Infermieri in turno di notte? Un ‘lusso’ che non tutti possono permettersi

Un appello disperato arriva da Volterra ed è rivolto “a tutta la cittadinanza affinché chiunque, in possesso delle adeguate professionalità possa rendersi disponibile per aiutarci a fronteggiare l’emergenza e garantire l’adeguata prosecuzione di un servizio essenziale per la comunità”.

Si cercano infermieri ovunque

Nello specifico, trattasi della residenza per anziani (Rsa) Santa Chiara, che ha un bisogno terribile di infermieri e che li sta cercando praticamente ovunque, anche tra i pensionati, per far fronte alla propria situazione di emergenza. Al momento, senza successo, come riportato da QuiNewsVolterra.it.

Già, perché presso l’RSA della cittadina a sud-ovest di Firenze, ci sono così pochi infermieri che di notte nessuno di questi può essere ‘schierato’ in turno. E ciò, anche se come specifica Fabrizio Calastri, direttore del Santa Chiara, “I settanta ospiti non sono soli perché abbiamo rinforzato la presenza degli Oss di notte”, è qualcosa di molto grave.

E forse di prevedibile, in questo periodo, dove i professionisti fanno di tutto per approdare all’azienda pubblica e per scappare a gambe levate dalle cooperative e/o da certi contratti svilenti e economicamente imbarazzanti.

‘Assorbiti dalla sanità nazionale’

Anche il direttore della RSA, infatti, spiega che “Nel 2020 a causa del Covid sono stati assorbiti tanti infermieri dalla sanità nazionale. Quest’anno è avvenuta la stessa cosa per le vaccinazioni. Il problema riguarda tutte le Rsa d’Italia”.

Certo. Saremmo curiosi, però, di conoscere le condizioni contrattuali ed economiche con cui la cooperativa Idealcoop, che gestisce gli infermieri presso la struttura, prova a convincere i professionisti a prestare la propria opera presso la suddetta RSA, contrastando l’offerta del settore pubblico. 1000-1200 euro al mese? Contratto AIOP RSA? Qualcosa di peggio?

Il problema delle ‘esternalizzazioni’

In una nota del consiglio di amministrazione aziendale, infatti, c’è stata anche una parentesi polemica contro il consiglio precedente che nel 2014 ha bloccato le assunzioni dirette favorendo le esternalizzazioni dei servizi e la mobilità del personale anche infermieristico”.

La solita Italia, quindi? Che, prendendo esempio dai politicanti, punta il dito a prescindere contro l’amministrazione precedente? Forse. Va detto, però, che per affrontare il problema e per provare a risolverlo, l’attuale cda “ha preso una decisione diversa e recentemente ha pubblicato un avviso per l’assunzione diretta di infermieri”.

Ci voleva il Covid, per capire alcune cose…

Menomale. Bisognerà vedere, però, quando ciò potrà tradursi in realtà operativa, non dimenticando il fatto che gli infermieri mancanti in Italia sono davvero tanti (VEDI), da tanto tempo e per tantissimi motivi. Fino a quel momento si dovrà fare di necessità virtù. Come? Utilizzando i pochi infermieri rimasti e spremendo gli OSS, con ogni probabilità.

Quindi, per fare un sunto: solo in un momento di emergenza totale, con l’acqua alla gola e col fiato sul collo delle agguerrite famiglie degli ‘ospiti’, in una RSA si valuta il fatto che forse l’esternalizzazione, per contrastare l’attuale facilitazione delle assunzioni nell’azienda pubblica (per ovvi motivi dovuti al Covid-19), non è la scelta più lungimirante per assicurarsi personale infermieristico.

Interessante. Speriamo che anche in altre realtà, causa Covid (ma non solo), ci si renda presto conto di tutto questo.

Autore: Alessio Biondino

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Alessio Biondino

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