Intervista a Dashuri Aliaj: Infermiera in Italia, Candidata Deputato in Albania

Gaetano Romigi 08/03/21
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Dashuri Aliaj, albanese, classe 1985, laureata Infermiera nel 2008 grazie al progetto di cooperazione italo-albanese all’Università Nostra Signora del Buon Consiglio nella sede di Elbasan, dal 2010 lavora a Milano, attualmente presso l’alta intensività dell’IRCCS Istituto Capitanio Auxologico.

In possesso dal 2016 del Master in Management delle professioni sanitarie e dell’assistenza sociale in Coordinamento ed organizzazione dei servizi ospedalieri, domiciliari e territoriali conseguito presso l’Università di Bergamo.

Da sempre impegnata per lo sviluppo culturale del popolo albanese, ha inteso promuovere nella comunità migrante la conoscenza dei propri diritti e doveri in un percorso di legalità, sostenere i rapporti con lo Stato, l’accesso ai servizi pubblici, la ricerca dell’alloggio e del lavoro, il processo di integrazione sociale e culturale nel territorio, facilitare i processi di convivenza pacifica, prevenire e contrastare fenomeni di razzismo, xenofobia e discriminazione, contribuire ai processi di integrazione e inclusione sociale dei cittadini provenienti da altri paesi.

Per fare questo si impegna in attività di volontariato collaborando con l’Associazione InterAction O.d.V.di Brescia e collabora, come traduttrice, con il Giornale “Rrënjët” “Le radici“ con sede a Roma.

Oggi, dopo una lunga riflessione, prende la difficile decisione, spinta dall’amica Najada Selmani, caporedattore in Albania della rivista Elite, di candidarsi in politica – con il neonato movimento Lëvizja për Ndryshim (Movimento per il Cambiamento).

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

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Infermiera albanese, laureata in Italia, candidata Deputato

La nostra Infermiera Dashuri Aliaj dunque si presenterà come Deputata nel Parlamento albanese nelle prossime elezioni politiche in programma 25 aprile insieme ad almeno altri 200 aspiranti (la lista è ancora in corso di definizione e continuano ad aggiungersi aspiranti).

Dashuri Aliaj
Dashuri Aliaj, Infermiera in Italia, Candidata Deputato in Albania

Possiamo dire che la collega Infermiera appartiene a quella foltissima schiera di emigranti albanesi che sono approdati in tutta Europa dagli anni novanta fino ai giorni nostri. Molti di loro oggi sono stimati professionisti, tecnici, imprenditori.

La intervisto per capire il suo rapporto stretto con l’Italia, ma anche l’amore per la sua terra e l’impegno sociale e civile che l’ha condotta a pensare di scendere in politica in Albania.

Come si trova in Italia e quali difficoltà ha incontrato come donna, come albanese e come Infermiera?

Come donna credo nessuna in quanto provengo da un paese in cui è presente ancora una forte mentalità maschilista. Ho avuto la fortuna però di lavorare in un ambiente giovane e stimolante. Le colleghe in Italia mi hanno aiutato ad inserirmi, specie i primi tempi. Le principali criticità erano legate alla scarsa padronanza della lingua italiana.

Le difficoltà maggiori invece le ho incontrate per trovare alloggio in una città come Milano. Poi è arrivato il Covid e le difficoltà non hanno fatto distinzione: ci sono state per tutti noi Infermieri. Ho dovuto anche io, come i colleghi, fare i conti con tute bianche integrali di plastica, guanti doppi, caschi protettivi, turni massacranti, claustrofobia, sudore, paura di contagiarmi, solitudine e tanto altro.

E la situazione purtroppo oggi non sembra migliorare

Quale è il rapporto dopo tanti anni con il suo paese di origine?

Ho lasciato giovane il mio paese così come è successo a tanti italiani negli anni cinquanta e sessanta. La vita da migrante dipende molto dallo spirito personale di sacrificio ed adattamento. Sta di fatto che penso spesso al mio paese dove ho lasciato i miei familiari, ma soprattutto non amo le ingiustizie, sono caparbia ed animata da un profondo spirito di rivalsa e patriottismo.

Vorrei tanto che i giovani albanesi non fossero più costretti ad emigrare per trovare lavoro, sicurezza, servizi, salute. Vorrei tanto che avessero un servizio sociale e sanitario all’altezza, un sistema di istruzione e formazione adeguati, in maniera simile a quanto succede in Italia.

Ho mantenuto un ponte di impegno civile con l’Albania e una serie di contatti che mi hanno aiutata a condividere gli aspetti positivi della mia esperienza italiana con tanti colleghi, professionisti, amici e parenti. E’ come se non avessi mai abbandonato il mio paese pur essendo qui.


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Come mai candidarsi in politica in Albania?

Per chi conosce poco le vicende dell’Albania, posso sinteticamente ricordare che, da quando scomparso il comunismo, è partito, dagli anni novanta in poi, un lungo trentennio di apparente democrazia con in testa una classe politica che non ha saputo risollevare le condizioni socio-economiche del paese come si sperava.

La conseguenza evidente è che vi sono tanti giovani albanesi che come me vivono fuori dal proprio paese. Seppure perfettamente integrati e professionalmente gratificati, desidererebbero fortemente impegnarsi per il miglioramento delle condizioni di vita del popolo albanese.

Il Movimento per il Cambiamento con cui mi candido incarna perfettamente questa idea. Inoltre il Movimento per il Cambiamento vuole diffondere la cultura della legalità e della meritocrazia, la lotta al clientelismo e alla corruzione, specie tra i giovani.

In collegamento dall’Albania c’è Najada Selmani la cofondatrice del Movimento per il Cambiamento, e le chiediamo di descrivere brevemente i punti chiave della nascita e dello sviluppo di Lëvizja për Ndryshim. Ascoltiamo le sue parole:

Najada Selmana
Najada Selmani – Caporedattore rivista Elite – Cofondatrice del Movimento politico albanese Lëvizja për Ndryshim

Il Movimento per il Cambiamento si pone in antagonismo con la classe politica attuale perché ritenuta responsabile della scarsa lotta alla corruzione, di garantire gli interessi di pochi, del mancato contrasto all’emigrazione di tante forze giovanili, in sostanza di una situazione economica, sanitaria e sociale disastrosa e una scarsa distribuzione di beni, ricchezza e servizi.

Solo in questi ultimi anni ci si è resi conto che le giovani generazioni albanesi hanno raggiunto un grado di maturità tale da condurli, alla fondazione, il 28 ottobre 2020, di un nuovo Movimento Politico.

La fondatrice è stata una donna, Componente ed ex Presidente del Parlamento albanese dal 2005 al 2013 la Sig.ra Jozefina Topalli. Con lei altre donne: Adela Kryeziu, medico che opera presso il laboratorio analisi della struttura ospedaliera universitaria Madre Teresa a Tirana, Melisa Braldaci, che frequenta in Italia Master di Scienze Politiche all’Università di Torino, ed infine Evald Serreqi ingegnere elettronico docente universitario nella città di Elbasan.

Il Movimento per il Cambiamento vuole innescare un processo di sviluppo economico e sociale, creare in Albania un ambiente sicuro, in cui gli albanesi possano in futuro lavorare, vivere, studiare e dove creare le condizioni favorevoli per gli investitori stranieri! Obiettivo a medio-lungo termine è l’integrazione dell’Albania all’interno della UE!

Ritorniamo dalla nostra collega infermiera trapiantata a Milano, Dashuri Aliaj. Le chiedo per finire: “Qual è il programma abbracciato dal movimento e i relativi interventi che pensa di attuare qualora venga eletta?”

Punti cardine del programma sono:

  1. Lotta dura alla corruzione in tutti i settori
  2. Sostegno totale alla meritocrazia
  3. Maggior voce ai giovani e alle donne
  4. Grande apertura agli investimenti stranieri e massima flessibilità alla collaborazione con l’Europa
  5. Riforma della Giustizia, della Sanità, dell’Istruzione e del sistema economico
  6. Ripensamento del sistema di contribuzione per i servizi come scuola, sanità, trasporti ecc. da assicurare progressivamente ai più che tutt’oggi ne sono di fatto esclusi
  7. Arruolamento di tecnici e professionisti su specifici progetti
  8. Sostegno alle infrastrutture per far decollare anche il Turismo

In particolare da donna e da Infermiera se eletta mi auguro di riuscire ad intervenire per modificare la cultura fortemente maschilista del popolo albanese ed elevare l’immagine e la professionalità della figura dell’Infermiere da parte dei cittadini e delle istituzioni

Si ringraziano Dashuri Aliaj e Najada Selmani per la disponibilità

Gaetano Romigi

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