«Fattona Infermiera», l’Opi di Roma diffida Canapa Mundi (che si scusa, anche se…)

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«L’Ordine Professionale degli Infermieri ha diffidato Canapa Mundi.
Senza entrare nel merito della diffida per ovvi motivi, vorremmo fare una premessa molto importante: ci scusiamo di cuore se la campagna ha ferito la dignità di alcuni #infermieri. Non era nostra intenzione.

Vogliamo soprattutto rinnovare la nostra sincera stima per una categoria professionale che svolge un compito fondamentale nella società civile. Una professione denigrata quotidianamente da stipendi bassi, turni estenuanti e condizioni di lavoro difficili (a volte impossibili). Questi fattori che peggiorano di giorni in giorno causano danni personali e professionali agli infermieri, ledendo la loro dignità».


Inizia così il messaggio social di scuse da parte degli organizzatori della fiera Canapa Mundi, che in uno dei loro manifesti pubblicitari (non di facilissima comprensione) hanno definito come potenziali “fattoni” gli infermieri italiani (VEDI ARTICOLO: “Fattona Infermiera”, bufera sulla fiera Canapa Mundi).

Un messaggio arrivato solo dopo l’inevitabile diffida da parte dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma e che continua così: «Detto questo, ci piacerebbe che si aprisse un dibattito sul tema: l’accusa sostanziale è che questa campagna rappresenti il personaggio (in questo caso infermiera, ma ci sono altre professioni) come una persona che fa uso di #droghe. In sostanza, la conferma che una campagna come questa è necessaria in questo Paese.


Crediamo che l’Opi abbia colpito nel segno e che il senso di questa campagna consista proprio nel denunciare la credenza che chi partecipa alla #fiera#internazionale sulla #Canapa sia una persona che fa uso di sostanze stupefacenti.

Il compito della fiera internazionale Canapa Mundi è di promuovere la cultura e i prodotti della canapa per di sostenere un mercato totalmente legale, che crea posti di #lavoro e favorisce una transizione #ecologica

Le fiere sono uno strumento globalmente riconosciuto per aiutare le aziende a crescere e per creare le condizioni di investimento. Tuttavia, il clima attuale e i pregiudizi sul tema stanno scoraggiando molte aziende straniere dall’investire in Italia. È importante che si apra un dibattito su questi temi e che si cerchi di superare i pregiudizi per valorizzare la cultura e l’industria della Canapa».


Certo, ma… Definire “altre professioni” paragonabili all’infermieristica quelle del regista, del personal trainer e dell’atleta ci fa capire, al di là di ogni ragionevole dubbio, che a Canapa Mundi non abbiano le idee chiarissime su ciò che asseriscono.

Fortunatamente, il presidente Opi di Roma, Maurizio Zega, ha provato a chiarirgliele in una lettera a Il Corriere della Sera: «Da qualche giorno si vedono a Roma grandi manifesti che pubblicizzano una fiera di prossimo svolgimento: vi si rappresenta una persona vestita col camice e dotata di fonendoscopio, indicata come “Infermiera”, con accanto l’espressione “fattona”, barrata.


In altri manifesti della stessa campagna figurano persone con diverse tipologie di mestieri: ma non assolutamente sovrapponibili a quelle di un infermiere laureato ed iscritto per obbligo ad un Ordine per esercitare la professione.

Infermieri eventualmente strafatti per l’uso di stupefacenti rischierebbero di creare danni ben altrimenti pericolosi rispetto agli altri casi. Per questo l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma ha chiesto la rimozione dei manifesti. Non ci sentiamo proprio, specie in un momento difficile per la sanità tutta e per quella romana in particolare, di “stare allo scherzo”: i romani hanno già abbastanza di che preoccuparsi e sulla salute c’è poco da ridere.

E c’è appena stata l’ennesima aggressione a un infermiere del pronto soccorso di Ostia. Né eroi, né tantomeno “fattoni” ma solo professionisti della salute».


Dalle parti di Canapa Mundi avranno capito la lezione? Da quanto si intuisce, visto il nuovo post social di ieri con tanto di tag all’Ordine degli infermieri di Roma, noi nutriamo dei seri dubbi: «Ci fa piacere informare l’Opi che a Canapa Mundi:
c’è una Conferenza annuale sulla Canapa tenuta da scienziati, ricercatori e tecnici: l’evento culturale più ricco su questo tema in Italia;
ci sono aziende da tutto il mondo che producono macchinari, fertilizzanti e tecnologie di ultima generazione per la coltivazione biologica e fuori suolo che presentano al pubblico e ai professionisti del settore agroindustriale; 
c’è la cosmesi in canapa, normali e a base di CBD, con effetti antinfiammatori;
ci sono le associazioni e i medici che aiutano con professionalità e integrità i malati di varie patologie a informarsi sulle cure mediche con la pianta di cannabis;
ci sono gli alimenti in canapa, un super food ricco di acidi grassi come omega 3 e 6 e di proteine, un alimento unico per gli sportivi e non;
ci sono i panini vegetariani e con la salsiccia, con il pane di canapa, ci sono le insalate a base di canapa, c’è la pasta con il pesto di canapa, c’è la birra di canapa gustosissima e apprezzata dai gourmet di tutto il mondo;
c’è il Museo della Canapa, dove sono rappresentati gli attrezzi che storicamente si utilizzavano nel nostro paese, le foto storiche, i tessuti utilizzati nei corredi dai nostri nonni. L’Italia era il primo produttore fino all’avvento del proibizionismo, verso la fine degli anni 60;
c’è l’oggettistica di plastica in canapa e la moquette di Canapa fatte con plastica 100% biodegradabile;
– ci sono riviste di settore, giornalisti, curiosi di vario tipo. Ma anche commercianti e aziende da tutto il mondo che vengono a valutare lo stato di avanzamento del mercato della canapa in Italia. 

Molte aziende straniere pronte a investire in #Italia sono spaventate dal clima che si respira e dai pregiudizi ancora fortemente radicati sul tema e si guardano bene dal portare i loro miliardi nel nostro Paese per valorizzare terreni e creare posti di #lavoro. Non ritengono sia ancora il momento considerato il livello di pregiudizi. E come dargli torto?».

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Alessio Biondino