Green pass temporaneo, punti tampone presi d’assalto dai non vaccinati

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“La caccia al lasciapassare temporaneo sta mettendo a dura prova la sanità pubblica e i lavoratori già costretti a turni estenuanti in condizioni di estremo disagio operativo.”

A denunciarlo è Andrea Gregori, segretario provinciale Nursind Vicenza. Già, perché sembra proprio che il fatto di poter ottenere un Green pass temporaneo anche senza effettuare il vaccino anti-Covid (basta un tampone), abbia riscosso molto successo nel vicentino (e non solo?).

Punti tampone in ginocchio

Un successo che, però, sta mettendo letteralmente in ginocchio alcuni punti tampone, presi letteralmente d’assalto dai non vaccinati. Come raccontato da Gregori: “Venerdì, al punto tamponi di Torri di Quartesolo ne sono stati effettuati oltre un migliaio, l’80 per cento dei quali richiesti per andare al cinema, al ristorante, al parco divertimenti”.

Si approfitta della gratuità del servizio

Eh sì, perché “Quando i cittadini accedono alla struttura, siamo costretti a chiedere loro la ragione del tampone. Dietro alla domanda c’è una scelta clinica, perché in caso di sintomi, occorre procedere con il test di seconda e terza generazione.

Sta quindi emergendo un campionario di motivazioni che va dall’esigenza di accedere al ristorante, al casinò, alla festa di compleanno, alle terme, nonché di salire in aereo, in treno, di andare in vacanza. Chi vuole disporre della libertà di fare queste cose deve adeguarsi alle regole o, in alternativa, sostenere i costi del tampone”.

Ma in uno dei paesi al mondo (forse l’unico: il nostro) dove l’aggettivo ‘furbo’ corrisponde a un complimento e dove non si fa in tempo a promulgare una legge che già si conoscono da tempo i modi per aggirarla, in “molti approfittano della gratuità del servizio e si lamentano pure dei tempi di attesa dei referti”.

Turni massacranti per gli infermieri

Il problema è che così facendo si garantisce gratuitamente un tampone a chi non ha voluto vaccinarsi, impegnando decine e decine di infermieri in tutta la provincia, e non solo, a scapito di un servizio essenziale e urgente che dovrebbe essere reso alle persone realmente ammalate” tuona il rappresentante Nursind.

E lo stress lavorativo dei professionisti cresce a dismisura: “Per sostenere questi ritmi di lavoro ed eseguire migliaia di diagnosi al giorno stiamo sottraendo risorse a chi avrebbe bisogno di assistenza all’interno degli ospedali. Una situazione davvero paradossale in uno Stato di diritto, in una Repubblica che dovrebbe porre al centro la persona”.

Nursind minaccia lo sciopero

E ancora: Non siamo disposti come sanitari a rimanere bardati otto ore al giorno senza nemmeno una pausa per andare al bagno per garantire il divertimento di qualcun altro.

Se entro lunedì non verranno prese decisioni serie ci vedremo costretti, nostro malgrado, a dichiarare lo stato di agitazione di tutti i centri tampone del Veneto, nonché la relativa sospensione del servizio attraverso il diritto di sciopero minaccia il segretario provinciale.

Autore: Alessio Biondino

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