L’esclusione di Gelli dalle liste elettorali cela un disinteresse per il settore sanitario

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Aver seguito l’iter, complesso e problematico della emanazione della c.d legge Gelli e degli altri interventi normativi di carattere sanitario che hanno modificato strutturalmente alcune delle basi del SSN, fa riflettere ancor di più sulla mancanza di continuità nella scelta di alcuni soggetti politici nella composizione delle liste elettorali per le prossime tornate elettorali. Il caos nella composizione delle liste elettorali cela forse un disinteresse per il settore sanitario? Questo è il quesito che molti addetti ai lavori sembrano porsi.

L’esclusione eccellente di Gelli

Punto focale sul quale ho deciso di porre la mia attenzione è l’evidente vulnus dettato dalla mancanza di alcuni protagonisti delle decisioni di maggior spessore e rilievo nell’ambito della sanità italiana, evidentemente messi da parte dalla possibilità di concorrere alle prossime elezioni con uno specifico motivo. Preme evidenziare, al fine di far intendere la ragione sottesa a queste parole, come  l’interesse per l’esclusione di questi politici sia dettato dal carattere necessariamente continuativo di alcune loro battaglie politiche indispensabili per la crescita e la riforma della sanità.

L’esclusione eccellente da parte, ad esempio, del partito democratico di alcuni indiscussi protagonisti della rivoluzione in tema di responsabilità penale e civile degli esercenti la professione sanitaria, ci si riferisce nello specifico a Federico Gelli, ha suscitato parecchie polemiche, proprio per la difficoltà di mantenere in vita quella continuità di intenti essenziale per la crescita organica di tutto il sistema sanitario italiano.

Il Pd esclude i parlamentari difensori del SSN

Preoccupazione palesata, da ultimo, anche dal segretario del sindacato Anaao Costantino Troise, il quale come evidenziato anche sul periodico online sanità informazione, ha posto l’accento sulla macroscopica esclusione della Sanità dalle liste elettorali. Precisa in una sua dichiarazione il presidente: “Le liste del Pd escludono la maggior parte di coloro che si sono occupati di sanità nella legislatura appena conclusa e in quelle precedenti: fuori la capogruppo nella Commissione sanità della Camera e a rischio la presidente di quella del Senato, fuori parlamentari storici difensori del Ssn, fuori gli autori di una delle poche leggi di iniziativa parlamentare, attesa da 15 anni in un settore come la sicurezza delle cure e la responsabilità dei professionisti”.

Ciò che più di tutto risalta in tema di caos elettorale pre-elezioni è, secondo l’opinione del segretario Anaao, che tale forzosa sostituzione nelle liste degli esponenti politici quali il responsabile Sanità del Pd Federico Gelli, della capogruppo Commissione Affari Sociali della Camera Donata Lenzi e di altri ancora è avvenuta al fine di favorire: “figli di, nipoti di, amici di, in qualche caso corredati di avvisi di garanzia, rinvii a giudizio, condanne. In un clima di veleni, lacrime, delusioni e illusioni, i candidati eccellenti sono stati collocati nei collegi uninominali, senza resistere al fascino indiscreto del paracadute, meglio se più di uno».

I dubbi su cui riflettere

Il dubbio sul quale è necessario riflettere sembra infatti essere attinente all’importanza che rivestono, in alcuni partiti politici italiani, le tematiche della sanità pubblica e della salute degli italiani, le quali, prendendo in prestito le parole del segretario Troise: “o non sono state nell’agenda del governo in carica perché non erano nell’agenda del partito di maggioranza. Che, forse, nemmeno si è accorto che il suo Governo ha preferito scommettere contro se stesso investendo i soldi dei libretti postali nella sanità privata e dare spazio a secondi e terzi pilastri, piuttosto che finanziare il Ssn.

 

Martino Di Caudo

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