Carcere Gorgona, infermieri “ostaggio” dell’isola. E devono pagarsi anche vitto e viaggio verso la terraferma

Scarica PDF Stampa


Un altro tristissimo capitolo di quella che oramai è la “professione” più bistrattata della galassia, l’infermiere, arriva dalla Toscana e più precisamente dall’isola di Gorgona.


I professionisti che prestano servizio presso il carcere, infatti, sono costretti a turni incredibilmente lunghi e spesso rimangono bloccati anche per giorni in attesa di essere di nuovo trasportati sulla terraferma.


A denunciare la situazione è stato il sindacato NurSind: “Il personale dovrebbe, secondo gli accordi, effettuare tre turni giornalieri consecutivi sull’isola prima di far ritorno. Purtroppo il servizio di trasporto da Livorno alla Gorgona, affidato alla sezione navale della polizia penitenziaria, è spesso irregolare. Non solo in caso di avverse condizioni meteo, ma anche per via della costante carenza di personale”.


E succede che, da tre viaggi giornalieri che erano stati garantiti inizialmente, “adesso è difficile pure riuscire a effettuarne unolamenta il sindacato. Che sottolinea: “E quindi capita che un infermiere che si trova sull’isola da 72 ore, sia costretto a rimanere in attesa dell’imbarco per un tempo che può arrivare anche a due o tre giorni”.


Vita privata, affetti, interessi personali e famiglia, quindi, per questi sfortunati infermieri non esistono praticamente più. E a questi problemi si aggiungono immancabilmente quelli di natura lavorativa: “Il personale assegnato alla Gorgona lavora infatti anche alle Sughere.


Dunque se gli infermieri non riescono a rispettare gli orari di rientro sulla terraferma, per coprire i turni si deve ricorrere allo straordinario, andando a caricare di ulteriori ore di lavoro”.


E l’asp Toscana nord ovest che fa, sta a guardare? Come evidenziato dal NurSind, “ci siamo più volte rivolti all’azienda sanitaria per avere un confronto. È giusto, a questo punto, che tutti conoscano le difficoltà del personale infermieristico destinato in Gorgona il quale, peraltro, è spesso costretto a pagarsi oltre al vitto anche il viaggio.


In più di un’occasione, infatti, gli infermieri hanno preferito acquistare il biglietto della barca turistica che nel fine settimana raggiunge l’isola e tornare così a terra, piuttosto che aspettare il viaggio effettuato dalla polizia penitenziaria. Tutto questo è semplicemente inaccettabile”.


E non finisce qui… Perché da quanto si apprende, anche i rifornimenti stentano ad arrivare: “Sull’isola esiste un piccolo alimentari/spaccio gestito direttamente dalla casa di reclusione. Spaccio che spesso rimane chiuso, a causa della scarsità di agenti di sicurezza. E così diventa impossibile anche solo acquistare pane a acqua. Questa situazione non è più tollerabile” concludono dal sindacato.

Prendersi cura di chi cura in famiglia

FORMATO CARTACEO

Il Manuale dei Caregiver familiari

“Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te”.Franco Battiato Il presente volume si occupa a tutto tondo del caregiver familiare, per offrire al lettore una specifica e completa caratterizzazione sul piano culturale, sociale, giuridico ed economico di “colui che quotidianamente si prende cura” delle persone care non autosufficienti. Questo significa farlo uscire dalle quinte e parallelamente riconoscerne il ruolo complesso ed articolato, che gli autori intendono agevolare e supportare rispondendo ai suoi diversi bisogni e diritti di conoscenza, informazione e comunicazione. Nel testo vengono pertanto illustrati i benefici di legge già in atto e quelli probabili futuri (tutele previdenziali e sostegno economico). Inoltre, vengono fornite informazioni clinico-assistenziali di base mirate all’acquisizione e allo sviluppo di abilità e comportamenti specifici per la gestione dei problemi legati alla non autonomia. Da ultimo, per rispondere all’esigenza di inclusione ed empowerment, sono stati messi a disposizione i riferimenti di servizi interattivi online, dedicati al contatto, alla condivisione e all’amicizia tra coloro che stanno sperimentando la stessa sofferenza. Il messaggio finale è che senza il caregiver familiare di certo tutto sarebbe più difficile.   Franco PesaresiÈ Direttore dell’Azienda servizi alla persona ASP AMBITO 9 di Jesi (AN). È membro di “Network Non Autosufficienza” (NNA) che realizza annualmente il “Rapporto sulla non autosufficienza in Italia” ed è autore di numerose pubblicazioni fra le quali il volume Quanto costa l’RSA (Maggioli Editore). Blog: https://francopesaresi.blogspot.com/

a cura di Franco Pesaresi | Maggioli Editore 2021

Alessio Biondino

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento