. Dopo tutto quel che ci hanno promesso ci troveremo lo stipendio decurtato.


Questi ultimi tre anni sono stati pesantissimi. All’ospedale di Bolzano abbiamo trasferito un gruppo operatorio di 15 sale lavorando in condizioni che è difficile spiegare a chi non può vedere e capire cosa significhi. Ricopriamo più mansioni e l’Asl invece che premiarci ci sottomansiona per mandare avanti la baracca perché la carenza di personale è pesantissima tra noi infermieri, operatori socio sanitari e ausiliari.

Durante la pandemia ci hanno spostato come birilli con ordini di servizio che ci piovevano in testa da un giorno all’altro. Ci hanno chiamato “angeli” e adesso con la scusa di redistribuire le ore ci decurtano del 5% il plus orario con l’unico scopo di ridurci lo stipendio».


E ancora: «In Pronto soccorso i pazienti ci insultano perché le attese sono eterne. Siamo noi a pagare gli errori di valutazione della dirigenza e se sbagliamo per colpa del sovraccarico di mansioni, ci denunciano. Lavoriamo con passione, altrimenti non potremmo resistere, ma non siamo volontari e siamo stanchi di un’Azienda che sbandiera l’eccellenza sulla nostra pelle».

Sulla questione “attrattività professionale”, Massimo Ribetto, del coordinamento provinciale del Nursing Up, ha chiesto ai vertici Asl e alla Provincia se è così che si pensa di attrarre i giovani e di scongiurare la fuga verso il privato e verso l’estero: «È in questo modo che vogliamo evitare che i nostri professionisti vadano a lavorare negli altri Paesi? È così che la Provincia si prende cura di chi garantisce la qualità della sanità pubblica».

AddText 03 20 11.10.51

FORMATO CARTACEO

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015

Alessio Biondino