Il 30% delle infermiere rinuncia alla maternità, l’83% non pensa al secondo figlio

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Tra stipendi ridicoli, difficoltà di conciliare vita e lavoro e stress lavoro correlato, le infermiere italiane sono sempre meno propense a diventare madri. A riportarlo, commentando i risultati di una survey lanciata la settimana scorsa, è il sindacato Nursind: «Il 30,62% delle donne senza prole imputa al lavoro la colpa della mancata maternità» spiega Donato Cosi, responsabile del Centro studi e membro della direzione nazionale del sindacato.


Che continua: «Senza contare che, tra le madri, ben l’83,81% dichiara di non pensare ad un altro figlio. Segnali spia delle condizioni in cui opera oggi la categoria, che dovrebbero scuotere le nostre istituzioni e spingerle tanto per cominciare a riconoscere il nostro lavoro come usurante».


Nella nota si legge che in una sola settimana hanno risposto al sondaggio 1.962 professioniste, di cui 1.874 (95,6%) infermiere, 58 (3,3%) ostetriche e 17 (1%) operatrici sociosanitarie. Il 95,67% del campione lavora nel SSN e il 78,70% è mamma: oltre la metà ha almeno due figli, un terzo ne ha uno solo.


Dall’indagine emerge che, per questioni economiche, la metà delle mamme (53%) rinuncia all’astensione dal lavoro notturno e quasi 3 su 10 ha detto no al congedo parentale. Per il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega, ciò è decisamente emblematico (VEDI AdnKronos): «Risposte che, è inutile girarci intorno, sono solo un’ulteriore prova di quanto denunciamo da anni e cioè che gli stipendi degli infermieri in Italia, oltre ad essere al di sotto della media Ue, sono tutto tranne che dignitosi.


E non serve un particolare acume per capire che anche le basse percentuali odierne di lavoro part time per le infermiere madri siano dovute in gran parte alle difficoltà di far quadrare i conti. Oltre che, naturalmente, a ragioni aziendali di tipo organizzativo, visto che il Ssn è piagato da una cronica carenza di organico».

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Alessio Biondino

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