L’infermiere “fa tanti soldi nel pubblico e nel privato tutti sorpresi”…?

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Gli infermieri guadagnano troppo poco, hanno responsabilità folli (se rapportate al loro stipendio), sono sottovalutati, sfruttati, scarsamente riconosciuti, demansionati, senza possibilità di carriera e quotidianamente presi a sberle o peggio dai cittadini non più memori del periodo degli “eroi”. 


In parole povere: l’infermieristica italiana, oggi, ha un’attrattività professionale sotto zero, paragonabile praticamente a quella di un lavoro in miniera. E di ciò è testimone il fatto che sempre meno giovani si iscrivono al corso di laurea e che moltissimi infermieri mollano ogni giorno la professione per fare altro.


Eppure… Ci sono siti esperti di trading online, quelli che masticano economia e trend economici con la facilità con cui si assaporano i chewing-gum, che descrivono (almeno nei titoli dei loro articoli) gli infermieri come un’accozzaglia di ricconi o quasi.


Sul sito Love Trading, infatti, è comparso ieri un pezzo dall’accattivante titolo «Infermiere: ecco perchè fa tanti soldi nel pubblico e nel privato “tutti sorpresi”».

Addirittura, l’infermiere «fa tanti soldi nel pubblico»? Tanto da suscitare sorpresa e invidia nei colleghi del privato? Presi da un’immane curiosità, abbiamo analizzato lo scritto in questione e siamo rimasti decisamente perplessi.


Dopo aver premesso che «anche per gli infermieri in Italia lo stipendio è sicuramente più basso rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea» come il Lussemburgo, la Germania o il Belgio, l’autore del pezzo ha buttato lì strani dati di cui ci domandiamo la fonte.


Innanzitutto ha dichiarato che «un infermiere che guadagna di più è quello che opera nel settore pubblico perché all’inizio della carriera nel settore privato si guadagna decisamente meno».


Dopodiché l’apoteosi: «Dopo anni di carriera un infermiere può arrivare a guadagnare anche a € 3000» e a «incidere molto sono gli anni di esperienza ma anche le mansioni. Infatti gli infermieri che ricoprono ruoli organizzativi possono arrivare ai 2500€ netti mensili».


Uno strano calderone fatto di «mansioni», ruoli senza specificarne la formazione e il percorso, ma soprattutto di numeri che sembrano buttati lì un po’ a caso. Così come per chi lavora con la partita iva: «Un infermiere che lavora come libero professionista potrebbe arrivare a guadagnare anche 50 mila euro». Certo. Ma anche 5 o meno, dipende da un mare di variabili governate dal mercato e non solo.


Al termine di questi numeri confusi e che sembrano messi lì apposta per far leggere e diffondere l’articolo (così come il titolo), l’autore ritratta tutto con un mesto: «Ad ogni modo rimane sempre la brutta questione delle forti differenze tra i lavoratori italiani e i lavoratori stranieri visto che in generale i lavoratori italiani anche nel settore della salute sono decisamente penalizzati».


È davvero il caso di divulgare titoloni e informazioni confuse/fuorvianti di questo tipo, quando oramai anche i sassi di Matera sanno che qui nel bel paese bisogna solo essere pazzi, masochisti, vogliosi di farsi sfruttare per pochi spiccioli o particolarmente appassionati al martirio per scegliere di fare l’infermiere?

Infermiere – Manuale per i concorsi e la formazione

FORMATO CARTACEO

L’infermiere

Il manuale, giunto alla X edizione, costituisce un completo e indispensabile strumento di preparazione sia ai concorsi pubblici sia all’esercizio della professione di infermiere. Con un taglio teorico-pratico affronta in modo ampio ed esaustivo tutte le problematiche presenti. La prima parte concettuale ricostruisce l’organizzazione del mercato sanitario e affronta gli elementi tipici del processo di professionalizzazione dell’infermiere, a seguito delle novità della Legge Lorenzin n. 3/2018. La stessa parte evidenzia gli aspetti innovativi della professione avendo cura di offrire al lettore un’ampia panoramica sulle teorie del Nursing e l’utilizzo dei nuovi strumenti operativi. Al termine di ogni capitolo, test di verifica e risposte commentate permettono di verificare il grado di preparazione raggiunto e di allenarsi in vista delle prove concorsuali. La seconda parte applicativa prevede l’adozione di casi clinici quale strumento di attuazione della teoria alle procedure tipiche dell’assistenza infermieristica di base, specialistica e pre e post procedure diagnostiche, presentandosi come un validissimo supporto tecnico e metodologico all’esercizio della professione. Il manuale risulta essere uno strumento prezioso sia per lo studente sia per chi già opera nelle strutture sanitarie, in quanto offre al lettore la possibilità di valutare passo a passo le conoscenze acquisite attraverso la risoluzione dei test di verifica presenti alla fine di ogni capitolo e l’analisi motivata delle risposte. Nella sezione online su www.maggiolieditore.it, accessibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al volume, saranno disponibili eventuali aggiornamenti normativi.   Cristina FabbriLaurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche. Laureata in Sociologia, Professore a contratto di Infermieristica, Università degli Studi di Bologna, corso di Laurea in Infermieristica-Cesena. Dirigente Professioni sanitarie Direzione Infermieristica e Tecnica Azienda USL Romagna, ambito Ravenna.Marilena MontaltiInfermiere, Dottoressa in Scienze infermieristiche e ostetriche. Master II livello in Ricerca clinica ed epidemiologia, prof. a.c. C. di Laurea in infermieristica, Università di Bologna. Responsabile Infermieristico Dipartimento Internistico, Azienda della Romagna Ambito di Rimini.

Marilena Montalti, Cristina Fabbri | Maggioli Editore 2020

Alessio Biondino