Guadagno di un infermiere italiano rispetto al resto del Mondo

Dario Tobruk 18/08/21
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Abbiamo fronteggiato in prima linea la pandemia Covid, siamo candidati al Nobel per la Pace 2021, ma guadagniamo meno di infermieri turchi e cileni (dati OCSE33).

Ancora poche soddisfazioni economiche e ancora meno quelle sociali che, al di là di pochi striscioni in tempi sospetti, si rispecchiano nel ritorno di aggressioni giornaliere di infermieri, medici e oss nei pronto soccorso del territorio italiano.

Quanto guadagna un infermiere neolaureato?

Secondo i dati Almalaurea degli ultimi due anni lo stipendio di un infermiere neolaureato è di 1512€ netti, un netto incremento di 132 euro rispetto ai dati dell’anno precedente che attestavano un guadagno di 1390€. Probabilmente giustificato dato dall’aumento della mole di lavoro (più straordinari e mancati riposi) piuttosto che ad altra cause.

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

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Gli infermieri hanno guadagnato di più durante l’anno 2020 perché il personale è stato impiegato a fronteggiare l’emergenza ancora in corso. Magra consolazione il fatto che un giovane infermiere guadagni quasi il 30% in più rispetto alla media nazionale di altri neolaureati (media nazionale 1079€), perché a fronte di un buon stipendio all’ingresso, carriera e incrementi stipendiali rimarranno al palo per i decenni successivi.

Le cause nei contratti di lavoro?

Come è possibile che lo stipendio degli infermieri italiani sia ancora così basso in questi tempi in cui il mercato del lavoro dovrebbe invece premiarli, poiché indispensabili ed essenziali?

Secondo questa infografica di Truenumbers.it, lo stipendio degli infermieri italiani non è solo al di sotto della media europea, è inferiore rispetto alla media OCSE, dietro a molti paesi come la Turchia e il Cile, nazioni economicamente importanti ma che non rientrano come l’Italia tra le grandi nazioni mondiali dei G8. Eppure…

 

Tutto sta nei limiti del Contratto Nazionale del Lavoro del precedente triennio 18/20 di cui in questi giorni si contratta il rinnovo nei tavoli dell’ARAN, in cui, esclusa la tredicesima, un infermiere può guadagnare da 23.000 a 28.000 euro lordi all’anno.

Il prossimo CCNL

L’Aran intende chiudere entro l’anno le trattative con i sindacati mettendo sul piatto circa 1 miliardo di euro per il comparto, per un incremento mensile pro-capite leggermente superiore a 90€ lordi.

Al fine di riconoscere l’impegno straordinario degli infermieri, è stato previsto un finanziamento di 335 milioni destinati all’indennità di specificità infermieristica da riconoscere a partire dal 1° gennaio 2021 e il riconoscimento di determinate architetture organizzative, individuando posizioni intermedie nell’organigramma lavorativo che riconosca, in professionisti non dirigenziali, la propria specializzazione o responsabilità gestionale.

Se ciò sarà sufficiente per soddisfare il personale infermieristico, da anni in attesa di un riconoscimento sostanzioso del proprio profilo, non è ancora possibile scoprirlo ma gli umori dei commenti social alle prime indiscrezioni sembrano confermare la delusione all’ennesimo lancio di molliche della politica nostrana e l’assoluta riverenza dei sindacati quando all’interno delle “stanze dei bottoni“. Coltivando un rancore professionale che prima o poi sfocerà inevitabilmente in scioperi, abbandono della professione e fuga dei giovani presso altre professioni più soddisfacenti, con minore responsabilità o comunque meno stressanti.

Fonte:

Dario Tobruk

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