Infermieri in piazza contro l’obbligo vaccinale, pugno duro della FNOPI

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La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche è intervenuta circa la manifestazione tenutasi stamattina a Roma contro l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e ha lasciato presagire imminenti ed importanti provvedimenti “con massimo rigore” a carico degli infermieri coinvolti.

La manifestazione

Lo si sapeva da giorni, anzi, da settimane, che oggi (11 aprile 2021) un manipolo di infermieri sarebbe sceso in piazza contro l’obbligo vaccinale.

Per carità, nelle stime filosofiche e soprattutto nelle speranze di coloro che hanno organizzato l’evento avrebbero dovuto presentarsi in chissà quante centinaia di milioni (così come ad ogni manifestazione contro i vaccini che si rispetti, quando poi in verità a protestare sono quasi sempre quattro gatti) ma, come riportato da diversi organi di stampa, sì e no erano qualche centinaia di anime. Forse meno.

Diversi, comunque, gli striscioni e gli slogan presenti, da “No Cavie” a “Sanitari Pensanti”, tra cui spicca quello che forse riassume meglio il messaggio che la protesta ha voluto lanciare: “Sì Vax, No obbligo vaccino autorizzato per emergenza”.

La propaganda pre-incontro, che si è perpetrata su diversi siti, in alcuni spazi social e che voleva coinvolgere (oltre che confondere pericolosamente, a quanto pare) anche la cittadinanza, ha cercato di preparare il terreno a una manifestazione definita “gioiosa e terapeutica” (VEDI); e ciò nonostante, per descrivere l’obbligo vaccinale, sia apparsa qua e là anche qualche strampalata allusione al Nazismo (VEDI).

Immagine: SkyTg24 Manifestazione contro l'obbligo vaccinale a Roma
Immagine: SkyTg24 – Manifestazione contro l’obbligo vaccinale a Roma

L’intervento della FNOPI: “Massimo rigore”

Il gruppo di professionisti che, capitanati dal fondatore del “Comitato di sana e robusta Costituzione” Raffaele Varvara, (un infermiere che si definisce “attivista politico”), si è ritrovato in Piazza del Popolo a Roma questa mattina intorno alle 10, avrà però le sue gatte da pelare.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

Almeno così ha dichiarato la FNOPI, che è prontamente intervenuta con la sua seconda importante presa di posizione in poche ore (la prima è stata sulla delibera della Regione Veneto riguardante la formazione complementare degli OSS, VEDI) post insediamento.

Riportiamo qui per intero la nota della Federazione, apparsa sul sito ufficiale e nei social network poco dopo la manifestazione.

La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche stigmatizza e rifiuta l’immagine data dalla manifestazione odierna di Roma contro l’obbligatorietà del vaccino di una categoria professionale in prima linea, come dimostrano contagi e decessi, nella lotta alla pandemia.

Se presenti, gli infermieri che secondo fonti di stampa avrebbero partecipato alla manifestazione di un sedicente comitato “Di sana e robusta costituzione” dovranno rendere conto agli ordini di appartenenza ai quali la Federazione darà tutto il supporto necessario per operare con il massimo rigore, dell’atteggiamento che oltre a creare confusione nei cittadini, altera l’immagine della professione infermieristica facendo supporre – come dimostrano le reazioni social all’iniziativa – che gli infermieri non sono una categoria assolutamente responsabile in questo senso.”

L’infermiere è consapevole del proprio ruolo

“Per quanto riguarda l’essere vaccinati, la professione infermieristica, come le altre professioni intellettuali nel campo sanitario, aderisce ai principi dell’etica professionale che guida scienza e coscienza degli infermieri in scelte che rispondono al principio inderogabile di tutela della salute delle persone. Riconosce il valore delle evidenze scientifiche come base del suo agire professionale e come garanzia per gli assistiti del massimo sforzo dei professionisti che si curano di loro e della massima sicurezza del rapporto con gli infermieri.

Nella sicurezza delle cure l’infermiere riveste un ruolo fondamentale in quanto corollario fondamentale della responsabilità assistenziale e dell’autonomia, positivamente riconosciute dall’ordinamento giuridico.

L’infermiere è consapevole del proprio ruolo, e la tutela dell’assistito da assicurare con professionalità e una formazione adeguata è un’attività imprescindibile, parte integrante e fondamentale per l’erogazione in sicurezza delle cure e dell’assistenza alla persona, essenziale per adempiere alla mission dell’infermiere, in linea con la ratio della Legge n. 24/2017 e dei principi posti alla base del governo del rischio clinico.

La Federazione – firmataria anche della Carta di Pisa sulle vaccinazioni negli operatori sanitari per riconoscere il valore della vaccinazione soprattutto tra i professionisti – sottolinea la necessità che il suo ruolo, per ottenere i migliori risultati, tenda, in termini di empowerment dei Cittadini, a comunicare in modo intenzionale con l’assistito e agevolarne così la scelta vaccinale.”

Autore: Alessio Biondino

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