L’infermiera del 118: “Ambulanze senza medico? Grave danno per l’utenza”

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“Il peggior nemico dell’infermiere è l’infermiere stesso” ripetono molti addetti ai lavori della sanità da diversi anni. E forse questo è uno di quei casi in cui sembra proprio che a contrastare l’evoluzione dell’infermieristica, già di suo martoriata da un riconoscimento economico-sociale imbarazzante e tenuta saldamente al palo dalla forza di altre categorie (VEDI), ci si mettano anche i colleghi.


È il caso di Serena, trentenne con 10 anni di servizio come infermiera (tra il San Leonardo di Castellammare al Cotugno a Napoli), che ha raccontato la sua vita “in trincea” a Il Corrierino Online. Una vita fatta di turni massacranti, di rinunce e di stipendi da fame, tanto che è molto tentata di cambiare lavoro e di abbandonare l’infermieristica.


Intanto, però, parlando della grave situazione del 118 in Campania, se ne è uscita con qualcosa di evitabile e che farà certamente discutere: «La maggior parte delle ambulanze è di tipo B, composte quindi da autista soccorritore e infermiere.


Questo comporta un grave danno per l’utenza perché finché si tratta di codici verdi/gialli possiamo ancora intervenire ma in altre situazioni più importanti, come i codici rossi, la figura del medico è indispensabile.


Indispensabile non perché noi infermieri siamo incapaci di agire ma perché non ci è concesso somministrare farmaci se non dietro consenso di un dottore. Ecco quindi che i tempi si allungano perché arrivati sul posto, l’infermiere deve chiamare in centrale e deve essere autorizzato dal medico telefonicamente. Così non funziona, noi infermieri siamo stremati. Servono più medici e ambulanze sul territorio».


Eppure, non molto tempo fa, parlando della situazione disastrosa dell’emergenza territoriale calabrese, il presidente Opi Fausto Sposato aveva messo qualche corpulento puntino sulle “i” riguardo alla questione (VEDI), onde evitare nuove e insulse polemiche: «Gli infermieri sanno benissimo cosa fare e quando intervenire.


Eppure siamo trattati alla stregua di operatori minori, aggrediti e mortificati come se fossimo solo degli esecutori o degli improvvisatori dell’ultimo momento messi lì per caso.


Questo fenomeno va molto di moda soprattutto fra chi non ha a cuore il sistema sanitario dimostrando, così, di non conosce nulla. Anche in altre regioni le Pet non sono medicalizzate pur avendo a supporto le auto con medici a bordo che intervengono in caso di effettiva necessità.


Per questo occorre rassicurare i cittadini sul fatto che sia gli infermieri che gli autisti soccorritori sono operatori qualificati e preparati, che seguono scrupolosamente tutti i protocolli nazionali e regionali».


Anche il sindacato Nursind, piuttosto recentemente (VEDI), ha provato a rassicurare i cittadini sul fatto che «gli infermieri del ‘sistema 118’ operano dal 1999 in un sistema multi-professionale e proprio all’interno di questo sistema si fanno garanti dell’erogazione delle cure più appropriate.


E dove la gestione dell’emergenza-urgenza è a prevalenza infermieristica non vi è un calo della qualità del servizio erogato. Al contrario: i dati sono più che confortanti, poiché la maggior parte delle attività sono ‘tempo dipendenti’ e la nostra diagnosi infermieristica, rapida e sul posto, consente di garantire le migliori cure a tutti i casi trattati dalle ambulanze infermieristiche.


La nostra formazione ci consente di individuare e intraprendere con rapidità il miglior percorso per contrastare qualunque patologia acuta. Del resto i nostri corsi di formazione sono basati su evidenze scientifiche e su linee guida internazionali e le azioni svolte da un infermiere del sistema di emergenza-urgenza sono sempre volte a salvare vite umane».


E ancora: «Anche in assenza dei medici, dunque, continueremo a garantire i massimi livelli di professionalità. Lasciamo i luoghi comuni alle persone che non si informano: a ognuno il suo ruolo. Noi non siamo eroi, ma siamo senza dubbio dei professionisti» hanno concluso dal sindacato.


Ciò nonostante, contro i propri interessi professionali, c’è chi va controcorrente come la collega Serena e dichiara che il sistema non funziona se non c’è il consenso del “dottore”…

Infermiere – Manuale per i concorsi e la formazione

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L’infermiere

Il manuale, giunto alla X edizione, costituisce un completo e indispensabile strumento di preparazione sia ai concorsi pubblici sia all’esercizio della professione di infermiere. Con un taglio teorico-pratico affronta in modo ampio ed esaustivo tutte le problematiche presenti. La prima parte concettuale ricostruisce l’organizzazione del mercato sanitario e affronta gli elementi tipici del processo di professionalizzazione dell’infermiere, a seguito delle novità della Legge Lorenzin n. 3/2018. La stessa parte evidenzia gli aspetti innovativi della professione avendo cura di offrire al lettore un’ampia panoramica sulle teorie del Nursing e l’utilizzo dei nuovi strumenti operativi. Al termine di ogni capitolo, test di verifica e risposte commentate permettono di verificare il grado di preparazione raggiunto e di allenarsi in vista delle prove concorsuali. La seconda parte applicativa prevede l’adozione di casi clinici quale strumento di attuazione della teoria alle procedure tipiche dell’assistenza infermieristica di base, specialistica e pre e post procedure diagnostiche, presentandosi come un validissimo supporto tecnico e metodologico all’esercizio della professione. Il manuale risulta essere uno strumento prezioso sia per lo studente sia per chi già opera nelle strutture sanitarie, in quanto offre al lettore la possibilità di valutare passo a passo le conoscenze acquisite attraverso la risoluzione dei test di verifica presenti alla fine di ogni capitolo e l’analisi motivata delle risposte. Nella sezione online su www.maggiolieditore.it, accessibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al volume, saranno disponibili eventuali aggiornamenti normativi.   Cristina FabbriLaurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche. Laureata in Sociologia, Professore a contratto di Infermieristica, Università degli Studi di Bologna, corso di Laurea in Infermieristica-Cesena. Dirigente Professioni sanitarie Direzione Infermieristica e Tecnica Azienda USL Romagna, ambito Ravenna.Marilena MontaltiInfermiere, Dottoressa in Scienze infermieristiche e ostetriche. Master II livello in Ricerca clinica ed epidemiologia, prof. a.c. C. di Laurea in infermieristica, Università di Bologna. Responsabile Infermieristico Dipartimento Internistico, Azienda della Romagna Ambito di Rimini.

Marilena Montalti, Cristina Fabbri | Maggioli Editore 2020

Alessio Biondino

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