Infermiere accusato di molestia sessuale, scagionato dall’ECG

Redazione 28/01/22
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Accusato di violenza sessuale aggravata per aver molestato una trentenne straniera mentre le eseguiva un elettrocardiogramma, l’infermiere è stato assolto con formula piena dopo quasi 3 anni di processo. Come sia stato possibile? La risposta è nell’ECG!

Assolto con formula piena, secondo il giudice Eleonora Pirillo la donna si è inventata tutto. La vicenda ha dell’incredibile ma fortunatamente la verità è venuta a galla.

La vicenda dell’infermiere accusato di molestia sessuale e scagionato dall’elettrocardiogramma

Il caso inizia nell’agosto del 2019, due anni e mezzo fa, in un ospedale modenese, durante un turno di notte, la trentenne, che secondo le fonti lavorava per la stessa struttura, si presenta in pronto soccorso per un malore. Come di norma, dopo il triage, si procede ad elettrocardiogramma di controllo.

Terminato l’esame e al rientro in reparto, la ragazza di origini straniere, sembra aver dichiarato ai colleghi di reparto, in lacrime, di essere stata molestata sessualmente dall’infermiere in questione.

Il giorno dopo, non conoscendo l’identità del collega, con la scusa di offrire la colazione al povero ignaro infermiere, la supposta vittima lo identifica per denunciarlo alle autorità. Da questo momento iniziano le indagini della Procura e il lungo calvario giudiziario in cui il collega, sostenuto dai suoi avvocati, non ha fatto altro che difendersi dalle accuse.

Scagionato da un’elettrocardiogramma: com’è possibile?

L’infermiere, durante tutti gli anni di processo, non è mai stato sospeso dalla sua attività continuando a svolgere il suo lavoro, mentre i suoi avvocati lavoravano per costruire un impianto difensivo. A quanto pare riuscendoci brillantemente. Come?

Portando in aula l’elettrocardiogramma effettuato durante la presunta molestia: dalla sua lettura non vi sono segnali di nervosismo (movimenti e rumore nel segnale elettrocardiografico) e i parametri vitali sono nella norma.

Completamente diverso da come dovrebbe presentarsi un tracciato elettrocardiografico di una paziente che subisce una molestia sessuale, ovvero frequenza e pressione alta, possibilmente anche un’esecuzione che riporta tanti movimenti e disturbi di segnale. Tutti segni assenti che manifestano che la donna si trovasse a proprio agio e quindi non molestata.

Grazie a questa prova incontrovertibile, l’infermiere a termine del rito abbreviato viene assolto da ogni accusa poiché il fatto non sussiste. Confermata la sua estraneità ai fatti, l’infermiere torna ad essere libero da questo enorme fardello e potrà continuare a fare il proprio lavoro.

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