“Gli infermieri lasciano gli ospedali per fare gli operai, i commessi o i badanti”

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In Veneto, nonostante si cerchi costantemente di alleggerire (in tutti i sensi) la terribile carenza di infermieri con strategie tanto alternative tanto discutibili (VEDI Super OSS), la situazione della professione non è affatto rosea. Anzi, diciamo pure che è drammatica.

E le parole di Lorella Vidori, del sindacato Nursind Up (VEDI Corriere del Veneto), ne rappresentano una testimonianza davvero inquietante. E che fa riflettere: «Ne mancano 8mila nel Veneto. Dovrebbero essercene uno ogni otto pazienti e invece il rapporto è di 1 a 15/20, quindi i carichi di lavoro sono insopportabili, anche perchél’età media è di 47 anni.


E così tanti si licenziano, preferendo passare al privato o cambiare lavoro: vanno a fare gli operai nelle occhialerie del Bellunese, i commessi, gli assistenti agli anziani. Guadagnano di più e finalmente hanno un orario di lavoro definito, non infinito». 

Anche per gli operatori socio sanitari, che comunque guadagnano poco meno degli infermieri (ricordiamolo!), la situazione non è certo migliore. E anche loro, stanchi di paghe da fare e di condizioni di lavoro insostenibili, cambiano aria senza remore.


Lo ricorda Paola, bellunese, che ha lasciato il posto fisso preferendone uno da giornalista precaria: «Nel 2018 ho cominciato a lavorare in una Rsa bellunese, il lavoro mi appassionava. Poi ho tentato il concorso per entrare all’ospedale di Verona, ma eravamo 15mila candidati per 300 posti e non l’ho superato.


Con l’impiego nella Rsa non riuscivo a tirare avanti e allora sono tornata a studiare e ho preso la laurea triennale in Diritti umani, a Padova. Ma volevo aiutare la mia comunità e così nel 2020 sonorientrata in una Rsa per anziani, dove però prendevo 1150 euro al mese per un full time. Impossibile andare a vivere da sola, in più si tratta di un mestiere faticoso, anche emotivamente, quindi mi sono detta: chi me lo fa fare?

Dopo sei mesi mi sono licenziata e ora faccio la giornalista free lance. La Sanità è sempre nel mio cuore, ho fatto la tesi sul Servizio sanitario nazionale nel post Covid, ma non invidio la mia migliore amica, che è infermiera».

Eh già, non ci invidia nessuno. Ma proprio nessuno. 

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Alessio Biondino