E gli infermieri italiani intanto sfiorano la soglia dell’indigenza

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Nuovo vagito di Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, che in un comunicato presenta alcuni dati Istat piuttosto allarmanti e fa delle riflessioni circa la retribuzione dei professionisti sanitari infermieri.

Si sfiora l’indigenza

Gli infermieri italiani toccano davvero la soglia dell’indigenza, almeno quelli che lavorano nelle nostre grandi città? Sono davvero i nostri professionisti della sanità i nuovi poveri? Gli uomini e le donne che hanno combattuto giorno dopo giorno, mese dopo mese, contro un nemico subdolo e invisibile nelle corsie degli ospedali, vivono una situazione economica così difficile?

Incredibile ma vero, stando all’accurata indagine Istat sulla soglia della povertà assoluta, in netta crescita, sembrerebbe di sì, laddove appare evidente che in città come Milano, Roma, Napoli, infermieri con una famiglia a carico, con un affitto da pagare e magari un solo stipendio, cominciano ad avere sulle proprie spalle un peso insostenibile.”

La tutela contro le aggressioni agli operatori sanitari

Oggi i giornali, le tv, il web e tutti i media li chiamano “i nuovi eroi”.Eppure, da tempo è nota a livello mondiale una nuova emergenza sociale: la violenza contro di loro, la violenza nei confronti degli operatori sanitari.Ogni giorno, sono dati forniti dall’Inail, in Italia si verificano infatti ben 3 episodi di violenza contro gli operatori sanitari, comprensivi di intimidazioni e molestie.I principali fattori di rischio si rinvengono negli atteggiamenti negativi dei pazienti nei confronti degli operatori, nelle aspettative dei familiari, e nei lunghi tempi di attesa nelle zone di emergenza.Varata in piena pandemia da Covid-19, la legge 14 agosto 2020, n. 113, “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, tenta di rispondere all’esigenza di sicurezza avvertita dal personale medico-sanitario, e contiene varie misure sia a livello sanzionatorio sia a livello educativo e preventivo.Viene inoltre introdotta un’ipotesi speciale del delitto di lesioni personali, una nuova circostanza aggravante comune, in presenza della quale i reati di lesioni e percosse diventano procedibili d’ufficio, e una sanzione amministrativa.Per rispondere, nell’immediatezza, alle esigenze innanzitutto di praticità degli operatori, il volume presenta un primo commentario e una dettagliata e accurata analisi della legge n. 113/2020, e tenta altresì di prefigurare le ricadute derivanti dall’impatto delle nuove disposizioni nel tessuto normativo del sistema.Fabio PiccioniAvvocato del Foro di Firenze, Patrocinante in Cassazione. LLB presso University College of London, è Docente di Diritto penale alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali della Facoltà di Giurisprudenza, Coordinatore e Docente di master universitari e corsi di formazione. Giornalista pubblicista, è autore di pubblicazioni e monografie in materia di Diritto penale e amministrativo sanzionatorio.

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Un triste primato

“L’Italia è il paese europeo che vanta ancora il triste primato di uno degli stipendi più bassi in assoluto per la categoria dei nostri infermieri.

Eppure laureiamo ogni anno professionisti di altissimo profilo, che corrono veloci verso specializzazioni, Master e Dottorati, ma non siamo assolutamente in grado, come classe politica, di costruire le basi per una loro concreta valorizzazione economica e giuridica.

Francia, Spagna e Germania come compensi degli infermieri ci superano, Olanda e Lussemburgo addirittura ci surclassano, con paghe che vanno dai 50mila agli 80mila euro all’anno. Noi restiamo fermi al palo, tristemente, da anni.”

La via della fuga

“Ma allora ecco perché le nostre eccellenze, i nostri giovani laureati, non hanno scelta, non ce la fanno, e dopo qualche anno di precariato, nella disorganizzazione di strutture vetuste, optano sempre di più per ‘la via della fuga’, verso Paesi che garantiscono un fisso mensile anche di 2500/3000 euro, e poi supporto linguistico, scatti di carriera, sostegno per l’alloggio nei primi mesi.

Ma perché i nostri neo laureati sono ambitissimi all’estero?

La nostra professionalità, i nostri percorsi di specializzazione, gli anni di costante tirocinio che affiancano gli studi: l’Italia costruisce eccellenze assolute nella realtà infermieristica, ma la classe politica ci condanna al peso insostenibile di stipendi vergognosi.”

La Federazione cosa fa?

E cosa fa la FNOPI, l’Ente che rappresenta gli Ordini Professionali degli Infermieri a livello centrale e che ha il privilegio di confrontarsi con la politica ed il Governo in qualità di ente sussidiario dello Stato?

In che modo fa sentire la sua voce e tutela le nostre istanze nelle sedi istituzionali? In che modo dialoga con i sindacati, per costruire sinergie vincenti, seppur nel rispetto ognuno delle proprie posizioni, con chi come noi combatte ogni giorno, fianco a fianco, ai professionisti

L’indifferenza della classe politica

E cosa fa da parte sua l’Esecutivo? Continua a voltarci le spalle, da ultimo con la soppressione del previo assenso dell’amministrazione di appartenenza per i trasferimenti dei dipendenti pubblici da una città all’altra, provvedimento che consentirà a centinaia di migliaia di dipendenti di ricongiungersi alle loro famiglie e dal quale, paradossalmente, sono stati esclusi proprio gli operatori sanitari, che in questo modo non potranno decidere di tornare negli ospedali dei paesi d’origine, dove il costo della vita è più basso, dove ci sono magari parenti e amici pronti a dare il loro sostegno.

E tutto questo accade dopo aver urlato a gran voce nelle piazze italiane il nostro dissenso, per l’indifferenza della classe politica e per sollecitare un trattamento economico dignitoso. E se dopo aver combattuto a mani nude il mostro Covid, i nuovi dati Istat ci confermano davvero di essere diventati addirittura noi i nuovi poveri, dopo aver perso oltre 80 colleghi in un anno di pandemia, nonostante professionalità, indiscusso valore e i sacrifici profusi sul campo, allora vuol dire davvero che al peggio non c’è mai fine.

Noi vogliamo continuare a credere che non sia così”.

Autore: Alessio Biondino

Alessio Biondino

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