Continua l’inarrestabile ondata di violenza ai danni degli operatori sanitari e soprattutto degli infermieri italiani. Non abbiamo fatto in tempo a metabolizzare gli ultimi gravissimi episodi verificatisi a Torino (infermiere accoltellato, VEDI) e a Napoli (infermiera minacciata con una pistola in faccia, VEDI), che una nuova emblematica e triste notizia arriva da Salerno.
Secondo quanto denunciato dall’Associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, il personale del 118 di CAPACCIO Licinella (ASL SA) è intervenuto per un presunta perdita di coscienza ad Agropoli.
Ma al suo arrivo, l’equipaggio non ha trovato l’accoglienza che si aspettava: l’infermiere è stato preso a schiaffi, calci e pugni, tanto da essere costretto “a farsi Medicare al Pronto Soccorso di Vallo della Lucania con prognosi di due giorni”.
Sul posto è subito intervenuta una volante dei Carabinieri che ha identificato l’uomo, un 32enne che a quanto pare il giorno precedente avrebbe rifiutato un ricovero “in malo modo”.
“Siamo esausti, il nostro consiglio non è più quello di TENERE DURO, bensì quello di fuggire dalla prima linea della sanità in virtù del fatto che le istituzioni continuano ad essere sorde circa determinate problematiche!” fanno sapere dall’Associazione.
E molti professionisti, infatti, stanchi dei pugni e delle minacce di morte quotidiane che aggravano non poco la già di per sé drammatica attrattività professionale, alla prima vera occasione fuggono davvero (VEDI).
Basteranno le nuove promesse della politica (VEDI articolo «Schillaci alla FNOPI: “Disponibile al confronto per migliorare l’attrattività professionale dell’Infermieristica») a scongiurare la morte della professione infermieristica e l’emorragia di operatori dai servizi di emergenza-urgenza?