Dove ricollocare i sanitari no vax? “Meglio nelle sale operatorie”

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Il rientro in servizio di medici e infermieri no vax continua a far discutere. E tra ministri che giustificano la sanatoria come un “segno di pacificazione” (VEDI), infettivologi che fanno poco comprensibili distinzioni tra le due categorie (VEDI), professionisti reintegrati che seguitano a fare figure barbine in TV (VEDI) e sindacati che accolgono il tutto con “estrema soddisfazione” (VEDI), ogni giorno c’è chi dice la sua; amplificando la confusione.


Stavolta è stato il turno di Angelo Gratarola, assessore alla Sanità della Regione Liguria, che ha risposto a due interrogazioni in Consiglio regionale (presentate dai capigruppo Luca Garibaldi di Pd-Articolo Uno e Fabio Tosi del M5S) definendo i blocchi operatori come l’habitat ideale per il personale non vaccinato. O quasi.


Queste le sue parole, riportate dal quotidiano prima ILLEVANTE: “Ogni Asl e ospedale della Liguria deciderà dove ricollocare al meglio il personale sanitario no-vax sospeso. Le sale operatorie, dove il personale indossa sempre le mascherine e i pazienti sono spesso intubati, potrebbero essere un luogo idoneo”.


Difficile? Pericoloso? Assurdo? Incredibile? Una cosa è certa: molti infermieri liguri gioirebbero: basterebbe infatti dichiararsi no vax per essere “premiati” e per uscire finalmente dai reparti, sempre più spesso teatro di sfruttamento, demansionamento e turni da incubo a causa della carenza di personale.


E i cittadini? Sarebbero felici di subire interventi chirurgici con personale non vaccinato che vaga per la sala operatoria? L’assessore ha provato a tranquillizzarli: “Gli operatori sanitari che non hanno voluto o potuto ricevere il vaccino anti covid in Liguria sono un numero ridotto e “alcuni soggetti non si sono vaccinati perché la loro situazione clinica lo impediva”. Ci sarà riuscito?


Per Tosi (M5S) è irricevibile che ciascuna Asl ed ente ospedaliero interpreti a proprio piacimento quanto normato dal Governo. Riteniamo che su una questione così delicata serva una linea guida da parte dell’assessorato o di Alisa, che preveda il non reinserimento nei reparti più a rischio, cioè con pazienti fragili e ultra-fragili”.

Alessio Biondino

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