Infermiera-Runner rischia il record perché non indossa gonna e cappellino

Dario Tobruk 10/05/19
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Era Marzo, precisamente a Londra, che l’infermiera runner Jessica Anderson aveva annunciato di voler superare il Guinness dei primati come l’infermiera più veloce a correre una maratona di 42 km. Detto fatto, indossata la sua divisa da infermiera blu scura e nei tempi di 3:08:22 supera il precedente record.

Tutto bello tranne che…

Il Guinness Word Record le nega il certificato. Il problema? Le infermiere sono vestite di bianco e devono avere gonna e cappellino! L’azzardo della collega di presentarsi in pantaloni e blusa invece di cavalcare lo stereotipo dell’infermierina del secolo scorso le sarebbe costato un record mondiale.

Sembra che per il GWR quella utilizzata per correre sia una divisa da medico piuttosto che da infermiera. Esterrefatta dalla proposizione, l’infermiera si sfoga su Instagram con tutta la sua amarezza:

 «La loro definizione di abbigliamento da infermiera è così fuori dal tempo. Ho molte colleghe che indossano pantaloni e camici e di sicuro non ho mai visto un collega uomo portare la gonna»

Grazie a questo sfogo però il web le si unisce attorno e con l’hashtag #whatnurseswear (#cosaindossanoleinfermiere) il post diventa virale fino a costringere il GWR a rivedere le sue posizioni in merito a cosa e come si debba vestire un’infermiera.

Una questione di principio

Dopo un ritorno sui propri passi il GWR ha reso introdotto ufficialmente la divisa con pantaloni tra quelle accettate e riconosciuto alla collega il suo record. Così racconta su Instagram la sua questione di principio:

 «Per me la questione andava oltre al riconoscimento di un record, ho fatto una scelta precisa e voluta di indossare la mia divisa, sapendo che il record poteva non venire riconosciuto. E l’ho fatto perché questa divisa è stata disegnata per professioniste e professionisti che si prendono cura delle persone in ogni modo possibile in ogni parte del mondo. Indossare un costume carino da infermiera sarebbe stato una mancanza di rispetto».

 

Chi è l’infermiere oggi?

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

Dario Tobruk

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