Una OSS: “Gli infermieri parlano di demansionamento? Una laurea non necessariamente genera certi principi e instilla coraggio”

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Dopo la lunga e articolata lettera di «un infermiera/infermiere qualsiasi» dipendente dell’Asst Sette Laghi che ha voluto spiegare i motivi per cui l’attrattività della professione infermieristica sia oramai in caduta libera, oltre al presidente Opi Filippini (VEDI articolo Il presidente Opi risponde: “Il primo anno di corso fa molto di più che insegnare l’igiene”) e a un rappresentante dell’azienda (VEDI), ha voluto dire la sua anche un’operatrice socio sanitaria, a cui Varese News ha dato spazio evidentemente per seguitare a gettare benzina sul fuoco della polemica.


«Vorrei riallacciarmi a quanto sostenuto dal Dott. Infermiere/a anonimo/a il 19 gennaio: “… al primo anno preferiscono insegnare come rifare bene il letto, eseguire bene l’igiene del malato, dedicando un anno intero di insegnamenti all’ assistenza di base…”


Vorrei anche riprendere quanto scritto dal Dott. Aurelio Filippini il 20 gennaio: “… il primo anno di corso fa molto di più che insegnare l’igiene, cerca di insegnare a vedere le persone a 360° e vedere la salute come un insieme di comportamenti che passano dall’essere puliti…”


Giustamente si invita a fare riflessioni.
Se il primo anno di corso in infermieristica è dedicato all’igiene, perché si parla di demansionamento in merito a tale attività rivolta al paziente, quando questa pratica rientra nel corso di studi? Forse perché ci sono gli o.s.s.? Se questo è il ragionamento, allora anche il Dott. Medico, dovrebbe ritenersi demansionato nel somministrare farmaci perché ci sono gli infermieri.

Se è così importante lavorare a 360° sul paziente, tanto da dover dedicare il primo anno del corso di infermieristica all’igiene, perché all’o.s.s. non viene assegnato il giusto valore nel processo assistenziale?


Il Dott. Infermiere Aurelio Filippini, aggiunge nel Suo contributo, un’affermazione che condivido e cioè: “…non confonderei la passione per la professione e per la cura con il demansionamento e le rivendicazioni sindacali.”

Ebbene, in qualità di o.s.s., a questa Sua considerazione, mi sento di aggiungere che non confonderei la passione per la professione e per la cura, nemmeno con un certificato di laurea che non necessariamente genera certi principi o instilla coraggio».


Che un po’ tutti si sentano in dovere di bacchettare gli infermieri italiani e addirittura di insegnargli, confusamente e con esempi strambi, in cosa consistano cura e assistenza (senza che qualcuno intervenga, per giunta!)… Beh, è un altra assurdità tipica di questa professione (quella infermieristica!), il cui riconoscimento sociale qui in Italia sembra essere sempre più un’utopia.

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Alessio Biondino

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