Identità Professionale degli Infermieri di Famiglia e Comunità: uno studio pilota

Redazione 28/10/21
Scarica PDF Stampa
Riceviamo e pubblichiamo la richiesta da parte della Dott.ssa Giulia Gasperini, Infermiera, Studentessa di Dottorato, di contribuire ad un’importante studio sull’identità dell’Infermiere di Famiglia.

Con la somministrazione di una batteria di questionari, gli interessati potranno partecipare alla valutazione dell’Identità Professione degli infermieri sul territorio. La compilazione richiede al massimo 10 minuti.

  • Per accedere direttamente al questionario clicca quiModulo Google Studio Pilota;
  • Per altre informazioni sullo studio continua a leggere;
  • Per altre informazioni non contenute qui: gasperini.giulia.1994@gmail.com

Identità Professionale degli Infermieri di Famiglia e Comunità: uno studio pilota

Introduzione: L’Italia ha riconosciuto di recente con la Legge 77/2020 la figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), già presente da diversi anni sul territorio nazionale con molteplici e disomogenee sperimentazioni e implementazioni.

Questa eterogeneità ha generato scarsa chiarezza sul ruolo dell’IFeC, elemento, quest’ultimo, strettamente connesso all’Identità Professionale quale fattore correlato al miglioramento della qualità delle cure, alla soddisfazione nelle cure fornite e lavorativa, all’intenzione di rimanere nel proprio lavoro infermieristico o di lasciare per trovarne un altro, e che incide su burnout ed emotional exhaustion.

A fronte della recente formalizzazione della figura dell’IFeC, appare nodale indagare l’Identità Professionale degli IFeC impiegati sul territorio italiano.

Obiettivi: Questo studio pilota ha l’obiettivo principale di testare nel campione specifico dei
professionisti infermieri impiegati nei servizi riconducibili all’Infermieristica di Famiglia e
Comunità lo strumento utile ad indagare l’Identità Professionale e con esso anche gli strumenti che misurano le variabili ad essa potenzialmente correlate o su cui essa potenzialmente influisce.


L’ infermiere di famiglia e di comunità

In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità.

Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati.

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

Maila Mislej, Flavio Paoletti | 2008 Maggioli Editore

16.00 €  15.20 €


Metodologia: Studio pilota cross-sectional a fini di analisi psicometrica. Verrà inviata una web-survey, destinata agli infermieri impiegati nei servizi assimilabili all’Infermieristica di Famiglia e Comunità.

La batteria di questionari incomincerà con una prima sezione dedicata alle domande socio-demografiche e professionali; a seguire ci saranno cinque questionari dedicati all’analisi dell’Identità Professionale e dei fattori potenzialmente ad essa associati.

Il primo strumento è il Nurse Professional Values Scale – Revised (NPVS-R), tratto da Nocerino e colleghi (2020), utile ad indagare l’Identità Professionale.

Tutti gli strumenti che fanno seguito sono focalizzati su variabili che possono influenzare o ricevere l’influenza da parte dell’Identità Professionale: i. l’Employee Wellbeing Questionnaire (EWQ), concesso da www.psytech.com – www.psyjob.it, che indaga le variabili ambiente lavorativo (interazione e condivisione con i colleghi; supporto organizzativo), caseload, motivazione, job satisfaction, resilienza, mentalità positiva e stress; ii. la Maslach Burnout Inventory (MBI), tratto da PASERIO & partners, che esamina le variabili emotional exhaustion, depersonalizzazione e realizzazione; il Nursing Retention Index (NRI), tratto da Cowin (2001) e Girotto, Chiarello (2019), che valuta la variabile retention plan; e infine, “Cosa pensiamo di noi?”, questionario tratto dalla relazione “Rilevazione Qualità Percepita dagli operatori: analisi del questionario “Cosa Pensiamo di Noi?” realizzato da Dott.ssa Gorga Elena (Struttura Operativa competente S.S.D. Qualità, Risk Management e Relazione con gli Utenti Direttore: Dr. VERO Luciano. ASL CN2 – Regione Piemonte) e successivamente modificato per il presente studio, utile a misurare le variabili visibilità/percezione dell’immagine pubblica e qualità delle cure offerte (per come percepita dall’operatore).

Risultati attesi: Dal presente studio pilota ci si attende di: i) validare psicometricamente in un campione di IFeC lo strumento di analisi dell’Identità Professionale; ii) validare psicometricamente in un campione di IFeC gli strumenti di analisi dei fattori potenzialmente associati all’Identità Professionale; iii) fornire un risultato preliminare circa l’Identità Professionale degli IFeC; iv) fornire un risultato preliminare circa i fattori potenzialmente associati all’Identità Professionale degli IFeC.


Con questo, noi di DimensioneInfermiere, speriamo con il nostro piccolo di aiutare, la Dott.ssa Giulia Gasperini e la ricerca infermieristica a perseguire il proprio scopo, dare maggiore spessore scientifico alla professione e contribuire ad una sanità migliore.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento