“Il demansionamento è demotivante per gli infermieri e influisce negativamente sull’assistenza fornita”

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La lettera di «un infermiere/a qualsiasi» che abbiamo pubblicato qualche giorno fa in quattro articoli (VEDI) e che ha visto l’intervento del presidente Opi Filippini (VEDI), la risposta di un rappresentante dell’Asst (VEDI) e addirittura il punto di vista di una OSS che ha bacchettato gli infermieri italiani (VEDI), continua a far discutere.


Stavolta, sugli argomenti trattati dall’infermiere che, per ovvi motivi, ha deciso di rimanere anonimo, è intervenuto Gianluca Firrisi, Segretario territoriale UIL Fpl Varese (VEDI Varese News): «Sono assolutamente d’accordo con la sua frustrazione riguardo alla situazione attuale. È giusto sentirsi demotivati quando non ci si sente valorizzati e quando ci si trova demansionati. Gli infermieri sono una parte vitale del sistema sanitario e meritano il rispetto e la valorizzazione delle loro competenze e della loro dedizione.


Il demansionamento degli infermieri e di altre professioni sanitarie non solo riduce il morale, ma influisce negativamente sulla qualità dell’assistenza fornita. È preoccupante vedere colleghi altamente qualificati fuggire verso altre opportunità lavorative a causa di simili problemi. Lavoreremo per far sentire la vostra voce e per cercare soluzioni che ristabiliscano la giusta valorizzazione e il rispetto che meritano».


«È fondamentale che il governo tenga conto delle reali necessità dei lavoratori, soprattutto in un contesto così critico com’è stato quello della pandemia. Durante questo periodo senza precedenti, il personale infermieristico è stato giustamente celebrato come eroico per il suo impegno incessante e il sacrificio personale a favore della collettività.


Tuttavia, a dispetto degli elogi e della gratitudine espressi, l’ultima legge di bilancio non riflette questa stessa stima, avendo trascurato di stanziare risorse adeguate per quelle che sono le necessità fondamentali del settore. È un contrasto sfortunato e ingiusto, dato che non vi è stata alcuna manovra concreta per sedersi al tavolo e discutere il rinnovo dei contratti, i quali,  tra l’altro  sono scaduti.


In tempi in cui la resilienza e la dedizione del personale sanitario si sono rivelate più preziose che mai, sarebbe dovuta essere prioritaria una politica di supporto che garantisse non solo un adeguato riconoscimento economico, ma anche un miglioramento delle condizioni lavorative. È essenziale che i governi riconoscano il valore non solo simbolico ma anche pratico del lavoro svolto dagli infermieri e da tutti i lavoratori sanitari. Senza un investimento adeguato nei loro riguardi, è non solo il personale a soffrire, ma anche la qualità dell’assistenza sanitaria che è in grado di offrire alla società.

Ci auguriamo che in futuro la sanità pubblica sia una priorità da curare e non da distruggere» conclude Firrisi.

burnout infermieristico

Alessio Biondino

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