L’infermieristica italiana e quella dissomiglianza tra sogno e realtà

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L’infermieristica italiana, in crisi totale di consensi, di riconoscimento, di studenti e di personale, continua a domandarsi cosa fare per rinascere, intanto che si ritrova sballottata dalle onde in tempesta come un pattino alla deriva.

E mentre dai piani alti della professione si compongono ottimistiche ricette da presentare in Parlamento per scongiurare un approfondimento della crisi (VEDI), negli ospedali e sul territorio ci sono i professionisti che, sempre più stanchi, demotivati e rassegnati, lamentano di vivere spesso realtà in totale antitesi col concetto stesso di “professione”.


Da una parte c’è la Federazione, che parla di prescrizione infermieristica e che come esempio descrive i «presidi e ausili usati dagli infermieri esperti in incontinenza» (VEDI); e dall’altra gli infermieri spesso costretti dai propri dirigenti a cambiarli, i presidi per incontinenza (i pannoloni, VEDI), e obbligati dai medici (…) a fare il giro letti (VEDI).

Da una parte c’è la FNOPI, che adesso parla di formalizzare «la figura e il ruolo di nuovi operatori sanitari, formati e gestiti dagli infermieri, da inserire nei setting assistenziali» (VEDI), dall’altra un mare di professionisti demansionati (VEDI) da sempre, abbandonati da Ordini e Federazione sul tema e che chiedono da decenni controlli, chiarezza sulla questione e soprattutto l’assunzione di operatori socio sanitari (che esistono già da tempo) da parte delle aziende, per non essere visti e utilizzati come pura manovalanza. Senza successo.


Da una parte c’è la Federazione che parla di una «necessaria e naturale evoluzione della professione infermieristica» (VEDI) e che esulta per il fatto che “gli infermieri italiani siedono ai tavoli di un organismo europeo” o quando “si moltiplicano gli incarichi di responsabilità per la professione infermieristica”; dall’altra ci sono gli infermieri costretti a fare da camerieri (VEDI), da assaggiatori di vitti potenzialmente avariati (VEDI) o da barellieri (VEDI), quando sono fortunati (VEDI gli infermieri costretti a raccogliere e smaltire calcinacci).

Perché questa imbarazzante dicotomia? Perché gli infermieri si sentono spesso abbandonati a loro stessi e vedono in chi li rappresenta qualcuno o qualcosa di lontano anni luce dalla propria realtà?


È anche per tutto questo che moltissimi infermieri non partecipano alla vita attiva della professione? Sarà dovuto anche a tutto ciò se chi osserva l’a professione’infermieristica dall’esterno fa di tutto per tenersene lontano e chi la vive dall’interno, sempre più frequentemente, farebbe di tutto per uscirne?

Forse ci sarebbe anche da riflettere su questa grande spaccatura, se si vuole veramente raggiungere degli obiettivi importanti come “professione”. Perché gli Stati Generali, tanto decantati, non sembra proprio che abbiano risolto chissà cosa o tracciato chissà quale strada credibile, sicura e a prova di bomba in grado di unire finalmente i professionisti (sempre che questo fosse l’obiettivo).


Poi certo, se chi rappresenta la professione e la dirige seguita a parlare di concetti violentati da sempre per sfruttare gli infermieri come “olismo” (VEDI), “responsabilità dell’assistenza infermieristica” (VEDI) e “flessione delle vocazioni” (VEDI)… La rassegnazione di questi ultimi aumenta inesorabilmente. E la strada per essere credibili e riconosciuti, purtroppo, appare sempre più in salita.


Su un paio di cose, forse, tutti gli infermieri sono d’accordo con la FNOPI: gli infermieri guadagnano troppo poco, «sono tra i meno pagati d’Europa» e questo è un problema decisamente importante; e «il futuro della professione infermieristica dei prossimi vent’anni si disegna ora». Sempre che qualcuno che conta, in politica, sia interessato davvero. Sempre che i signori medici, spesso restii ad accogliere con entusiasmo la crescita degli infermieri (VEDI), siano d’accordo.

E sempre che non sia troppo tardi.

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Infermiere – Manuale per i concorsi e la formazione

FORMATO CARTACEO

L’infermiere

Il manuale, giunto alla X edizione, costituisce un completo e indispensabile strumento di preparazione sia ai concorsi pubblici sia all’esercizio della professione di infermiere. Con un taglio teorico-pratico affronta in modo ampio ed esaustivo tutte le problematiche presenti. La prima parte concettuale ricostruisce l’organizzazione del mercato sanitario e affronta gli elementi tipici del processo di professionalizzazione dell’infermiere, a seguito delle novità della Legge Lorenzin n. 3/2018. La stessa parte evidenzia gli aspetti innovativi della professione avendo cura di offrire al lettore un’ampia panoramica sulle teorie del Nursing e l’utilizzo dei nuovi strumenti operativi. Al termine di ogni capitolo, test di verifica e risposte commentate permettono di verificare il grado di preparazione raggiunto e di allenarsi in vista delle prove concorsuali. La seconda parte applicativa prevede l’adozione di casi clinici quale strumento di attuazione della teoria alle procedure tipiche dell’assistenza infermieristica di base, specialistica e pre e post procedure diagnostiche, presentandosi come un validissimo supporto tecnico e metodologico all’esercizio della professione. Il manuale risulta essere uno strumento prezioso sia per lo studente sia per chi già opera nelle strutture sanitarie, in quanto offre al lettore la possibilità di valutare passo a passo le conoscenze acquisite attraverso la risoluzione dei test di verifica presenti alla fine di ogni capitolo e l’analisi motivata delle risposte. Nella sezione online su www.maggiolieditore.it, accessibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al volume, saranno disponibili eventuali aggiornamenti normativi.   Cristina FabbriLaurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche. Laureata in Sociologia, Professore a contratto di Infermieristica, Università degli Studi di Bologna, corso di Laurea in Infermieristica-Cesena. Dirigente Professioni sanitarie Direzione Infermieristica e Tecnica Azienda USL Romagna, ambito Ravenna.Marilena MontaltiInfermiere, Dottoressa in Scienze infermieristiche e ostetriche. Master II livello in Ricerca clinica ed epidemiologia, prof. a.c. C. di Laurea in infermieristica, Università di Bologna. Responsabile Infermieristico Dipartimento Internistico, Azienda della Romagna Ambito di Rimini.

Marilena Montalti, Cristina Fabbri | Maggioli Editore 2020

Alessio Biondino